Si è spento oggi, dopo una breve malattia, Luigino Olivier, figura di spicco della comunità di Longarone e protagonista instancabile del volontariato locale e internazionale. Nato il 20 marzo 1950, Olivier lascia un’eredità fatta di impegno sociale, umanità e dedizione.
Una carriera di servizio e volontariato
Luigino Olivier ha lavorato fino al 2007 presso Poste Italiane, ricoprendo ruoli di responsabilità come ispettore interno. Tuttavia, è nel volontariato che ha espresso al massimo la sua passione per la comunità. Negli anni ’70 è stato segretario della Società Pescatori Sportiva Fortogna-Longarone e, dal 1983 al 1986, segretario e presidente della Riserva Alpina di Caccia di Longarone.
Negli anni ’90 ha assunto il ruolo di capogruppo del Gruppo Alpini di Longarone, un incarico che ha svolto con dedizione. Attivo anche nel circolo ricreativo per anziani “Stella Alpina”, era socio dell’Associazione Bellunesi nel Mondo e promotore di iniziative umanitarie. Tra queste, si ricorda la raccolta fondi per un orfanotrofio a Urussanga, in Brasile, città gemellata con Longarone dal 1991.
Dal 2015 al 2018 è stato consigliere della Famiglia Emigranti di Longarone e dal 2016 presidente dell’Associazione Amici di Urussanga, incarico che ha ricoperto fino alla sua scomparsa.
Un protagonista della vita pubblica
Olivier ha avuto anche una lunga carriera politica e amministrativa, iniziata nel 1985 come consigliere comunale a Longarone. Ha ricoperto numerosi incarichi, tra cui assessore alla Protezione Civile, Sanità e Servizi Sociali, capogruppo consiliare a Castellavazzo, e rappresentante nella Comunità Montana Cadore Longaronese Zoldo.
Tra il 2009 e il 2014 è stato vice sindaco e presidente della squadra di Protezione Civile di Longarone, nonché presidente della locale casa di riposo per anziani. La sua attività è stata caratterizzata dall’organizzazione di eventi significativi, come il ventesimo anniversario del gemellaggio tra Longarone e Urussanga.
Il cordoglio di Oscar De Bona
Anche Oscar De Bona, presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, ha voluto ricordare Olivier con parole commosse: «È una notizia che mi rattrista molto, moltissimo. Luigino Olivier per me è stato uno dei 4-5 amici di una vita. Tanti sono, centinaia sono i momenti che ricordo di quando ci siamo conosciuti: si parla ormai di quasi 40 anni fa. La sua passione, la tenacia, la costanza, la convinzione che poteva raggiungere qualsiasi risultato, il suo amore per i parenti e per la comunità di origine longaronese emigrata 150 anni fa in Brasile, sono indelebili.
Non c’è stata iniziativa politica negli ultimi 40 anni a Longarone che non abbia visto protagonista Luigi Olivier. È stato un uomo che ha fatto di tutto per il bene della propria comunità, per realizzare i suoi progetti, sia a Longarone che in Brasile, soprattutto con Urussanga. Ricordo con affetto i messaggi che mi mandava, lui interista e io milanista, sempre pronti a scherzare con ironia e amicizia.
Caro Luigi, un abbraccio forte. Grazie per tutto quello che ci hai donato e per ciò che hai rappresentato. Grazie per l’amicizia e per la tua instancabile dedizione. Mi mancherai come un fratello».
Onorificenze e riconoscimenti
Luigino Olivier è stato insignito di prestigiosi titoli: Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana nel 2006 e Ufficiale al Merito nel 2014. Nel 2012 è stato nominato cittadino onorario di Urussanga e nel 2013 socio benemerito dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
Il cordoglio della comunità
L’Associazione Bellunesi nel Mondo e tutta la comunità longaronese piangono la scomparsa di un uomo che ha dedicato la sua vita al bene comune, sia nella sua Longarone che oltre i confini italiani.
Olivier lascia la moglie e due figli, che insieme alla comunità lo salutano con affetto e gratitudine per i profondi valori che ha saputo trasmettere.
Il MiM Belluno – Museo interattivo delle Migrazioni continua a distinguersi per inclusività e innovazione, aprendo le sue porte sempre più ampiamente a tutti. Da questo mese, il Museo è pienamente accessibile anche alle persone cieche o ipovedenti, grazie a un sistema di audioguide che propone due percorsi, uno di 30 e l’altro di 60 minuti. Questa iniziativa segna un altro passo importante verso l’abbattimento delle barriere sensoriali.
