da Redazione ABM | Mag 9, 2016 | ABM NEWS, ABM NEWS ESPAÑOL, ASSOCIAZIONE, DOCUMENTI, EMIGRAZIONE, FARNESINA, ITALIA, LIBRI, MONDO, POESIE e..., PROVINCIA BELLUNO, RADIO ABM, REGIONE VENETO, RICETTE, STORIE..., VIAGGI
SALE NERO.
STORIE CLANDESTINE
di Valentina Loiero; con un intervista a Andrea Camilleri; prefazione di Laura Boldrini
Roma: Donzelli, 2007
Il difficile percorso di una giornalista del Tg5 che inizialmente per caso e quasi controvoglia è costretta a raccontare i viaggi, le storie, i drammi di un’umanità invisibile, eppure tanto vicina. Le storie di traversate e naufragi che diventano man mano drammi vissuti in prima persona da chi era lì per tenere il conto degli sbarchi e finisce travolta da una tempesta di emozioni, quando mese dopo mese quei numeri diventano volti e quindi vite. Sullo sfondo, le mille contraddizioni di Lampedusa: paradiso delle vacanze che gli abitanti vorrebbero proteggere a tutti i costi dai “turchi”, da coloro cioè che potrebbero rappresentare un pericolo per il turista. Sullo sfondo anche l’altra sponda: la Libia e i suoi trafficanti. Non solo storie ma anche riflessioni e analisi su un fenomeno in evoluzione.
Disponibile presso la Biblioteca delle migrazioni “Dino Buzzati”, anche attraverso il sistema di interprestito.
Per info e contatti:
biblioteca.migrazioni@bellunesinelmondo.it
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da Redazione ABM | Mag 9, 2016 | LIBRI
MIGRAZIONE GLOBALE.
CHI MUOVE LE PEDINE DI QUESTO FENOMENO INARRESTABILE?
di Jeffrey Kaye
Bologna: Arianna, 2011
Perché milioni di persone ogni giorno abbandonano il proprio paese nativo? Da chi vengono aiutati? Quali sono gli interessi politici ed economici che stanno dietro a questi fenomeni migratori? Con un linguaggio molto chiaro, e uno stile avvincente, il famoso giornalista Jeffrey Kaye ci guida all’interno del mondo della migrazione, mostrando gli aspetti che normalmente ci vengono nascosti. Migrazione Globale, nato dall’esperienza che l’autore ha maturato direttamente sul campo (confine Messico-Stati Uniti, Senegal, Marocco, Irlanda, Polonia, Italia, Spagna, Emirati Arabi, ecc.) è un accurato reportage, che ci consente di guardare al fenomeno migratorio da un altro punto di vista: la viva voce dei migranti stessi. Attraverso le loro parole entriamo in contatto con il lato umano della migrazione: nazioni impoverite, famiglie abbandonate e comunità disgregate. Kaye, inoltre, fornisce un’accurata analisi delle politiche delle varie nazioni che, di fatto, favoriscono le migrazioni globali. L’autore indica anche la strada su cui ci si dovrà muovere, se si vorrà seriamente gestire il fenomeno della migrazione globale nel rispetto della dignità umana e delle identità culturali.
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da Redazione ABM | Apr 18, 2016 | LIBRI
SCUOLA & MIGRANTI.
GENERAZIONI DI MIGRANTI NELLA SCUOLA E PROCESSI DI INTEGRAZIONE INFORMALE
di Chiara Pattaro
Milano: Angeli, 2010
L’incontro fra culture diverse all’interno delle società occidentali ha attivato un processo di trasformazione che tocca oggi tutti i contesti di vita. In particolare, la comparsa sulla scena pubblica delle nuove generazioni nate dall’immigrazione rende necessario interrogarsi ulteriormente sulle dinamiche dell’integrazione.La dimensione crescente dei flussi migratori pone quindi la questione dell’integrazione degli alunni di origine immigrata nella scuola italiana, tema sempre più rilevante nel dibattito contemporaneo. La scuola rappresenta infatti una delle istituzioni che più entrano nella dinamica dell’integrazione dei migranti, sia perché si tratta, in genere, di una delle prime istituzioni italiane con cui le famiglie acquisiscono un rapporto stabile, sia per le dinamiche educative e relazionali che si instaurano tra i soggetti coinvolti.Questo volume presenta una riflessione sociologica che si propone – anche attraverso un’indagine esplorativa condotta nel territorio veneto – di indagare il rapporto degli studenti di origine immigrata e dei loro genitori con la scuola e il ruolo di mediazione e di stimolo che essa ha nei confronti dell’integrazione informale. Il processo di integrazione informale viene quindi considerato a partire dal vissuto personale di genitori e figli con un passato ed un presente legato alla migrazione, dalle opportunità e dalle difficoltà connesse all’esperienza scolastica, dalle dinamiche relazionali e dalle personali rielaborazioni di queste esperienze.
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da Redazione ABM | Mar 17, 2016 | ITALIA, MONDO
ROMA – L’assemblea del Senato, nella seduta del 16 marzo, ha approvato definitivamente il disegno di legge già approvato dalla Camera dei deputati che istituisce, il 3 ottobre, la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Un provvedimento che ricorderà la data del naufragio, avvenuto nel 2013 a largo di Lampedusa, nel quale morirono 366 migranti. Il fine è diffondere un più forte senso di solidarietà civile e sensibilizzare, soprattutto i giovani, ai valori dell’accoglienza e dell’integrazione.
