Ricordi, emozioni, soddisfazioni, amicizia. Sono i sentimenti vissuti a Santa Giustina per il 30° anniversario della Famiglia ex emigranti “Monte Pizzocco”. Due giornate intense che hanno avuto inizio venerdì 11 ottobre con lo spettacolo “A zercar fortuna” della compagnia teatrale “I Fuori di quinta” e che si sono concluse domenica 13 ottobre con la Santa Messa e la deposizione della corona al monumento dei Caduti sul lavoro e in emigrazione.
Il corteo, con il gonfalone dell’ABM, i labari dei comuni di Santa Giustina, San Gregorio nelle Alpi, Sedico, Cesiomaggiore e Sospirolo, i gagliardetti delle Famiglie ex emigranti, degli alpini, dei Donatori di sangue e dei Carabinieri, da Piazza Maggiore è proseguito verso la chiesa parrocchiale per la Santa Messa celebrata da don Gianni Trevisan: “Siamo qui per ricordare e ringraziare i nostri emigranti per quello che hanno fatto anche al loro rientro. La Famiglia Monte Pizzocco ne è un valido esempio”. Dopo la lettura della preghiera dell’emigrante, e un pensiero alle vittime della tragedia di Lampedusa, il corteo con la corona si è spostato presso il monumento dedicato alle vittime sul lavoro e in emigrazione.
Marco Perot, presidente della Famiglia Monte Pizzocco, ha voluto ringraziare tutti i suoi collaboratori e chi lo ha preceduto sottolineando come sia importante mantenere viva la memoria dell’emigrazione. Gli ha fatto seguito il presidente ABM Oscar De Bona: “Non dobbiamo dimenticare il ruolo delle nostre Famiglie e quanto fanno per tutti noi con il proprio volontariato. Gli emigranti, con le proprie rimesse, hanno dato slancio al benessere della provincia di Belluno e reso onore all’estero ai bellunesi. Grazie davvero per quello che fate”. Parole di ringraziamento anche da parte del sindaco di Santa Giustina Ennio Vigne: “La Monte Pizzocco è una realtà solida nel nostro comune e sono certo che i nostri emigranti possono dare ancora molto anche alle nuove generazioni. La memoria non deve essere cancellata, ma preservata”. Anche il senatore Giovanni Piccoli ha portato il suo saluto: “A Roma voglio dare voce alle vostre problematiche e ai vostri bisogni. Siete figure importanti e gli italiani nel mondo devono essere supportati dalle istituzioni. Da parte mia troverete sempre le porte aperte”.
Una commemorazione semplice, ma significativa che ha reso onore e portato alti quegli ideali che i nostri emigranti hanno nel loro cuore.
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