Il Premio maestri gelatieri 2019 alla Famiglia Pomposi di Firenze

Come annunciato giovedì scorso in Sala Stampa Estera a Roma, il 24. premio internazionale “Mastri gelatieri”, che Longarone Fiere Dolomiti attribuisce ogni anno per segnalare al mondo del gelato artigianale personaggi o famiglie che abbiano dato un apporto concreto alla promozione e alla valorizzazione del gelato artigianale, dando prova di indubbie capacità imprenditoriali ed elevate qualità professionali, è stato assegnato per l’edizione 2019 alla storica Famiglia Pomposi di Firenze (ITALIA). La consegna del premio avverrà domenica 1° dicembre (ore 11.00, Centro Congressi) nel corso della cerimonia inaugurale della 60. MIG – Mostra Internazionale del Gelato Artigianale.

Lo scorso anno ad aggiudicarsi il premio erano stati il gelatiere portoghese Manuel Dias Cruel di Lisbona e la storica Famiglia De Pellegrin, oriunda della Val di Zoldo – BL – che dal 1907 ha girato da Treviso a Pola, dalla Croazia alla Germania per approdare dal 1967 a Lignano.

La storia di gelateria della famiglia Pomposi inizia con Orazio, quando venne a Firenze nel 1959, rilevando un caffè nel centro storico della città, in via dei Calzaiuoli, con l’intento di iniziare a produrre gelati. Nel 1961 avvia la produzione dei suoi primi gelati, ma nel 1966 l’alluvione si porta via tutto. Con molti sacrifici riuscì a far ripartire l’attività da poco creata. Dopo pochi anni era diventato un gelatiere di riferimento nella città e anche in Italia, dedicando la sua vita a proteggere e a diffondere la tradizione e l’artigianalità del prodotto. Nel 1993, insieme ai figli Patrizio e Paolo, rileva la storica gelateria Badiani (1932). Nel 2015 Paolo vince a Londra il Gelato Festival e l’anno seguente apre un punto vendita nella capitale inglese all’interno di Mercato Metropolitano, col quale nascerà una partnership strategica. La platea inglese accoglie con grande interesse il prodotto e il brand: la voce inizia a spargersi e ben presto un solo negozio non basta più per soddisfare la domanda. Nel 2016 Niccolò, figlio di Paolo, inizia a seguire le orme del padre, e la tradizione di famiglia, venendo diretto e formato fino a raggiungere autonomia professionale, gestionale e direttiva. Sarà di fatto poi lui stesso a gestire la produzione nei negozi di Londra e a coordinarne le nuove aperture a partire dal luglio 2018.

Ed è così che arriviamo ad oggi, dove la famiglia Pomposi conta quattro gelaterie a marchio Badiani sul suolo londinese, 2 in partnership con Mercato Metropolitano e 2 sulla falsa riga della tradizione di Badiani in viale dei Mille a Firenze.

 

254. Visita pastorale del vescovo della diocesi Belluno – Feltre alle comunità di gelatieri bellunesi presenti in Germania

