Presentato a Roma il progetto “Le élite degli italiani all’estero. Percorsi di ricerca”

da | 11 Nov 2015

Tempo di lettura: 8 minuti

E’ stato presentato a Roma, presso il Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale dell’Università “La Sapienza”, il progetto “Le élite degli italiani all’estero. Percorsi di ricerca”. Un’iniziativa di ricerca rivolta a studenti delle Lauree Magistrali interessati a percorsi di tesi aventi come oggetto la formazione delle élite nelle comunità italiane all’estero. Il progetto è promosso dal Centro per la Riforma dello Stato (CRS), dall’Osservatorio Geopolitico sulle Elites Contemporanee (GeopEC),  dal Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale della Sapienza (Coris), insieme a un gruppo di parlamentari italiani eletti nella circoscrizione Estero. I Paesi di studio finora individuati sono: Australia, Germania, Belgio, Canada, Svizzera, Brasile/Argentina. Nel corso del dibattito si è parlato anche di altri paesi che vantano una storica presenza italiana come il Marocco l’Egitto e la Tunisia. Si prevede inoltre un premio di laurea finale ed eventuali contributi per soggiorni di studio nei paesi oggetto della ricerca.

La presentazione, coordinata dal direttore del GeopEC Rita Di Leo, è stata introdotta da Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale dell’Università “La Sapienza” di Roma, che ha evidenziato come nella società attuale lavorare per la costruzione di nuove istituzioni formative rappresenti un atto di fede nei confronti della formazione. “Quindi – ha proseguito Morcellini – siamo stati sfrontati ad inventare nuove istituzioni formative che hanno avuto una bella storia e speriamo che l’avranno ancora, mi dunque piace che nell’ambito di questa storia più grande ci sia anche l’iniziativa da tanti anni del GeopEC”. Per quanto riguarda il progetto “Le élite degli italiani all’estero. Percorsi di ricerca” Morcellini ha rilevato la necessità di non dare per scontato che l’emigrazione italiana nel mondo sia necessariamente legata a problemi di crisi economica e inadeguatezza del mercato del lavoro, ma abbia invece caratteristiche cognitive, culturali e universitarie, ovvero sia legata anche alla capacità di affermazione individuale.

Dopo aver ricordato la ricerca dello studioso veneziano Pietro Basso che ha demitizzato le componenti dell’emigrazione italiana all’estero, Morcellini ha evidenziato come la crisi del nostro paese vada di pari passo con la crisi delle classi dirigenti, una situazione che ha aperto la strada all’antipolitica e a un populismo che certamente non aiuterà i nostri giovani ad uscire dalla precarietà in cui si trovano. “Ci piace l’idea della élite degli italiani all’estero – ha concluso Morcellini – perché in qualche modo il nostro paese è sempre stato un faro di illuminazione culturale.. è infatti difficile negare che nella culla della civiltà del Mediterraneo sia nata una tradizione culturale sconvolgente la cui ricchezza qualche volta ci sfugge, basti pensare al pensiero occidentale, alla filosofia e alla democrazia, e quindi l’idea che possiamo essere ancora élite anche in un contesto complesso come quello di altri Paesi secondo me rappresenta un rilancio della nostra funzione di ambasciatori di cultura e democrazia nel mondo”.

Ha poi preso la parola il deputato del Pd Marco Fedi, eletto nella ripartizione Africa, Asia ,Oceania, Antartide, che ha ricordato come l’Università La Sapienza abbia dimostrato negli anni una particolare sensibilità sui temi degli italiani all’estero, ad esempio attraverso l’attivazione di un Master sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione in cui sono state approfondite anche le politiche di integrazione dei paesi di accoglienza della nostra emigrazione.

“Oggi – ha proseguito Fedi – ci stiamo occupando di un tema molto più legato ad aspetti politici e quindi è interessante che le comunità italiane nel mondo vengano utilizzate come uno specchio per capire anche in quei paesi come si sviluppano le élite culturali, politiche ed economiche ”. “Se riusciremo ad utilizzare le comunità italiane nei paesi che sono stati identificati dalla ricerca come uno specchio di una discussione molto più ampia che avviene in quelle nazioni, – ha continuato il deputato del Pd – credo che riusciremo realizzare due aspetti e cioè capire come la discussione sull’élite viene affrontata nella società civile e nel dibattito politico di quei paesi, allo stesso tempo comprenderemo come la comunità italiana stia evolvendo e come in questo contesto le nuove èlite si vengano a formare. Quest’ultima  – ha aggiunto Fedi – è una questione molto interessante che anche noi eletti all’estero ci poniamo costantemente. Il problema è che i flussi emigratori di oggi, formati da una mobilità professionale e lavorativa molto dinamica, non sono facili da intercettare, soprattutto per quanto riguarda la comprensione dei loro bisogni e delle loro aspirazioni. Tutto questo crea difficoltà per le eventuali risposte a livello politico che oggi devono essere molto più diversificate rispetto al passato”.

