Il Gran Ballo di San Valentino è pronto a tornare con il suo appuntamento annuale, una serata che unisce tradizione, musica e divertimento nel cuore dell’Agordino. Venerdì 14 febbraio 2025, la sala del Nof Filo’ di Cencenighe ospiterà una serata di balli e allegria a partire dalle 21:00. L’evento è organizzato dalla Famiglia Ex Emigranti dell’Agordino, che da anni rende questa serata un punto di riferimento per tutta la comunità.
Ad animare la serata, ci sarà la musica di “Oro Puro”, una band che sa come far scatenare il pubblico con ritmi coinvolgenti e brani dal sapore tradizionale. Un’occasione perfetta per divertirsi con amici, familiari e per trascorrere una serata unica nel suo genere.
Un evento imperdibile per tutti
L’ingresso all’evento è di 15 euro, con uno sconto speciale per i coscritti degli anni 2005, 1985, 1965 e 1945, che potranno partecipare alla serata con un biglietto ridotto. Il Gran Ballo di San Valentino è l’evento perfetto per chi desidera trascorrere una serata in compagnia, danzando sulle note di musica dal vivo, riscoprendo il fascino delle tradizioni locali e vivendo una festa che ogni anno richiama numerosi partecipanti.
Una serata di tradizione e socializzazione
Il ballo di San Valentino non è solo un evento di svago, ma un vero e proprio momento di aggregazione per la comunità dell’Agordino. In un’atmosfera accogliente e festosa, il Gran Ballo di San Valentino rappresenta l’occasione perfetta per riunirsi con amici e parenti, celebrare l’amore e l’amicizia, e condividere insieme una serata all’insegna della musica e della danza.
Non mancare all’appuntamento di venerdì 14 febbraio, una serata che renderà indimenticabile la tua festa di San Valentino. Prepara le scarpe da ballo e vieni a divertirti con noi a Cencenighe!
È trascorso un mese da quando è stato lanciato Bellunesinelmondo.info, la versione digitale della storica rivista dell’Associazione Bellunesi nel Mondo (Abm) nata nel 1966. Con oggi, il sito celebra un importante traguardo: il caricamento del suo articolo numero 1000, una cifra simbolica che segna l’inizio di un percorso di informazione sempre più ampio e internazionale.
In soli trenta giorni, Bellunesinelmondo.infoha raggiunto un pubblico globale: 59 Paesi nel mondo accedono al sito quotidianamente, un dato che dimostra l’interesse e la connessione dei bellunesi all’estero con le proprie radici. Tra i Paesi che registrano il maggior numero di lettori figurano gli Stati Uniti, seguiti da Irlanda, Brasile e Svizzera.
Un sito vicino alle comunità, dentro e fuori i confini
Il sito nasce con l’intento di rafforzare il legame tra i bellunesi che vivono all’estero e la propria terra d’origine, e a un mese dalla sua inaugurazione, questo obiettivo appare più che raggiunto. Oscar De Bona, presidente dell’Abm, ha dichiarato: «Con Bellunesinelmondo.info vogliamo essere ancora più vicini alle comunità di bellunesi residenti all’estero e tenerli aggiornati sull’evoluzione della nostra provincia e dei singoli comuni. Inoltre, abbiamo una sezione specifica per le comunità di bellunesi residenti all’estero, e quindi è un sito di interesse sia per chi è all’estero, ma anche per chi vive il territorio bellunese».
Il sito si distingue infatti per la sua bipolarità: da un lato, offre notizie e aggiornamenti sul territorio bellunese, con focus sui comuni e sull’evoluzione della provincia; dall’altro, mette in luce le storie di emigranti, in particolare i giovani bellunesi che vivono all’estero e rappresentano una nuova forma di emigrazione. Quest’ultimo aspetto è stato particolarmente apprezzato dai lettori, con le interviste ai giovani bellunesi all’estero che, in molti casi, sono diventate i contenuti più letti e condivisi nel primo mese di attività del sito.
Il successo degli articoli e delle interviste
Gli articoli che hanno riscosso maggiore interesse riguardano temi legati al territorio bellunese e alle testimonianze delle nuove generazioni. Le storie di giovani che, pur vivendo lontano dalla loro terra, mantengono un forte legame con la provincia, sono il cuore pulsante del sito. Bellunesinelmondo.info vuole essere un punto di riferimento per tutti coloro che, pur vivendo all’estero, desiderano rimanere aggiornati su ciò che accade a Belluno e nei suoi comuni, ma anche per chi è interessato a scoprire come i bellunesi nel mondo continuano a portare alto il nome della loro terra.
L’approfondimento sul territorio e le storie legate alle comunità bellunesi all’estero si confermano dunque come i temi più apprezzati e centrali del sito, che si propone come un importante canale di comunicazione per gli emigrati e i loro discendenti.