A commentare il traguardo è il presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona: «Dopo la versione del nostro Museo in LIS per i sordi, adesso abbiamo abbattuto un’altra barriera affinché il nostro MiM possa essere fruibile al maggior numero di visitatori. La storia della nostra emigrazione e il fenomeno migratorio attuale deve arrivare a tutti. Questo è uno degli obiettivi principali della nostra Associazione. Vale davvero una visita al MiM Belluno. Vi aspettiamo».
“Una guida per immagini” anche per i ciechi Oltre ai due percorsi per i non vedenti il MiM Belluno presenta una novità: “Una guida per immagini”. Questo strumento racconta le migrazioni attraverso il linguaggio visivo e, in un’ottica di completa accessibilità, è disponibile anche in versione audio per i ciechi o ipovedenti.
La guida, acquistabile con un’offerta libera a sostegno del Museo, accompagna i visitatori in un viaggio emozionante e coinvolgente. Come si legge nell’introduzione: «Un’immagine vale più di mille parole. Con la forza del loro impatto, le immagini possono condurre chi le guarda nell’analisi di un concetto, nell’approfondimento di un contesto, nell’esplorazione di un mondo distante e perfino irraggiungibile. Possono rappresentare un abile timoniere in una traversata nell’ignoto. Un rassicurante faro in un cammino attraverso l’oscurità. Possono rappresentare una guida. Ed è ciò che ci auguriamo con questo percorso alla scoperta delle migrazioni. Buon viaggio».
Un Museo per tutti Con queste iniziative, il MiM Belluno conferma il suo impegno a rendere la memoria storica e le riflessioni sul fenomeno migratorio accessibili a tutti. Dopo l’introduzione della versione in LIS per i sordi, l’apertura a ciechi e ipovedenti rappresenta un ulteriore traguardo verso la piena inclusività.
Il MiM Belluno non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza immersiva e trasformativa, dove ogni persona può comprendere e vivere le storie delle migrazioni, indipendentemente dalle proprie capacità sensoriali.
Venerdì 17 gennaio 2025, per la Giornata nazionale del Dialetto e delle lingue vocali promossa dalle Pro loco d’Italia, al Centro civico di Sospirolo, con inizio alle ore 20.45, sarà presentato al pubblico il film documentario biografico “I Belumat International raccontati da Giorgio Fornasier”. La serata è dedicata a Gianluigi Secco, più volte collaboratore della Pro Loco e presidente di giuria del Concorso letterario “Sospirolo tra leggende e misteri”.
Il documentario è stato prodotto dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova, insieme all’Isbrec.
La Pro Loco Monti del Sole con la collaborazione del Comune di Sospirolo patrocina questa operazione culturale offrendo la serata al pubblico con entrata libera fino ad esaurimento dei posti a sedere (non è prevista prenotazione). Partecipa all’organizzazione anche l’Associazione Bellunesi nel Mondo.
Il documentario verrà presentato dal prof. Mirco Melanco. Al termine della visione, ci sarà l’intervento degli studenti che lo hanno realizzato e un dibattito con Giorgio Fornasier, alcuni amici dei Belumat e i rappresentanti di istituzioni ed enti che organizzano l’evento.
Il documentario Sei studenti del Dams frequentanti il Laboratorio per la realizzazione di documentari hanno realizzato, in circa un anno e mezzo di lavoro complessivo, questo filmato frutto di una lunga ricerca che lega il duo musicale bellunese all’identità veneta in Patria e nel Mondo. Il tema centrale su cui si sviluppa la trama del film è la grandissima popolarità che i BELUMAT hanno in tante nazioni dove sono emigrati i veneti nel corso degli ultimi due secoli.
Il tema dell’emigrazione e del successo raggiunto dai Belumat anche all’estero, in quasi quattro decenni di attività, caratterizza la trama su cui si sviluppa questo film. Questa produzione ha molto coinvolto gli studenti che l’hanno realizzata, con lo scopo di mantenere in futuro memoria di tanta capacità artistica nel trasmettere la cultura e l’identità veneta al mondo intero.