Per quanto poi riguarda l’individuazione dei paesi di interesse per il progetto universitario Fedi ha ricordato come nel mondo vi siano nazioni con nostre comunità consolidate che nel corso della storia dell’emigrazione hanno trovato condizioni favorevoli per i processi di integrazione e quindi per quanto concerne l’aspetto demografico e la costruzione di percorsi atti alla formazione dell’élite a livello accademico, culturale, formativo e politico. Grandi paesi di accoglienza, dunque , i cui si può trovare maggiore materiale di studio ed è più facile trarre degli elementi di comparazione fra la società italiana e quella locale. Fedi, dopo aver segnalato l’importanza anche numerica della comunità italiana presente in Sud Africa, ha infine ricordato come nel mondo accanto alla collettività italiana vi sia una vasta comunità di italofoni. Uomini e donne che hanno mantenuto un forte legame culturale, economico e politico con l’Italia,  ma che hanno perduto la cittadinanza italiana prima dell’entrata in vigore della legge del 1992. Italofoni che concorrono alla formazione dell’élite dei nuovi paesi di residenza e della stessa comunità italiana in loco.

A seguire l’intervento di Rita di Leo, direttore del GeopEC e coordinatrice dell’incontro, che ha evidenziato la necessità di capire come gli italiani all’estero siano stati in grado di produrre nei paesi di residenza anche delle élite. Per Rita di Leo vi è dunque l’esigenza di vedere, facendo compiere un salto di qualità anche all’Osservatorio Geopolitico, come i nostri connazionali nel mondo, che hanno lasciato l’Italia con la valigia di cartone, siano poi cresciuti fino a diventare classe dirigente. Un cammino verso il successo, quello degli italiani all’estero, che per la di Leo gli studenti universitari che aderiscono al progetto dovrebbero seguire privilegiando l’analisi delle situazioni storiche più importanti, ovvero i grandi paesi di accoglienza come la Germania, il Belgio l’Australia e i paesi dell’America latina.

E’ stata poi la volta di Claudia Zaccai, dell’Università “La Sapienza” di Roma,  che ha sottolineato come con questo progetto si stia aprendo una nuova e interessante pista di ricerca sul tema dell’emigrazione italiana, attraverso la comprensione del protagonismo che hanno acquisito all’estero queste persone dal punto di vista individuale e per quanto riguarda la più ampia dimensione delle nostre comunità che da diverse generazione vivono e lavorano in paesi stranieri. La Zaccai ha inoltre segnalato come nel 2014 il numero dei cittadini che ha scelto di lasciare l’Italia, 155.000 persone, abbia superato il numero degli stranieri in ingresso in Italia (92.000). Una nuova emigrazione italiana che mantiene un protagonismo e un interesse molto attivo nei confronti del paese d’origine. La Zaccai ha poi ricordato sia il prezioso contributo promozionale dato dalle nostre comunità all’estero al varo nel 1986 della prima legge italiana sui cittadini stranieri che lavoravano nel nostro Paese, sia l’interessante presenza nella sponda sud del Mediterraneo di comunità italiane, ad esempio in Egitto, Tunisia e Marocco, di antica e storica tradizione che per lungo tempo sono state parte integrante delle società del tempo.

Da segnalare infine le parole di Marco Cilento, dell’Università La Sapienza di Roma, che ha spiegato come questo nuovo percorso formativo, che alla stregua dei seminari dello scorso anno sulla comparazione delle politiche di integrazione di  vari paesi si avvarrà della collaborazione di alcuni parlamentari eletti all’estero, si prefigga di mettere insieme varie competenze al fine di individuare un modello di analisi aperto ai percorsi che saranno poi finalizzati alle tesi di laurea magistrali degli studenti interessati. Un modello di analisi che per Cilento arricchirà la matrice di studio dell’élite, che finora è stata propria del GeopEC, in primo luogo dal punto di vista politologico,verificando la differenza di permeabilità dei sistemi politici che saranno oggetto di studio, di tipo anglosassone o di tipo europeo, nei confronti delle comunità italiane che vivono in questi contesti.

“Studiare il ruolo dell’élite all’interno di questi sistemi , – ha precisato Cilento – significa confrontare la funzionalità dei diversi sistemi politici e anche studiare la composizione delle comunità italiane all’estero dal punto di vista delle competenze professionali, della  fascia di età, dell’aspetto di genere e delle regioni di provenienza. … In questo caso – ha aggiunto – dovremmo inoltre analizzare l’élite da un punto di vista ‘reputazionale’ cioè facendo riferimento a quelli che sono i cosiddetti soggetti informati all’interno di queste collettività che potranno indicare quali sono i ruoli di élite all’interno delle stesse comunità. Questo faciliterebbe il tipo di analisi che è necessario fare per sviluppare queste ricerche”.

Per quanto poi riguarda gli aspetti pratici del progetto Cilento ha spiegato che a breve termine verrà avviato un bando per chiamata su tesi di laurea e verranno indicati i requisiti per fare una prima selezione degli studenti di laurea magistrale che vorranno accedere questo a percorso. Dopo aver ricordato il coinvolgimento nel progetto dei parlamentari della circoscrizione Estero in qualità di tutor e anche di relatori aggiunti presenti alla discussione delle tesi che dovrebbe avvenire entro gennaio 2007, Cilento  ha ipotizzato un allargamento dello studio anche ad altri paesi come il Marocco, l’Albania e la Tunisia dove vi sono importanti comunità italiane.

Fonte Goffredo Morgia-Inform

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