Lattebusche. “Mestieri, usi e costumi della tradizione veneta”. Al convegno ha partecipato anche la community di Bellunoradici.net

da | 4 Dic 2023 | 0 commenti

Tempo di lettura: 4 minuti

La provincia di Belluno ha meno di 200mila abitanti, ma si stima che almeno altri 200mila siano i bellunesi nel mondo. Tanto da poter identificare “un’altra Belluno” fuori dall’Italia. Si tratta dei discendenti di famiglie emigrate negli ultimi due secoli.

È uno dei dati emersi dal convegno “Mestieri, usi e costumi della tradizione veneta”, andato in scena venerdì 1 dicembre nell’azienda Lattebusche di Cesiomaggiore e organizzato dall’Associazione “Radici Venete APS”, con il contributo della Regione del Veneto. L’obiettivo? Promuovere il territorio veneto nelle sue caratteristiche storiche, culturali con particolare riferimento alle attività economiche legate al turismo, all’enogastronomia e all’artigianato. Durante il suo intervento “Radici Venete: i dati dell’emigrazione in Provincia di Belluno” il professor Riccardo Giumelli ha spiegato che sono 57.988 i bellunesi iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) ma, secondo le stime, rappresentano solo un terzo di coloro che potrebbero iscriversi all’Aire e che sono di origine bellunese. A questi andrebbero aggiunti quelli che non hanno cittadinanza italiana e che hanno origine bellunese. «Sicuramente – ha spiegato Giumelli – i bellunesi all’estero superano quelli residenti in provincia di Belluno. Sono tutti potenziali turisti delle radici. I bellunesi sanno di avere delle potenzialità turistiche e questo è importante in vista del 2024, “Anno delle radici italiane”, ma anche delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, perché chi ha origine in un determinato posto è nel 99,6% dei casi interessato a scoprire i luoghi delle radici. E tra i bellunesi nel mondo più della metà non è mai venuta in Italia (fonte Scoprirsi italiani. I viaggi delle radici in Italia)».

«Il 2024 – ha dichiarato Walter Brunello, presidente dell’Associazione “Radici Venete Aps” – sarà l’anno in cui andremo a costruire dei percorsi, con la regia del Ministero degli Affari Esteri, tesi a favorire il ritorno alle origini di questi potenziali viaggiatori».
Percorsi che punteranno anche ai prodotti tipici del territorio Veneti e tra questi non mancherà il formaggio “Piave”. Sempre nel convegno infatti ha preso la parola anche il direttore generale di Lattebusche, Antonio Bortoli, che ha tenuto una vera e propria lezione sulla nascita ed evoluzione di questa storica azienda bellunese che, nel 2023, chiuderà con un fatturato di oltre 140milioni di euro.

A promuovere il territorio veneto è attiva anche l’UNPLI, con oltre 6000 Proloco presenti su tutto il territorio regionale. A parlare di questa realtà, nel convegno di Busche, era presente il presidente delle Proloco bellunesi, Davide Praloran, mentre l’Associazione Bellunesi nel Mondo, che ha supportato l’Associazione Radici Venete APS per questa giornata, ha dato la parola a due membri della community di Bellunoradici.net, Chiara Ferraroni e Nicola Garlet. Bellunesi di prima generazione hanno deciso, dopo un’esperienza all’estero, di rientrare. Chiara dopo sei anni passati in Australia, dove si è fatta una famiglia, è rientrata l’anno scorso e nel suo intervento ha evidenziato come la nostalgia si sia presentata e di come la stessa abbia messo in contatto le potenzialità e le ricchezze presenti nel Bellunese: «Viviamo in un territorio meraviglioso, adatto per le famiglie, con un patrimonio unico a livello mondiale. È qui che ho deciso di far crescere i miei figli». Nicola, propenso comunque a rifare le valigie, ha dichiarato come «Dobbiamo essere orgogliosi del nostro Paese, sia dal punto di vista paesaggistico, che culinario».

Ingredienti che di certo avranno una parte da protagonista per l’anno del “Turismo delle radici”, in programma nel 2024.
«I nostri discendenti sono una grande potenzialità – ha concluso il presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona – e la nostra Associazione già da trent’anni è operativa per il turismo delle radici. Di certo questo flusso turistico deve essere ulteriormente sviluppato e questo fondo del PNRR darà la giusta spinta per la sua crescita».

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