Belluno Provincia Bio

da | 8 Mag 2014

Tempo di lettura: 4 minuti

Il territorio della provincia di Belluno e’ uno dei piu’ ricchi d’Italia in termini di patrimonio naturale e di biodiversita’: ospita un parco regionale, un parco nazionale e il 45% del territorio riconosciuto come patrimonio dell’Umanita’ Dolomiti Unesco.

Nel Bellunese si e’ conservato anche un agroecosistema di tipo tradizionale, con un mosaico ambientale caratterizzato da alternanza di piccoli appezzamenti, zone boscate, siepi e corsi d’acqua: si tratta di ambienti di grande valore paesaggistico e naturalistico, estremamente ricchi di biodiversita’.

La coesistenza di straordinarie ricchezze naturalistiche e ambienti agrari di tipo tradizionale, ancora oggi ottimamente conservati, fanno del bellunese l’area ideale in cui applicare i metodi dell’agricoltura biologica, un metodo di produzione codificato dall’Unione Europea e “basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversita’, la salvaguardia delle risorse naturali”.

Partendo da queste considerazioni il Presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Benedetto Fiori, ha deciso, nei mesi scorsi, di proporre all’attenzione degli amministratori locali il progetto “Belluno Provincia Bio”.

Si tratta di un protocollo di intenti con cui le amministrazioni pubbliche si impegnano a promuovere, sul territorio di competenza, lo sviluppo dell’agricoltura biologica.

L’applicazione dei metodi dell’agricoltura biologica determina positive ricadute ambientali in termini di riduzione dell’uso di input chimici, conservazione e miglioramento della fertilita’ del suolo, mantenimento della biodiversita’ degli agroecosistemi.

La costituzione di un grande distretto provinciale del biologico consentirebbe di realizzare quattro obiettivi principali:

  • mantenere l’agricoltura in aree marginali;
  • favorire il presidio del territorio e la prevenzione dei rischi di dissesto idrogeologico;
  • contenere l’impatto ambientale legato alla diffusione di tecniche di agricoltura intensiva, soprattutto nelle aree di fondovalle;
  • promuovere turisticamente l’intero territorio provinciale, abbinando l’immagine di “provincia delle Dolomiti” a quella di “provincia bio”.

L’applicazione dell’agricoltura biologica su un ampio territorio, ad oggi sostanzialmente non interessato dall’uso massiccio di fitofarmaci, permetterebbe inoltre di risolvere a monte alcuni problemi tecnici legati alla vicinanza con aziende agricole di tipo tradizionale e ai conseguenti fenomeni di deriva dei fitofarmaci, che affliggono i produttori biologici attivi in altri distretti produttivi.

Nei mesi scorsi il Presidente Fiori ha presentato una bozza del protocollo di intenti “Belluno Provincia Bio” alle Comunita’ e alle Unioni Montane di tutta la Provincia, perche’ queste lo portassero all’attenzione delle singole amministrazioni comunali, che lo stanno esaminando in queste settimane.

La proposta e’ quella di costituire, in provincia di Belluno, un “biodistretto”, ovvero una vasta area geografica in cui amministrazioni pubbliche e imprenditori agricoli lavorano assieme per promuovere l’applicazione dei metodi dell’agricoltura biologica e di quella tradizionale a basso impatto. In queste aree l’adozione di politiche di rete, rivolte alla valorizzazione del prodotto locale e alla qualita’ ambientale, genera economie di scala tali da realizzare concretamente dei modelli alternativi all’agricoltura convenzionale. Uno dei progetti piu’ ambiziosi e’ probabilmente quello francese della Biovallee, nella regione Rhone Alpes. Un progetto a lungo termine che vuole fare della vallata della Drome un territorio di riferimento a livello europeo in materia di sviluppo sostenibile.

Il progetto, partito nel 2008, vede la collaborazione della regione Rodano Alpi, del Dipartimento della Drome e delle 4 locali Comunita’ di Comuni, per un totale di 102 Comuni.

In Italia ci sono esperienze analoghe in Toscana, Lazio e nel Parco Nazionale del Cilento.

“Alla base della nostra proposta, ha dichiarato il Presidente del Parco, Benedetto Fiori, c’e’ l’idea che la promozione dell’agricoltura biologica possa coniugare sviluppo turistico e mantenimento dell’agricoltura. Non e’ un progetto “contro” l’agricoltura intensiva, ma una proposta “a favore” di un diverso modello di sviluppo, agricolo e turistico, per la nostra provincia.

La nostra proposta e’ ora all’esame degli amministratori comunali, se la riterranno valida potremo iniziare a lavorare con tutti i soggetti interessati, a partire ovviamente dagli agricoltori”.

“Vorrei precisare, ha concluso il Presidente, che il nostro progetto non prevede la conversione di tutta l’agricoltura bellunese al biologico, obiettivo che sappiamo bene essere irrealizzabile tecnicamente ed economicamente; ma vuole indicare una direzione su cui puntare: quella del binomio territorio naturale incontaminato e agricoltura di qualita’ a basso impatto. Nel Biodistretto la promozione dei prodotti biologici si coniuga indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarita’ al fine di raggiungere un pieno sviluppo delle proprie potenzialita’ economiche, sociali e culturali”.

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