Al via la decima edizione del concorso DiMMi-Diari Multimediali Migranti, promosso dall’Archivio Diaristico Nazionale con l’obiettivo di valorizzare le storie delle persone di origine o provenienza straniera che vivono o hanno vissuto in Italia e nella Repubblica di San Marino.
Ammessi racconti autobiografici inediti inviati entro il 31 marzo 2025: testi scritti, file audio, fotografie, e-mail, lettere, disegni, cartoline, video, realizzati in qualsiasi lingua, purché accompagnati da una traduzione che ne faciliti la comprensione.
Le opere vincitrici saranno annunciate durante il 41° Premio Pieve nel settembre 2025 e pubblicate entro l’anno successivo in un’antologia della collana DIMMI a cura dell’editore Terre di mezzo.
Verrà svelato sabato 21 dicembre il vincitore del terzo concorso letterario “Raccontare l’emigrazione veneta”, l’iniziativa organizzata dall’Associazione Bellunesi nel Mondo e dedicata a racconti inediti e originali, reali o di fantasia, in lingua italiana, aventi a tema l’emigrazione dal Veneto, storica e/o attuale.
Trentotto i partecipanti, provenienti dall’Italia e dall’estero. Tra questi, la giuria del concorso ha selezionato i dieci finalisti, che sabato conosceranno la graduatoria finale dei loro lavori, dal decimo al primo classificato.
Ai primi tre, un premio in denaro: 200 euro al terzo, 300 al secondo e 500 al primo. La cerimonia sarà anche l’occasione per presentare il libro (Bellunesi nel mondo edizioni) con la raccolta dei racconti finalisti. Due copie del volume saranno consegnate a ciascuno degli autori giunti in finale.
L’appuntamento è alle 10.30, presso la sede dell’Associazione Bellunesi nel Mondo (in via Cavour, 3 a Belluno).
L’evento, moderato da Patrizia Burigo, vicepresidente Abm e presidente del comitato di gestione della Biblioteca delle migrazioni “Dino Buzzati”, vedrà la partecipazione di Marcella Corrà, giornalista e presidente della giuria.
A conclusione della cerimonia, Manuela Gaio leggerà alcuni brani estratti dal racconto vincitore.
Di seguito l’elenco – in ordine alfabetico – dei finalisti:
– Alice Bettolo (Belluno), con il racconto Il baule;
– Viviana Biesuz (Cesiomaggiore), con il racconto I venti della mia vita;
– Emanuela Bossi (Cinisello Balsamo), con il racconto Incontri;
– Fabrizio Caberlon (Padova), con il racconto Il viaggio di Pina;
– Maria Teresa Colle (Santa Giustina), con il racconto Partenze e ritorni;
– Lidia Gianna De Villa (San Pietro di Cadore), con il racconto Le stampelle di mio padre;
– Maria Gomiero (Milano), con il racconto Via dalla luna, via da qui;
– Giovanni Larese (Belluno), con il racconto L’uomo nero;
– Lorenzo Mattozzi (Rotterdam, Paesi Bassi), con il racconto El parón de casa;
– Alessandro Roldo (Frontenenx, Francia), con il racconto La foto.
Nei primissimi anni del secondo dopoguerra, circa il dieci per cento della popolazione di Alano di Piave si spostò in Belgio, al seguito delle svariate decine di minatori che emigrarono per lavorare nelle miniere di carbone di quello che veniva chiamato il Paese nero.
Si trattò di un’emigrazione drammatica (basti pensare alla sorte subita da Mario Tessaro, morto con altre decine di compagni di lavoro in una tragedia accaduta nelle miniere di Seraing, nel 1953). Un’emigrazione che verrà rievocata e celebrata giovedì 12 dicembre alle 18:00 ad Alano, nella sala consiliare, durante una serata organizzata dalle associazioni locali, dal Comune e dall’Associazione Bellunesi nel Mondo.
Sarà l’occasione per ripercorrere, anche attraverso i diari di un minatore alanese, Espedito Prosdocimo, le tappe di quella emigrazione spesso drammatica.
Ma sarà anche un momento che consentirà di riflettere sulle conseguenze di quell’emigrazione che produsse migliaia di casi di silicosi.
Proprio ad Alano, alla fine degli anni Settanta, si tenne un grande convegno dedicato alle problematiche connesse a questa piaga che devastò per decenni la provincia di Belluno, e il basso Feltrino in maniera particolarmente significativa.
La serata ruoterà attorno alla presentazione del libro “I neri fantasmi di Marcinelle, storia (e storie) dell’emigrazione bellunese in Belgio”, scritto da Egidio Pasuch e pubblicato dall’Abm.
Interverrà l’autore, per decenni insegnante nelle scuole superiori del Bellunese e dell’Agordino e giornalista pubblicista.