Un sito in crescita continua
Il sito Bellunesinelmondo.info è solo all’inizio di un lungo percorso. La qualità dei contenuti, la loro varietà e la capacità di rispondere alle esigenze di una comunità vasta e diversificata sono gli ingredienti che ne stanno decretando il successo. Le storie di chi ha deciso di partire, ma anche di chi ha deciso di rimanere, troveranno sempre più spazio, continuando ad alimentare una rete che non ha confini.
Il prossimo obiettivo per Bellunesinelmondo.info è consolidare il suo ruolo come punto di riferimento per tutti i bellunesi nel mondo, facendo crescere ulteriormente la sua visibilità e il numero di lettori in ogni angolo del pianeta.
Bellunesinelmondo.info non è solo un sito web, ma un ponte tra il passato e il futuro, tra chi è rimasto e chi è partito, tra le tradizioni bellunesi e il mondo che cambia. Un mese di attività che segna l’inizio di una nuova era per l’informazione digitale in provincia di Belluno promossa dall’Associazione Bellunesi nel Mondo.
Dal 2 febbraio al 2 marzo, Puos d’Alpago ospiterà una mostra dedicata ai “Gemellaggi e Patti di amicizia in provincia di Belluno”, un’esposizione che ripercorre le relazioni istituzionali e culturali intrecciate tra città bellunesi e altre comunità nel mondo.
La mostra presenta una ricca raccolta di materiale fotografico, documenti storici e testi esplicativi, che raccontano le iniziative realizzate nel tempo, le ragioni alla base di questi accordi e la loro evoluzione storica.
I materiali esposti, raccolti presso i Comuni della provincia di Belluno, offrono uno spaccato unico e significativo di questa importante rete di legami internazionali.
L’allestimento è corredato da un catalogo di approfondimento, curato e pubblicato da Bellunesi nel mondo Edizioni, che fornisce ulteriori dettagli sulle tematiche trattate.
L’evento è organizzato grazie alla collaborazione tra l’Associazione Bellunesi nel Mondo, il Comune di Alpago e la Famiglia Ex Emigranti dell’Alpago.
La mostra sarà allestita al Municipio di Puos (in piazza Papa Luciani, 7) e sarà visitabile nei seguenti orari: da lunedì al sabato dalle 9:00 alle 11:30; il lunedì, martedì e giovedì dalle 15: 00 alle 17:00.
Per ulteriori dettagli, clicca QUI per visualizzare la locandina.
Una storia di speranze, sacrifici e tragedie. È la storia dell’emigrazione bellunese verso il Belgio. A ricostruirla lo storico Egidio Pasuch, nel libro “I neri fantasmi di Marcinelle”, che sarà presentato domenica 2 febbraio 2025 alle 17:30 al Municipio di Puos d’Alpago (Via Papa Luciani 7).
L’opera ripercorre oltre un secolo di emigrazione, mettendo in luce le difficoltà, le aspirazioni e i drammi vissuti da migliaia di bellunesi.
Il Belgio, soprannominato un tempo il “Paese Nero” per le sue miniere di carbone, rappresentò una terra promessa per molti lavoratori italiani. Tuttavia, questo sogno di riscatto si trasformò spesso in un incubo, come dimostra la tragedia di Marcinelle: l’8 agosto 1956, un incendio nella miniera di Bois du Cazier provocò la morte di 262 minatori, tra cui 136 italiani.
Tra le vittime, il nome di Dino Della Vecchia, originario di Sedico, è ancora oggi simbolo del sacrificio e del dolore di un’intera comunità.
Nel libro, Pasuch esamina anche il ruolo della stampa locale, che inizialmente sostenne con entusiasmo l’emigrazione verso una realtà percepita come vicina per cultura e religione. Con il tempo, però, l’entusiasmo si spense, soprattutto di fronte alle prime vittime e all’aprirsi di nuove possibilità migratorie. Questi cambiamenti segnarono una riduzione progressiva dei flussi verso il Belgio.
Grazie a un’attenta ricerca e a toccanti testimonianze, l’autore restituisce un ritratto vivido e struggente di una delle pagine più significative e dolorose della storia sociale bellunese.
Cos’ha rappresentato per la società bellunese l’emigrazione verso il Belgio? In che periodo storico è cominciata davvero? Che natura e proporzioni ha assunto nel corso degli anni? Queste e molte altre domande trovano esaustive risposte nel libro di Egidio Pasuch “I neri fantasmi di Marcinelle”, che verrà presentato il 12 febbraio 2025 alle 17:00 presso il Centro A.M.O. di Lamon (Via Ferd 52).
Ponendo uno sguardo attento e riflessivo, l’autore ripercorre attraverso i molteplici racconti, le storie e le numerose esperienze individuali (spesso anche tragiche) un secolo di emigrazione verso quello che in passato era stato definito il “Paese Nero” e la “Terra di Caino”.
Una triste e drammatica pagina di emigrazione che ha coinvolto alcune migliaia di nostri concittadini, rappresentata dalla tragedia di Marcinelle (8 agosto 1956) che causò la morte di 262 minatori, di cui 136 italiani, tra i quali si ricorda ancora oggi il nome di Dino Della Vecchia, originario di Sedico.
