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Le prime evidenze statistiche su come le imprese stannovivendo l’emergenza sanitaria da Covid-19 sono state raccolteattraverso una rilevazione che Istat ha effettuato nel mese di maggio, dal titolo “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19”.
La rilevazione ha interessato un campione di imprese italiane rappresentative di circa un milione di unità dell’industria, del commercio e dei servizi, e ha coinvolto un campione di imprese venete rappresentative di quasi 103 mila unità venete.
Il 29,1% delle imprese venete è riuscito a rimanere attivo per tutto il lockdown. Il 32% delle imprese venete ha bloccato l’attività, ma ha potuto riprendere prima del 4 maggio, quota significativamente superiore al valor medio nazionale (22,5%), anche per un forte ricorsoa richieste in deroga. Il rimanente 38,9% ha visto una sospensione dell’attività almeno fino al 4 maggio, ma in alcuni casi anche oltre. Le imprese venete cessate o che non prevedono di riprendere l’attività entro la fine del 2020 sono l’1,4%. Sono soprattutto le imprese delle costruzioni e dei servizi ad aver sospeso l’attività: nell’ambito dei servizi, quote particolarmente elevate di imprese chiuse durante il lockdown si riscontrano tra le agenzie di viaggio e tour operator, nell’assistenza sociale non residenziale, nelle attività creative ed artistiche, sportive, culturali, nelle altre attività di servizi alla persona, nei servizi di alloggio e ristorazione e nel settore dell’istruzione.
Sono 4 su 10 le imprese venete che tra marzo e aprile 2020 hanno visto ridursi il fatturato di oltreil 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un ulteriore 12,6% di imprese venetenon ha fatturato nel bimestre osservato.
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