Tra gli interventi nell’aula di Palazzo Madama quello di Claudio Micheloni (Pd), presidente del comitato per le questioni degli italiani all’estero, che nel considerare un dovere morale l’istituzione della “Giornata”, ha invitato i colleghi a volgersi indietro, a guardare alla storia dell’emigrazione italiana. Lo ha fatto riportando le parole di giornalisti e di scrittori che hanno raccontato le terribili condizioni di vita dei nostri emigranti a bordo delle navi durante le traversate transoceaniche e all’arrivo nei porti di destinazione. Per non parlare delle decine di naufragi in cui furono coinvolti gli emigranti italiani, con migliaia di morti.
Tante le testimonianze riportate da Micheloni che ad un certo punto si chiede: “la situazione odierna è così diversa? Il mondo è così cambiato? La situazione delle persone, dei bambini, delle donne e degli uomini che hanno fatto questa triste storia dell’Italia è diversa da quella dei bambini, delle donne e degli uomini di oggi? Gli immigrati sono troppi, saremo invasi. Queste erano parole che in Svizzera dicevano di noi negli anni Sessanta e Settanta, perché eravamo quasi un milione in quel Paese e in quegli anni la nostra invasione della Svizzera fece nascere i primi movimenti politici xenofobi”. Una situazione, quella della Svizzera, che Micheloni, figlio di un emigrato abruzzese, ha vissuto sin da bambino. “Eppure oggi in quel Paese, che era a rischio di invasione di italiani, la nostra seconda generazione fa parte integrante della classe dirigente: oggi i nostri figli sono deputati cantonali o federali, sono giudici e dirigenti nel campo dell’economia, ma negli anni Settanta si diceva che noi volevamo distruggere la Svizzera.”
Nell’ultima parte del suo intervento Micheloni è tornato alla situazione di oggi, invitando i colleghi a riflettere partendo dai fatti drammatici di Parigi, “perché i terroristi che hanno colpito quella città erano tutti emigranti stranieri: di fatto erano francesi e belgi, ovvero cittadini europei nati in Europa; erano figli di emigrati. Come è possibile allora una cosa del genere? Perché vogliamo rimuovere questa realtà senza riflettere? Perché questo ci metterebbe di fronte al fallimento generale di varie politiche nazionali rispetto alla parola integrazione”. Ad esempio la Francia, per anni, ha sostenuto che l’integrazione non era una strada percorribile, ma che la strada giusta era l’assimilation, che vuol dire che se io arrivo in Francia devo assimilarmi ai francesi. Gli inglesi hanno sostenuto un’altra teoria, non so neanche bene come definirla: la multietnicità, salvo accorgersi che nelle periferie inglesi scoppiano degli scontri perché quando una comunità vive richiusa su se stesse non è integrata.
Per Micheloni “integrazione” è una parola complicata, è una parola nella quale si può mettere tutto e il contrario di tutto. “La parola integrazione non si può lasciare ai sociologi e agli specialisti. La parola integrazione riguarda la società, l’insieme delle politiche, anche l’urbanesimo. La politica di urbanesimo di una città può essere un elemento di isolamento e dunque di problemi. Integrazione vuol dire politiche per la scuola e politiche per il lavoro”.
“Perché non aprire questa riflessione e questo dibattito in Italia e in Europa? Perché in Europa non c’è un commissario alle migrazioni e alle integrazioni? Perché non abbiamo mai sollevato questo tema? Perché l’Italia non avanza proposte che rispettino la nostra storia che è ricca di esperienze di emigrazione? Io credo – dice Micheloni – che questo dovremmo fare e se lo facciamo con serietà allora alla parola integrazione si può tentare di dare un senso”.
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da Redazione ABM | Mar 15, 2016 | MONDO
ROMA – I minori stranieri residenti in Italia al 1 gennaio 2015 erano 1.085.274 con una leggera prevalenza della componente maschile (52%) rispetto a quella femminile (48%). Il dato è stato diffuso questa mattina dal Programma Integra che ha presentato a Roma il Dossier 2015 nel corso di un incontro presso il Centro Cittadino per le Migrazioni., l’asilo e l’integrazione sociale di Roma Capitale. Per quanto riguarda l’età la maggioranza sono minori tra 0 e 5 anni (42%) seguita da quella 6-10 anni (28%). Sommando queste due fasce d’età si arriva al 70% del totale dei minori stranieri in Italia.
Secondo il dossier la classe d’età 11-13 anni rappresenta 13% e 14-17 il 17%. La fascia d’età 0-5 – hanno spiegato durante la presentazione – è “cresciuta con un ritmo notevolmente maggiore rispetto a tutte le altre, tenendo conto del progressivo calo delle nascite italiane e dell’aumento degli stranieri di seconda generazione”. Sempre secondo i dati presentati i minori stranieri non comunitari provengono per il 36% dall’Africa e per il 29% dagli altri paesi europei, di poco inferiore la quota dei minori provenienti dall’Asia, 28%.
I primi cinque paesi non comunitari per numero di presenze di minori sono il Marocco, l’Albania, la Cina, l’Egitto e l’India, che insieme rappresentano circa la metà dei minori stranieri regolarmente presenti. La maggioranza dei minori stranieri è concentrata nel Nord-Est mentre nel Centro Italia è la regione Lazio con Roma, insieme alla Toscana, ad avere la maggior concentrazione.
(Raffaele Iaria – Migrantes online)
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