Comuni in “tilt” per le richieste di cittadinanza iure sanguinis. De Bona, presidente UNAIE « Suggeriamo di inserire delle modifiche di legge in cui si renda obbligatorio un esame di conoscenza della lingua e cultura italiana»

da | 29 Gen 2024 | 0 commenti

Tempo di lettura: 3 minuti

Sono almeno una dozzina i Comuni del Bellunese sommersi dalle pratiche per la richiesta di cittadinanza iure sanguinis e che hanno segnalato come la situazione stia mettendo gli uffici anagrafe e stato civile in grossa difficoltà. Ci sono fascicoli a Borgo Valbelluna, Sospirolo, Limana, Soverzene, ma anche a Lozzo, Voltago, Alleghe, Agordo, Rocca Pietore, Canale d’Agordo, Tambre, Fonzaso.
«Una situazione ben a conoscenza di UNAIE – Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati – le parole del presidente, Oscar De Bona – ed è comprensibile la condizione di disagio e di difficoltà che stanno attraversando non solo i Comuni Bellunesi, ma dell’intera Italia. Un contesto anche, e soprattutto, generato dal comportamento di alcuni personaggi, che si vantano di arrivare negli uffici comunali con decine di pratiche sottobraccio. A tal proposito avevamo presentato due anni, al sottosegretario degli Italiani all’estero, on. Della Vedova, 14 punti che ben focalizzavano il problema, proponendo anche soluzioni dirette e concrete. Gli stessi punti sono stati illustrati all’attuale Sottosegretario on. Silli, in un incontro di Unaie del mese di marzo 2023. Stessa proposta inviata anche all’Anci nazionale e messa in primo piano, dal sottoscritto, in occasione dell’insediamento del CGIE nel mese di giugno dell’anno scorso».

E proprio in occasione del suo intervento al CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’estero – il presidente De Bona aveva suggerito «di inserire delle modifiche di legge per la richiesta di cittadinanza italiana tramite iure sanguinis, come fatto per esempio dalla Germania e dall’Austria, in cui si renda obbligatorio un esame di conoscenza della lingua e cultura italiana». «Sono convinto che se questo suggerimento fosse accolto e si andasse quindi a modificare l’attuale percorso per ottenere la cittadinanza da parte dei nostri discendenti – conclude De Bona – di certo si eliminerebbero i “faccendieri” dalle loro losche attività e si premierebbero quei, veri, discendenti italiani che amano il nostro Paese, che vogliono riscoprirlo e che hanno il desiderio di viverlo trasferendosi assieme alla famiglia. Queste persone la lingua e la storia della nostra bella Italia ce l’hanno nel sangue. A tale proposta Unaie si è espressa all’unanimità attraverso i suoi 2500 circoli presenti nel mondo. Suggerisco ai Comuni italiani di valutare concretamente le nostre proposte e di integrarle per portarle assieme all’attenzione del Governo. Il nostro associazionismo ha sempre perseguito la via del confronto e quindi invito i Sindaci a fare gioco di squadra, noi di Unaie ci siamo».

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