Storie…

“Diciassette morti”. Il podcast

“Diciassette morti”. Il podcast

Io e il Bonetti siamo entrati in galleria da Stabiascio poco prima di mezzanotte. Il Bonetti era venuto a chiamarmi dicendo che avevano telefonato da Locarno per dire che in tre non erano usciti da Robiei. Il Bonetti mi ha anche detto che gli era stato chiesto se avevamo delle maschere antigas. “Come mai?”, gli ho chiesto, ma non mi ha saputo rispondere. Insomma siamo entrati…

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Mia nonna balia

Non ho un ricordo visivo della mia nonna paterna Maria, ma ho un forte ricordo di lei racchiuso nel mio cuore. Non l’ho mai vista di persona, ma di lei ho sentito molto parlare, sempre sottovoce, il che me la rendeva un po’ misteriosa. Forse anche per questo sentivo di volerle bene.

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Colpo di fulmine

Mi chiamo Paola, sono nata a Guia di Valdobbiadene il 25 gennaio 1940. La mia storia di emigrazione è cominciata quando avevo 12 anni e sono dovuta andare a servizio in una casa a Pieve di Soligo. Mia madre era contenta, una bocca di meno da sfamare, e in più portavo a casa cinquemila lire al mese. Ma eravamo una grande famiglia.

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Giulia Dal Fabbro. Bellunese nel cuore delle istituzioni europee

Giulia Dal Fabbro. Bellunese nel cuore delle istituzioni europee

Se è vero che ogni lingua diversa è una diversa visione della vita, lo sguardo di Giulia Dal Fabbro ha l’ampiezza di un grandangolo. Sei gli idiomi che padroneggia, oltre ovviamente all’italiano. Un talento, quello per le lingue, sbocciato sui banchi del liceo “Renier” di Belluno, coltivato studiando in giro per il mondo e messo a frutto in una professione che l’ha portata nel cuore delle istituzioni europee.

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Come si impara ad apprezzare le cose

Sono di Tambre, ma nata a Rho di Milano nel 1940, perché i miei genitori erano anch’essi emigranti. Poi tornarono in Alpago e nel 1953 costruirono casa. Così si trovarono pieni di debiti e io a quindici anni dovetti andare a servizio per aiutare un po’ i miei, che si sacrificarono tanto.

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La valigia e il “corlet”

La valigia e il “corlet”

È l’ultimo figlio di questa famiglia di emigranti, Lorenzo, nato alla fine del 1959 da un contrattempo – come si dice in Francia – che racconta cosa ha sentito e vissuto di questa storia. La storia di una famiglia che ha lasciato l’Alpago per cercare altrove una vita migliore. Tutto ciò che è scritto è vero ma, come in ogni storia di emigrazione, la trasmissione orale dei fatti a volte si prende delle libertà sulla precisione delle date.

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Lino Rota. La memoria di Marcinelle

Lino Rota. La memoria di Marcinelle

Si dice che la storia sia maestra di vita, ma molte volte, purtroppo, la storia ha la memoria corta. O meglio, gli uomini che la fanno, hanno la memoria corta. Nel corso degli anni, dei secoli, sono state innumerevoli le stragi che hanno colpito l’umanità: a volte sono state provocate dalle guerre, altre volte da calamità naturali o dall’incuria dell’uomo.
Nella maggior parte dei casi questi eventi si ricordano negli anniversari, con interventi politici che talvolta sono semplicemente appuntamenti di routine in un mondo dominato dalla velocità e dall’interesse. Si tiene un breve discorso davanti ai monumenti che riportano sfilze di nomi e di date, si appoggia una corona di fiori e poi via al prossimo impegno.

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Le mille avventure di Antonio Nadalet

Le mille avventure di Antonio Nadalet

I racconti sulle vicissitudini dei nostri migranti hanno il potere di indurmi sentimenti contrastanti e sempre profondi. Da un lato la pena per queste persone, costrette ad abbandonare la casa e gli affetti, dall’altro l’ammirazione per il loro coraggio e la loro laboriosità, dimostrata e riconosciuta ovunque. Ascoltando queste storie di sacrificio e dignità provo una sorta di orgoglio per la mia “bellunesità”.