Secondo quanto ricostruisce lo stesso Pasuch, la stampa locale inizialmente sostenne positivamente questa migrazione, dato che aveva come destinazione una realtà cattolica. Di fronte alle prime vittime e alla comparsa di nuove opportunità migratorie, l’entusiasmo si raffreddò.
Così come la corsa dei bellunesi verso il Belgio. Una meticolosa indagine che, attraverso storie toccanti e significative, ricostruisce un capitolo cruciale della storia sociale del Bellunese.
L’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati) ha organizzato giovedì 16 gennaio un incontro a Mestre per affrontare il tema cruciale della cittadinanza italiana per i discendenti di emigrati. L’evento, che ha visto la partecipazione del senatore Roberto Menia, del presidente dell’UNAIE Oscar De Bona e di numerosi rappresentanti delle associazioni italiane in emigrazione aderenti alla stessa UNAIE, ha messo al centro la necessità di una regolamentazione equa e inclusiva.
Tra i partecipanti, erano presenti Dario Locchi e Giorgio Perini della Giuliani nel Mondo, Bruno Brunetto, Sebastiano D’Angelo della Ragusani nel Mondo, Dario Olivier di Uniteis, Stefano Veronese della Vicentini nel Mondo, Vittorino Rodaro e Francesco Bocchetti della Trentini nel Mondo, e Franco Conte della Trevisani nel Mondo, insieme a molti altri rappresentanti delle comunità italiane all’estero.
Il presidente De Bona ha aperto i lavori sottolineando il ruolo fondamentale dell’UNAIE, che rappresenta venti associazioni storiche e oltre 40.000 soci. «Il nostro obiettivo è mantenere vivi i legami con l’Italia e garantire che la cittadinanza sia riconosciuta come un diritto culturale e identitario», ha affermato.
Tra gli interventi, Luigi Papais, vicepresidente dell’UNAIE, ha espresso una posizione netta su due punti controversi. «Siamo contrari all’aumento della tariffa a 600 euro per la richiesta di cittadinanza italiana. Questa misura penalizzerebbe duramente le comunità più fragili, come quelle degli italiani residenti in Argentina, già in difficoltà economica, creando di fatto cittadini di serie A e di serie B», ha dichiarato. Papais ha inoltre ribadito l’opposizione unanime dell’UNAIE all’introduzione di limiti generazionali per chi richiede la cittadinanza tramite iure sanguinis. «Porre un limite significherebbe negare a milioni di persone il diritto di riconoscersi nelle proprie radici», ha aggiunto.
Lo stesso De Bona ha rimarcato: «È quello che ci chiedono i nostri circoli all’estero e, in particolare, in Sud America».
Il senatore Roberto Menia ha accolto con attenzione le osservazioni e ha sottolineato la rilevanza del tema, dichiarando: «Ogni anno riceviamo circa 200.000 richieste di cittadinanza italiana, un numero enorme che supera di gran lunga le richieste affrontate da altri Paesi europei. Questo dimostra quanto sia forte il legame degli italiani all’estero con il nostro Paese, ma rende altrettanto urgente una normativa chiara, equa e sostenibile».
Durante l’incontro, Ilaria Del Bianco, presidente dei Lucchesi nel Mondo, ha proposto di istituire borse di studio per i giovani discendenti, mentre Nicola Stivala, di Gente Camuna, ha evidenziato che la cittadinanza rappresenta un legame emotivo e culturale, oltre che giuridico. Bruno Moretto, già presidente dei Veneziani nel Mondo, ha invece denunciato i rischi di abusi legati all’attuale mancanza di regole precise.
Menia ha ribadito il proprio impegno a lavorare su una normativa che tuteli la cittadinanza come diritto, ma che la colleghi anche a un dovere di conoscenza dei valori italiani. Tra le sue proposte figura l’introduzione di un esame di lingua italiana e misure per contrastare eventuali abusi. «La cittadinanza non è solo un documento: è un riconoscimento dell’identità e un impegno verso i valori culturali e storici dell’Italia», ha dichiarato.
Oscar De Bona ha chiuso l’incontro ringraziando il senatore per la disponibilità e annunciando un nuovo appuntamento con l’onorevole Porta: «Lavoreremo affinché la nuova normativa tenga conto delle esigenze delle comunità italiane all’estero e valorizzi il loro contributo alla promozione dell’italianità nel mondo».
Con oltre 200.000 richieste annuali, l’incontro ha ribadito la centralità della cittadinanza come ponte tra l’Italia e i suoi discendenti nel mondo, confermando il ruolo cruciale dell’UNAIE come interlocutore per una legislazione inclusiva e rispettosa delle radici culturali.
Da sinistra, in piedi, Vittorino Rodaro, Franco Conte, Ilaria Del Bianco, senatore Menia, Oscar De Bona. Seduti, da sinistra, Stefano Veronese e Luigi Papais
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