L’Associazione Bellunesi nel Mondo fin da subito si è interessata all’ingiustizia subita in particolar modo dai gelatieri stagionali riferita alla questione delle targhe straniere. «Da sempre l’Abm – le parole del presidente Oscar De Bona – è a sostegno dei gelatieri. Quando nel 2018 è passato questo sciagurato decreto abbiamo supportato sia l’Uniteis (Unione Nazionale dei Gelatieri in Germania), sia il Comune di Val di Zoldo (realtà bellunese profondamente interessata a questa dinamica). Abbiamo sempre partecipato alle loro iniziative, sensibilizzando direttamente le cariche politiche, tecnici del settore e l’Unaie (Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati)».
«Finalmente – continua De Bona – dopo quasi tre anni di battaglie sembra che qualcosa si stia mettendo in atto. In primis a livello Europeo con la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e, in successione, a livello italiano, con un’azione diretta del Parlamento, anche grazie all’interessamento dell’onorevole Roger De Menech».
Il mondo del gelato artigianale bellunese perde una sua ambasciatrice. È venuta a mancare questa notte, all’età di 94 anni, Emilia Olivotto madre di Riccardo Simonetti, consigliere Abm e vice presidente della Famiglia Bellunese Nord Reno Westfalia – Germania.
Emilia, originaria di Termine di Cadore, sposò nel 1950 Dante Edoardo Simonetti, di Zoppé di Cadore. Il loro primo incontro avvenne in Belgio, ma la loro vita da gelatieri iniziò nel 1949 a Bellaria, Rimini, dove gestirono fino al 1958 la storica gelateria “Veneta”. Come tutti i gelatieri bellunesi successivamente presero in mano nuovamente le valigie per emigrare in Germania, nella Renania dove, nel 1960, aprirono la gelateria “Eis Café Simonetti”. Lo spirito imprenditoriale della famiglia Simonetti la portò ad aprire altre due gelaterie, sempre in Germania.
Emilia ebbe sette figli. Tutti “figli d’arte” dato che aprirono, a loro volta, individualmente delle gelaterie. La voglia di lavorare ad Emilia non è mai mancata e, oltre a badare alla famiglia, lavorò dietro al bancone fino ai settant’anni. L’arte del gelato è da sempre una passione. Passione che Emilia, assieme al marito Dante Edoardo, ha trasmesso ai suoi figli. Messo nel cassetto il “grembiule” Emilia è rientrata in Italia, per vivere serenamente nel capoluogo bellunese.
«Siamo vicini a Riccardo e a tutti i suoi fratelli – le parole del presidente Abm Oscar De Bona – perdere la mamma lascia un immenso vuoto, ma di certo la grande famiglia dell’Associazione Bellunesi nel Mondo vi sarà sempre vicini». Emilia ha raggiunto suo marito Dante Edoardo, che morì in giovane età nel 1977.
La storia del gelato e dei gelatieri è fortemente radicata nel Bellunese, in particolare in territorio zoldano e cadorino. Tanto che il Comune di Val di Zoldo, in collaborazione con la locale Famiglia Emigranti ed Ex Emigranti, ha deciso di realizzare un Museo del gelato e dei gelatieri. Ne parliamo in questa puntata di “Una Voce delle Dolomiti” con il sindaco Camillo De Pellegrin e con Claudia Cottica, Iolanda Da Deppo, Letizia Lonzi e Loris Serafini, membri del gruppo di lavoro che sta effettuando le ricerche propedeutiche all’allestimento museale.
La Germania rappresenta un importante mercato per il gelato artigianale, secondo in Europa solo all’Italia. Si rileva infatti la presenza di 3.362 gelaterie artigianali e 4.350 Eiscafè in buona parte gestiti da italiani, molti dei quali sono discendenti dei “pionieri” partiti dalle vallate bellunesi del Cadore e di Zoldo verso la fine del 1800, circostanza questa che ha creato i presupposti per la nascita della Mostra internazionale del gelato a Longarone.
Un ruolo di rilievo nel mondo del gelato artigianale tedesco continua a svolgerlo l’Uniteis, l’associazione dei gelatieri artigiani italiani in Germania che in questo periodo di difficoltà generate dal Covid-19 ha svolto una efficace azione sia di informazione agli associati sia di sensibilizzazione delle locali autorità, affinché le gelaterie potessero in qualche modo operare.