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Massimo Fornasier. Un matematico tra Austria, USA e Germania

Massimo Fornasier. Un matematico tra Austria, USA e Germania

Massimo Fornasier è indubbiamente uno che ha i numeri. E non solo perché con i numeri ci lavora. Professore di Analisi Applicata e Numerica presso la Technische Universität München a Monaco di Baviera dal 2010, nel 1999 si è laureato in Matematica all’Università di Padova, dove nel 2003 ha conseguito il Dottorato in Matematica Computazionale. Attualmente si occupa di matematica applicata al trattamento dei dati digitali e all’elaborazione dell’informazione, con studi sulle proprietà matematiche delle reti neurali artificiali per un ambito in costante sviluppo: l’intelligenza artificiale.

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Un bellunese ai confini dell’Asia

Un bellunese ai confini dell’Asia

Un viaggio intenso, ricco di emozioni e di incontri, un percorso straordinario di 24.441 chilometri descritto nel libro Ai confini dell’Asia. Avventure e incontri tra zar, sultani e maioliche (Ediciclo Editore, 2020). A compierlo Mario Cimarosti, nato a Puos d’Alpago, che qui racconta per Bellunesi nel Mondo la sua esperienza.

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Valise e Fadighe

Valise e Fadighe

Da parecchi anni coltivo la passione di ricostruire la storia della mia famiglia. Un interesse che mi ha condotto a raccogliere date, nomi, notizie e testimonianze anagrafiche che, per quanto riguarda il ramo paterno, riportano al 1600.
La vita da emigrante ha caratterizzato generazioni e generazioni dei miei avi, sia gli Scola che i Centeleghe. Famiglie intere andate a cercar fortuna in Francia, Belgio, Svizzera, America; qualcuno poi tornato, altri rimasti in quei Paesi a proseguire la storia loro e dei loro figli e nipoti, con una parte di cuore sempre al paese di origine.

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La zia Adele, una donna tranquilla che vedeva tutto con grande calma e fiducia

La zia Adele, una donna tranquilla che vedeva tutto con grande calma e fiducia

Adele Isotton, ottava figlia dell’ex combattente e sergente maggiore Giovanni Battista e di Donada Caterina, nacque a Mel il 27 settembre 1919, dieci mesi dopo la fine della Grande Guerra. Nel dicembre del 1934, all’età di quindici anni, lasciò il Castello di Zumelle e partì con la famiglia, composta da tredici persone. La loro destinazione era Borgo Hermada, l’azienda agraria più a sud dell’Agro Pontino Romano, dove al padre e ai fratelli venne assegnato il podere 1846 dall’O.N.C., l’Opera Nazionale Combattenti. Dieci mesi dopo, su richiesta del fratello maggiore Giacomo, alla famiglia venne concesso anche il podere 1843, nel quale Adele si trasferì assieme a Giacomo, capo famiglia e conduttore, e a Pietro, Mario e Marcello, il fratellino più piccolo, deceduto nel 1940, a soli sedici anni, per malattia. Adele aveva indole buona e da essa traeva incredibilmente la sua ragione di forza e di coraggio.

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Da Colmirano, la storia di Acio e Adele

Da Colmirano, la storia di Acio e Adele

Sisto Venanzio Curto, conosciuto da tutti come “Acio Pisaneti”, nacque ad Alano di Piave nel 1888. I migliori anni della sua gioventù furono sacrificati allo Stato, fra il servizio militare obbligatorio e la Grande Guerra, nella quale combatté come alpino e ardito.

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Premiato Rodolfo Vettorello

Premiato Rodolfo Vettorello

Il Premio Montale Fuori di Casa a un bellunese «per scelta sentimentale». Così si definisce il nostro affezionato lettore Rodolfo Vettorello, che bellunese lo è anche di sangue, come spiega lui stesso: «figlio di madre bellunese, con nonni bellunesi e casa di famiglia alle Gravazze di Santa Giustina».

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