Essendo, qualche hanno fa, scomparso Gianluigi (Gianni) Secco, autore dei testi delle canzoni, è toccato a Giorgio Fornasier, tenore e chitarrista, narrare la loro storia iniziata nel 1958. Il racconto spiega come I Belumat siano stati capaci di originare uno stile musicale e un linguaggio dialettale unico che è stato compreso e amato laddove si parla ‘talian, in Paesi come Argentina, Brasile, Messico, Canada, Arabia Saudita, per citarne alcuni di cui si parla nel filmato.
Il Laboratorio per la realizzazione di documentari del Dams dell’Università di Padova esiste fin dal 1991 e sono circa 1400 gli studenti che lo hanno frequentato, di cui circa 400 sono diventati professionisti nel mondo degli audiovisivi. Il responsabile scientifico del laboratorio è il Prof. Mirco Melanco.
In 33 anni di attività sono stati realizzati circa 300 tra documentari, videosaggi e videotesi. Gli studenti hanno potuto apprendere il mestiere del filmmaker in ogni sua fase (dal soggetto alla sceneggiatura, dal montaggio alla post produzione).
Numerosi sono stati i premi ricevuti ed elogi da parte di due Presidenti della Repubblica italiana come nel caso del filmato “Annarosa non muore. La Resistenza sulle Prealpi Bellunesi/Trevigiane 1943-1945)” con elogio scritto di Luigi Oscar Scalfaro o della “Montagna Infranta. La tragedia del Vajont nel cinquantennale (1963-2013)” con Medaglia di Rappresentanza per la prima visione da parte del Presidente Giorgio Napolitano. Questi due filmati sono visibili nel portale Youtube dell’Isbrec.
Scheda tecnica I BELUMAT INTERNATIONAL RACCONTATI DA GIORGIO FORNASIER Produzione: Dipartimento dei Beni Culturali Università di Padova – “Laboratorio per la realizzazione di documentari” DAMS – Responsabile Scientifico Prof. Mirco Melanco e Supporto tecnico e Coordinamento Laboratoriale Dott. Vanni Cremasco, Anno Accademico 2022/2023; Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea (Isbrec). Soggetto e Produzione: Mirco Melanco Ricerca e premontaggio: Samuele Grando, Maria Chiara Lavino, Antonio Minotti, Giada Tietto, Anna Pattis, Anna Ziggiotto Regia e montaggio: Samuele Grando e Maria Chiara Lavino Sceneggiatura: Samuele Grando, Maria Chiara Lavino, Antonio Minotti, Giada Tietto, Anna Ziggiotto Riprese: Samuele Grando e Mirco Melanco Aiuto regia: Antonio Minotti Coordinamento tecnico: Vanni Cremasco e Savino Cancellara Durata: 40 minuti circa – anno 2024
“La Grande Famiglia”, il podcast originale di Rai Play Sound creato da Cristiano Barducci, porta alla luce un capitolo straordinario della storia italiana: l’emigrazione degli anni ’50 raccontata attraverso un programma radiofonico per italoamericani. Il podcast, arricchito da un eccezionale archivio sonoro, esplora come la trasmissione radiofonica ideata a New York abbia connesso migliaia di famiglie separate dall’oceano.
Il podcast numero 5: “La voce di Bianca”
Nel quinto episodio, intitolato “La voce di Bianca”, Cristiano racconta una storia commovente e inaspettata che parla bellunese. Nel 1954, Linda Capraro, residente in New Jersey, spedisce dieci etichette di pelati per far registrare un messaggio ai suoi parenti di Castion, in Veneto. In questo viaggio tra passato e presente, Cristiano incontra uno storico locale che fa ascoltare la registrazione in paese. La sorpresa è grande quando una vicina riconosce molte voci familiari, tra cui quella della sorella Bianca, scomparsa da alcuni anni e bambina all’epoca della registrazione.
Il racconto si sposta poi verso il Cadore, dove Gianni, un’ex guida alpina, narra storie sull’emigrazione dalla montagna verso gli Stati Uniti, offrendo uno spaccato di vita e di speranze che attraversano generazioni.
La trasmissione originale: un ponte tra due mondi
Negli anni ’50, una radio di New York lancia “La Grande Famiglia”, un programma sponsorizzato da un’azienda di pomodoro. Il format, semplice ma geniale, prevedeva che in cambio di dieci etichette come prova d’acquisto un inviato registrasse le voci dei parenti in Italia. In un’epoca senza telefoni, il programma rappresentava per molti l’unico legame con la terra d’origine.