La situazione viene illustrata da Dario Olivier, presidente di Uniteis e componente il Consiglio di amministrazione di Longarone Fiere. «In Germania abbiamo subito il problema della limitazione delle attività commerciali circa due settimane dopo rispetto all’Italia e questo ci ha consentito di capire in anticipo quanto sarebbe potuto succedere anche in territorio tedesco. Qui il clima è tuttavia rimasto più rilassato, tanto che eravamo incerti sulla effettiva portata del problema e non sapevamo bene come comportarci per la sicurezza nostra e dei nostri clienti. Però, poi, anche in Germania, una dopo l’altra, le Regioni (Länder) hanno chiuso la normale attività commerciale, comprese le gelaterie. Nel dare le direttive agli associati è sorto un ulteriore problema dovuto al fatto che, essendo lo Stato tedesco federale, ogni Regione aveva modi di comportamento diversi; addirittura ogni Comune poteva deliberare direttive più restrittive. Comunque, passate le prime incertezze, abbiamo visto che sostanzialmente ogni Regione dava la possibilità di consegnare il gelato a domicilio, un servizio non proprio semplice per chi non era già attrezzato o legato ad un servizio esistente».
«Rispetto all’Italia – continua a spiegare Dario Olivier – in Germania quasi dappertutto c’è stata anche la possibilità di raccogliere le prenotazioni e consegnare il gelato direttamente in bottega, naturalmente assumendo tutte le precauzioni per evitare il contatto. Per questo servizio sono risultate molto utili anche le specifiche applicazioni disponibili sugli smartphone. Ma non sempre tutto è filato liscio. Verso fine marzo, ad esempio, la regione dell’Assia, avendo notato degli assembramenti davanti alle gelaterie, ha deciso di precludere qualsiasi possibilità di commercio e solo in questi giorni, anche a seguito degli appelli di Uniteis, le gelaterie hanno avuto la possibilità di riprendere l’attività d’asporto». «Per venire incontro ai problemi di liquidità causati dalla limitazione dell’attività – fa presente ancora Olivier – sono stati stanziati dallo Stato dei contributi economici a fondo perduto a seconda del numero di dipendenti e della Regione. I contributi a fondo perduto, ad esempio, sono stati di circa 9.000 euro una tantum per le aziende fino a 5 dipendenti e saranno comunque tassati assieme agli altri redditi. D’altro canto non c’è stata la possibilità di rinegoziare mutui e affitti, e nemmeno gli eventuali contratti di leasing. Problemi si stanno incontrando anche con le assicurazioni che non riconoscono l’interruzione di attività per coronavirus tra le cause di danno da risarcire previste dai contratti. Molti stanno valutando di ricorrere al tribunale, considerando l’atto di chiusura forzata per ordine autoritario. Nel frattempo per tante altre attività commerciali, al di sotto degli 800 metri quadrati, è stato possibile riaprire, sempre osservando le dovute prescrizioni».
«Va rilevato – conclude Olivier – che coloro i quali si sono organizzati per la consegna a domicilio, stanno pensando di mantenere il servizio anche quando si ritornerà alla normalità, dato il particolare apprezzamento riscontrato nei clienti. Un’ultima notizia che ci fa particolarmente piacere: lo Stato ha deciso di ridurre l’Iva per il servizio in sala dal 19 al 7% come per l’asporto. Anche questo è avvenuto per la pressione del gruppo alimentare ZDH (corrispondente alla Confartigianato in Italia) che oltre ai gelatieri rappresenta mugnai, panificatori, pasticcieri, macellai e piccoli produttori di birra».
Un momento della riapertura della gelateria di Cadice
Nel 1936 una coppia zoldana, Jole Mosena di Fornesighe e Arturo Campo di Campo, ha aperto una gelateria a Madrid. Lo stesso giorno è cominciata la guerra civile spagnola e sono dovuti ritornare in Italia. Quattro anni dopo, un’altra gelateria: “Salon Italianos”, questa volta a Cadice, sulla costa atlantica. Adesso la gelateria è gestita dal loro figlio Gianni, che mantiene l’abitudine zoldana di chiudere vari mesi d’inverno. Il 6 marzo scorso la gelateria è stata riaperta. e il giorno prima, per celebrare gli 80 anni di attività (1940-2020), Gianni e figli (Joaquin e Arturo) hanno offerto gratis mille “topolini” (il loro gelato più tipico e rinomato) alla popolazione della città. Era lunga la fila fuori della gelateria, con molta gente in attesa nella vicina piazza san Antonio. I due giornali locali, el Diario e La Voz, hanno dato spazio all’evento.
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.