Il lavoro degli immigrati in Italia vale l’8,8% del PIL, con picchi che superano il 16% nel settore dell’agricoltura e il 15% in quello delle costruzioni. L’impatto della loro attività fa segnare un saldo positivo nelle casse dello Stato, visto che gli introiti generati dal lavoro degli stranieri superano le spese pubbliche in termini di welfare.
È uno dei dati che emergono dal “Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione”, edizione 2024, curato dalla Fondazione Leone Moressa.
Contributo demografico Non solo in termini economici. Anche dal punto di vista demografico la presenza degli immigrati porta benefici al nostro Paese. Gli stranieri residenti nel 2023 erano 5,1 milioni, l’8,7% della popolazione totale.
La loro età media è più bassa rispetto a quella “autoctona” (35,7 anni contro 46,9). Inoltre, hanno tassi di natalità più elevati: 10,4 nati ogni mille abitanti e 1,9 morti, mentre tra gli italiani le cifre sono 6,3 nati e 13,1 morti per mille abitanti. Numeri che palesano come gli immigrati contribuiscano a contrastare l’inverno demografico che da tempo preoccupa l’Italia.
Lavoro Sul fronte del mercato del lavoro, il report della Fondazione segnala un ritorno ai livelli pre-Covid del tasso di occupazione degli stranieri, nel 2023 pari al 61,6%. Gli occupati sono 2,4 milioni (10,1% del totale) e producono 164,2 miliardi di Valore Aggiunto, dando un contributo al Prodotto interno lordo pari all’8,8%, con punte rispettivamente del 16,4% e del 15,1% in comparti come agricoltura e costruzioni.
Una presenza, quella degli stranieri nel mercato del lavoro nazionale, sempre più necessaria. Le previsioni Unioncamere – Excelsior stimano infatti che da qui al 2028 le imprese italiane avranno bisogno di circa 3 milioni di nuovi lavoratori, di cui il 21,3% del contingente (640 mila unità) arriverà dagli immigrati. Nelle regioni del Centro-Nord la percentuale di immigrati sul fabbisogno totale supera il 25%, fino a valori del 31% in Toscana e Trentino Alto Adige. In Veneto la previsione è al 26%.
Imprese Anche dal punto di vista dell’attività imprenditoriale gli stranieri sono in costante aumento. 776mila gli imprenditori immigrati nel 2023, il 10,4% del totale, con una crescita nell’ultimo decennio (2013-2023) del 27,3%, a fronte di una concomitante decrescita degli italiani (-6,4%).
L’incidenza più alta è al Centro-Nord e nei settori costruzioni, commercio e ristorazione. Tra i principali Paesi di provenienza degli imprenditori stranieri troviamo Romania, Cina, Marocco, Albania e Bangladesh.
Impatto fiscale. «Rimane alto – mette in luce la Fondazione Moressa – il differenziale di reddito pro-capite tra italiani e immigrati», con questi ultimi che mediamente guadagnano oltre 8mila euro annui in meno, conseguenza della struttura occupazionale.
Tra dipendenti e autonomi, nel 2023 gli immigrati hanno dichiarato redditi per 72,5 miliardi di euro e versato 10,1 miliardi di Irpef.
Confrontando le entrate per lo Stato (gettito fiscale e contributivo) con la spesa pubblica per i servizi di welfare, il rapporto evidenzia un saldo positivo per la componente immigrata pari a 1,2 miliardi di euro.
Le cifre elaborate dalla Fondazione Leone Moressa sui dati del Ministero dell’Economia e dell’Istat a proposito delle entrate e delle uscite dovute alla presenza straniera attestano infatti questa situazione: entrate (tra Irpef, Iva, tabacchi, lotterie, tasse auto, carburanti, canone TV, IMU, TASI, gas e energia, permessi di soggiorno e acquisizione di cittadinanza, IRAP, e contributi sociali): 38,9 miliardi di euro.
In Veneto e nel Bellunese Nella nostra regione, gli immigrati al 2023 erano 498.127, il 10,3% della popolazione residente. Gli occupati 263mila, con un contributo al PIL di 18,2 miliardi di euro, equivalente al 10,5% del totale.
In provincia di Belluno gli stranieri erano 12.199, pari al 6,2% della popolazione totale, il dato percentuale più basso di tutta la regione. È invece il secondo più alto a livello regionale il dato sul reddito medio degli stranieri, che nel Bellunese raggiunge 19.060 euro annui, dietro solo a Treviso (19.080).
Valore che fa di Belluno la provincia dove è minore il differenziale con il reddito medio degli italiani: 5.600 euro annui in meno, mentre a Verona e a Padova si raggiungono rispettivamente -9.670 e -9.480 euro.
Non particolarmente alta la quota di imprenditori stranieri nel nostro territorio provinciale, appena il 2,8% del contingente veneto. In termini assoluti sono 1.839 (l’8,6% sul totale di autonomi in provincia), a fronte di un dato globale regionale di 66.795 (10,1% di incidenza sul totale di imprenditori in Veneto).
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