Il vescovo davanti alla gelateria Alpago. Le tradizioni – si sa – è bene mantenerle, almeno quelle sane. Tuttavia più che una consuetudine ormai stanca e consumata, si è trattato veramente di una felice esperienza la visita del Vescovo Renato alla Famiglia dei Bellunesi presenti nella regione tedesca del Reno-Vestfalia avvenuta nei recentissimi giorni del 22-25 di settembre. È certamente stato un avvenimento “tradizionale” dato che ormai da decenni questo viaggio pastorale ha coinvolto ogni vescovo che si è succeduto alla guida della nostra Chiesa diocesana, ma assolutamente inedito e fresco è stato il gusto dell’incontro, della conoscenza reciproca, della scoperta di un contesto nuovo, a maggior ragione fuori dai confini d’Italia. Il gusto… è un termine non certo inappropriato: ormai da generazioni i nostri connazionali – sarebbe meglio dire “compaesani” – danno lustro alla Provincia dalla quale provengono attraverso la loro professionalità artigianale e imprenditoriale, proprio col gusto, davvero speciale, del gelato da loro prodotto.E’ allora giusto e – perché no? – “gustoso”, dare conto di questa visita attraverso una piccola cronaca che non vuole esaurire tutto ciò che avvenuto nei minimi dettagli – aspetto che renderebbe il testo alquante tedioso – ma dare conto della varia ricchezza degli incontri e delle cose viste in solo tre ma – come si potrà intendere – piuttosto intense giornate.Frutto di un caloroso invito fatto ormai da due anni ma realizzatosi solo ora, questo “viaggio pastorale” è partito da Colonia, celebre capoluogo culturale ed economico della Renania, la sera di domenica scorsa. A seguito del pernottamento nella vicina Bergischgladbach, la visita del duomo ha inaugurato la giornata: capolavoro del gotico tedesco, l’imponente e celebre costruzione – cantiere durato ben seicento anni e tuttora in corso – è stata illustrata da don Giovanni, prete friulano della locale Missione cattolica di Germania insieme al Stefano Da Rin Zanco, “nostro” seminarista del Cammino Neocatecumenale, studente a Bonn. Il feltrino Adriano Maccagnan di Arina ha poi accolto con calorosa accoglienza nella sua gelateria in centro l’intera comitiva che ha poi pranzato in periferia, nel popoloso centro di Möheim am Rhein, da un bellunese: Walter D’Incà, originario di Levego. Si è successivamente proceduto a Nord visitando nel pomeriggio lo zoldano Fausto Santin a Xanten, caratteristica cittadina, ultimo avamposto dell’Impero romano e scrigno di un inaspettatamente celebre duomo; la famiglia Bortoluzzi di Tambre nella vicina Weeze e, nel distretto urbano di Rheinhausen, un altro cittadino dell’Alpago, Romeo Saviane di Spert con i suoi familiari. La mattina successiva è stata riempita interamente dalla visita ad Aquisigrana (Aachen): situata nel cuore dell’Europa, questo importante centro, scelto da Carlo Magno come capitale del suo impero, è caratterizzata dalla presenza di molti monumenti tra cui spicca la famosa Cappella Palatina, unico mirabile esempio di arte bizantina a Settentrione delle Alpi, visitata dal Vescovo e dai gelatieri in compagnia di Franco Da Pian, proveniente da Alleghe e attivo ormai da anni in città. In questo lembo di Germania, posto all’intersezione di quattro nazioni, è stato semplice sconfinare nel vicino Belgio, ad Eupen, per far visita ad un altro gelatiere zoldano, Egidio Panciera. Il ritorno verso Colonia – come si è capito i mezzi per affrontare piuttosto velocemente le affollate autostrade tedesche non mancavano – è stato segnato dalla visita a Giuliana Della Lastra che con suo figlio Luca da Farra d’Alpago lavorano a Merkstein Herzogenrath e ad Alan Rumach, giovane discendente dei Scardanella di Fusine di Zoldo Alto, stabilito nella vicina Kerpen, per la cronaca città natale di M. Schumacher. La piovosa serata all’ombra delle guglie gotiche della cattedrale di Colonia è stata allietata dal ritrovo alla Früh kölsch, storica e affollatissima birreria della città, con Dario Olivier, presidente dell’Unione nazionale gelatieri italiani (UNITEIS). La visita del Vescovo, che finora – a dirla tutta – non sembra aver avuto momenti prettamente “ufficiali”, è in qualche modo culminata con la celebrazione della s. Messa presso il santuario di Maria Laach, abbazia posta sulle rive della Mosella, nella Renania-Palatinato: i vissuti, l’esperienza, le fatiche e le soddisfazioni del “pane quotidiano” raccolte col lavoro e testimoniate dalla calorosa accoglienza ricevuta non sono certo un altro cosa rispetto a ciò che, insieme al ricordo di chi non c’è più con noi, sono diventati preghiera e rendimento di grazie, in un contesto significativo di spiritualità, di cultura e di arte romanica. Ormai verso la fine della visita, scendendo le anse della Mosella, un’ultima sosta a Cochem presso la famiglia zoppedina di Fausto Bortolot che, con i figli Stefano e Dario, hanno accolto il gruppo in modo squisito e preceduto il ritorno in aereo da Francoforte… offrendo ancora una volta – con, in più, il gusto dell’amicizia accumulata- davvero un buon gelato. 

Gelato artigianale spettacolare a 3244 m, il più alto d’Europa

Gusti spettacolari domani sulla Tofana di Mezzo. All’opera i Gelatieri della MIG e gli Accademici Italiani Gelatieri Artigiani che porteranno sulla terza cima più alta delle Dolomiti il Cioccolato, premio Gambero Rosso 2018 quale cioccolato migliore d’Italia, il Gelato delle Dolomiti, uno zabaione arricchito con i frutti di bosco, ideato dai Maestri delle Gelaterie del Territorio e presentato alla scorsa edizione della Mostra Internazionale del Gelato di Longarone. E ancora il Gelato Tiramisù, gusto 2019 designato da Artglace per la Giornata Europea del Gelato Artigianale, Contaminazioni Stellate con il gelato alla pesca, vaniglia e Martini Rosso. Non mancheranno anche i gusti più classici, come la nocciola, il pistacchio, la stracciatella e la crema variegata all’amarena.

La cima è raggiungibile comodamente con la Funivia Freccia nel Cielo: attualmente per lavori di ristrutturazione in vista dei Mondiali di Cortina 2021 e le Olimpiadi Milano Cortina 2026 il primo pezzo di funivia è sostituito da un autobus che da Piazza Roma, passando per la stazione porta fino a Piè Tofana dove una navetta porta alla partenza del secondo troncone a Col Druscié (1778m) da dove si potrà prendere la funivia che porta fino alla cima a 3244 m, o tramite la spettacolare via ferrata Punta Anna e G. Aglio in compagnia delle Guide Alpine di Cortina.

Longarone Fiere Dolomiti, in collaborazione con Associazione Albergatori Cortina e Tofana – Freccia nel Cielo e con il contributo di Lattebusche, Vanzin Selezioni, Toschi Vignola.