Un archivio sonoro unico
Nel 2022, Cristiano Barducci scopre un archivio di migliaia di dischi con le registrazioni della trasmissione, custoditi negli Stati Uniti. Questo tesoro diventa il punto di partenza per una ricerca che riannoda i fili di memorie personali e collettive, trasformandosi in un racconto universale sull’emigrazione e sull’identità.
Il commento di Oscar De Bona
Oscar De Bona, presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, ha elogiato il progetto, affermando: «Ringrazio Cristiano Barducci per questo progetto che porta alla memoria la storia dell’emigrazione italiana e, nel nostro caso, di quella bellunese. Invito tutti ad ascoltare questa serie disponibile in podcast e mi auguro che si possa ancora collaborare con Cristiano per altri progetti similari».
”La Grande Famiglia” è molto più di un podcast: è un viaggio emozionante nel tempo e nello spazio, che celebra i legami familiari e la resilienza di chi ha attraversato mari e continenti. Non perdere i nuovi episodi disponibili su Rai Play Sound a partire dal 13 gennaio 2025. Puoi ascoltare questa straordinaria serie al seguente link: La Grande Famiglia su Rai Play Sound.
Un viaggio mozzafiato attraverso novecento città del mondo. Sessantasei itinerari tra Indie e Asia, Egitto e Africa, Europa e Americhe per imbarcarsi con i grandi esploratori della Repubblica di Venezia e rivivere le loro epiche avventure. Un affresco dettagliato del passato, ricostruito attraverso diari di viaggio, relazioni, memorie e diari di bordo.
Sabato 18 gennaio, alle ore 16:00, presso la sala riunioni dell’Abm (Via Cavour 3 a Belluno), verrà proposto l’incontro con il prof. Davide Busato, storico e archeologo.
L’evento proporrà un’analisi dei viaggi compiuti dagli esploratori della Repubblica di Venezia tra il XV e il XVIII secolo, documentando oltre novecento città del mondo.
Basandosi su diari di viaggio, relazioni, memorie e diari di bordo, l’appuntamento offrirà una ricostruzione dettagliata delle rotte seguite e delle esperienze vissute in sessantasei distinti itinerari, suddivisi per macro-aree geografiche: Indie e Asia, Egitto e Africa, Europa e Americhe.
Tra le figure di rilievo che verranno presentate: Marco Polo, mercante veneziano e autore de “Il Milione”, per le sue esplorazioni in Cina e in Oriente. Alvise Ca’ da Mosto, primo navigatore a raggiungere le isole di Capo Verde. Vincenzo Coronelli, noto geografo e cartografo, autore di numerose opere sulle città europee. Antonio Pigafetta, viaggiatore vicentino che prese parte alla spedizione di Magellano e circumnavigò il globo.
L’ospite – Davide Busato, laureato in Storia e in Archeologia, docente di lettere, socio fondatore assieme all’archeologa Paola Sfameni di Arcomai Studio Associato.
Ha pubblicato numerosi saggi tra i quali Metamorfosi di un litorale. Origine e sviluppo dell’isola di Sant’Erasmo nella laguna di Venezia (Marsilio 2006), I serial Killer della Serenissima: assassini, sadici e stupratori della Repubblica di Venezia (Helvetia 2012), Venezia Criminale: delitti e misteri del ‘700 (Helvetia 2013), Laguna di sangue: cronaca nera veneziana di fine Ottocento (Helvetia 2016), Tonache di Sangue. Assassini, briganti e sicari del clero (Rusconi Libri 2018).
Nel 2018 inizia la collaborazione con Mediaset nel programma Sempre Verde con Daniela Sardella affiancandola nelle puntate di Venezia misteriosa, Roma criminale, Torino criminale e tra il 2020 e il 2021 registra le puntate su Venezia e Giacomo Casanova e Venezia e la Follia.
Nel 2021 inizia la collaborazione con l’Editore De Bastiani per il quale pubblica: Boia, sicari e Sbirri. I mestieri “neri” della Serenissima; Delitti in famiglia. Al tempo dei Dogi; Crimini a tavola. Racconti di cronaca nera nelle cucine della Serenissima.
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