Luigi Rivis, VAJONT 1963, AICS Editore, Belluno, settembre 2010, pagg. 64.
Dedicata ai colleghi travolti negli alloggiamenti della diga dall’onda del Vajont – l’autore all’epoca lavorava alle dipendenze dell’ENEL nella centrale di Soverzene, e solo casualmente sfuggito al disastro – questa interessante pubblicazione, in stile sobrio ed efficace, fornisce alcuni importanti particolari, visti dal di dentro, cioè da “un addetto ai lavori che allora c’era”, antecedenti e simultanei allo svolgimento del disastro, correggendo anche alcune inesattezze riportate allora e dopo dalla stampa. Ne emerge, tra l’altro, la dimensione di un evento che fu più grande degli uomini che dovevano gestirlo e che non ne seppero valutare la dimensione e le possibili terribili conseguenze. Di contro, le maestranze, ignare della tragedia che si stava preparando in quel fatidico 9 ottobre 1963, in cui la caduta della frana era attesa come un evento scontato e completamente gestibile. Molto interessante e pertinente la parte fotografica e documentale, cui il testo rimanda con appropriati richiami.
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