107. Targhe straniere e gelatieri. Ancora silenzio da parte del Governo

Roger De MenechLa situazione che stanno vivendo migliaia di gelatieri, imprenditori e studenti bellunesi non è di interesse primario per il Governo italiano. Così sembra dalla dichiarazione del parlamentare bellunese Roger De Menech, che riportiamo di seguito: «La risposta che il governo ha fornito attraverso il sottosegretario Jacopo Morrone è a dir poco imbarazzante. Salvini fa di ogni erba un fascio e tratta i lavoratori transfrontalieri, gli emigranti e gli studenti all’estero come evasori fiscali. Per le migliaia di famiglie bellunesi con un’attività in Europa il problema rimane, ma non rinunciamo a una battaglia di giustizia». Il deputato bellunese Roger De Menech riporta il dibattito in aula sulla richiesta del Partito democratico fatta al governo di affrontare il problema dei cittadini italiani che, per lavoro, di studio o familiari e personali, circolano in Italia con auto aventi targhe straniere. Per i bellunesi – che a migliaia nei decenni scorsi hanno avviato imprese in Germania, Austria, Svizzera e Slovenia, che sono emigrati nelle miniere di Belgio e Francia, che studiano fuori dall’Italia in cerca di opportunità migliori rispetto a quelle che riesce a fornire questo Paese – «è una beffa», accusa De Menech. «Non solo hanno dovuto lasciare la propria terra, ma per Salvini e compagnia hanno la colpa di mantenere un legame forte con il Paese di origine, attraverso la cittadinanza».«Di fronte a un quesito specifico in cui si chiedeva se e quali iniziative specifiche il governo volesse adottare, il sottosegretario si è limitato a leggere testualmente la norma. È evidente che il governo non ha alcuna intenzione di affrontare il problema che riguarda quasi seimila lavoratori frontalieri che hanno rapporti con San Marino e altre migliaia di persone residenti nelle province di confine».«Siamo tutti d’accordo di voler contrastare l’elusione da parte di chi cerca di non pagare le tasse in Italia», puntualizza il deputato, «ma qui stiamo parlando di cittadini, studenti, lavoratori dipendenti e imprenditori, che subiscono multe da 700 a 2.800 euro col rischio di sequestro del veicolo perché guidano un’auto aziendale, perché magari hanno attività all’esterno o vi si trovano momentaneamente per ragioni di studio. Oppure perché fanno parte di famiglie composta da cittadini italiani e stranieri. È giusto che queste persone vengano trattate come delinquenti? Io pensiamo di no, ma evidente il sottosegretario Morrone e il ministro Salvini, che nelle scorse settimane aveva già fatto capire non voler intervenire sul punto, la pensano diversamente».

79. Targhe straniere e gelatieri. L’ABM si è attivata, la politica no

Il Decreto sicurezza approvato dal Governo “giallo-verde” nel mese di novembre ha messo in serie difficoltà la categoria dei gelatieri, colpiti per avere delle auto con targa tedesca e la residenza in Italia. Fin da subito l’Associazione Bellunesi nel Mondo, in collaborazione con l’Uniteis e l’Unaie, si era attivata per trovare una soluzione in merito.

«Soluzione che era stata trovata in breve tempo», sono le parole del presidente Abm Oscar De Bona, «grazie al supporto di una nostra valida collaboratrice e degli avvocati dell’Uniteis».

«Ovviamente», continua De Bona, «la politica doveva prendere in mano la situazione e accogliere la soluzione da noi proposta».

Purtroppo da quanto si legge dal comuncato stampa dell’on. Roger De Menech, bellunese, sembra che il ministro Salvini abbia chiuso le porte a qualsiasi modifica del Decreto. Scrive De Menech: «Il governo non ha alcuna intenzione di risolvere il problema delle auto immatricolate nei paesi europei da parte di cittadini italiani che lavorano all’estero. Lo ha ammesso candidamente il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rispondendo martedì 13 marzo a un’interrogazione durante il ‘question time’ alla Camera.Il decreto sicurezza, ha spiegato il ministro, è stato pensato per arginare l’evasione fiscale sulle tasse automobilistiche da parte di chi nasconde all’estero parte del proprio patrimonio, come appunto l’automobile. Di fatto il governo si blocca la strada per qualsiasi soluzione che venga incontro ai lavoratori e agli emigranti. Probabilmente a Salvini, che fa politica da quando aveva 20 anni, non può essere venuto in mente che ci sono migliaia di persone che costruiscono con fatica il proprio reddito e il proprio benessere con lavori stagionali e per i quali il mantenimento della residenza in Italia costituisce un legame con i propri affetti e con la propria identità».

Sono ormai passati quattro mesi dall’inizio dei sequestri delle auto dei gelatieri bellunesi, e non solo. «Adesso i nostri gelatieri sono impegnati all’estero», conclude De Bona, «Ma se questo è il messaggio della politica italiana credo proprio che molti di loro non rientreranno e di conseguenza ci saranno meno investimenti nel nostro territorio. Un Paese, l’Italia, che invece ha davvero bisogno del sostegno dei nostri emigranti».

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