Crescono le imprese condotte da immigrati. Secondo i dati di Unioncamere-InfoCamere aggiornati al 30 giugno 2023, le attività con titolari stranieri in Italia sono 657mila e sono aumentate del 10 per cento negli ultimi cinque anni. Nello stesso periodo, invece, le aziende a guida italiana hanno visto una flessione del 3 per cento.
Le imprese di stranieri tendono a concentrarsi in segmenti collegati alle nazionalità: «Il commercio soprattutto per i cittadini marocchini, le costruzioni per i titolari rumeni e manifattura e intrattenimento per i cinesi», sottolinea il report di Unioncamere-InfoCamere.
«L’Italia delle imprese – la riflessione del presidente dell’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, Andrea Prete – è sempre più multietnica e questo è un bene perché fare impresa aiuta a integrarsi e perché si pone un freno alla denatalità, fenomeno che coinvolge l’Italia e che non può alla lunga non ripercuotersi sul sistema imprenditoriale. Se la concorrenza è leale è la benvenuta e migliora il tessuto delle imprese».
COSTRUZIONI E SERVIZI
A fare da traino alle attività a guida straniera nel primo semestre 2023 sono stati i settori delle costruzioni e dei servizi – che insieme rappresentano il 44 per cento del totale -, insieme all’agricoltura. Lieve frenata per il commercio, che tuttavia «resta il settore più rappresentativo con oltre 261mila imprese».
LA MAPPA TERRITORIALE
Dal punto di vista territoriale, la quota prevalente di attività gestite da immigrati si concentra nel Nord Ovest, con in testa la Lombardia (31 per cento del totale). A livello provinciale, è Prato ad avere la maggiore concentrazione di imprese straniere, con un’incidenza pari al 33 per cento, seguita da Trieste (20 per cento) e Firenze (18 per cento). L’incidenza minore è invece a Barletta-Andria-Trani (2,5%).
MAROCCHINI, RUMENI, CINESI
Guardando alle imprese individuali e alle provenienze dei titolari, a primeggiare sono i cittadini di Marocco, Romania e Cina.
In particolare, sottolinea l’analisi di Unioncamere-InfoCamere, «gli imprenditori marocchini combinano una marcata presenza a una forte specializzazione territoriale, vantando la massima incidenza nelle province dello Stretto (Catanzaro, Reggio Calabria e Messina)».
La presenza rumena, invece, «risulta meno specializzata territorialmente, in quanto raggiunge la massima incidenza in province collocate in tre regioni diverse (Viterbo, Torino, Cremona)».
I titolari cinesi, infine, «mostrano un’elevata incidenza e concentrazione in Toscana (Prato con il primato assoluto del 70% e Firenze) ma anche nelle Marche (Fermo)».
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