… nel ricordo della fabbrica Triangle

da | 7 Mar 2013 | 0 commenti

Tempo di lettura: 3 minuti

Incendio fabbrica TriangleL’8 marzo è la festa della donna anche se per noi la donna è così importante che dovrebbe essere festeggiata tutti i giorni.
La donna ha avuto un ruolo importante nell’emigrazione.
Non dobbiamo dimenticare i suoi sacrifici, il suo amore per la famiglia e la passione per la vita… anche in momenti tragici come l’incendio alla fabbrica Triangle.
L’Associazione Bellunesi nel Mondo ha un ruolo importante: mantenere viva la memoria.
“L’incendio della fabbrica Triangle, avvenuto a New York il 25 marzo 1911, fu il più grave incidente industriale della storia di New York. Causò la morte di 146 persone, per la maggior parte giovani operaie di origine italiana e dell’est europeo. L’evento ebbe una forte eco sociale e politica, a seguito della quale vennero varate nuove leggi sulla sicurezza sul lavoro e crebbero notevolmente le adesioni alla International Ladies’ Garment Workers’ Union, oggi uno dei più importanti sindacati degli Stati Uniti.

La compagnia
La Triangle Shirtwaist Company produceva le camicette alla moda di quel tempo, le cosiddette shirtwaist.
Di proprietà di Max Blanck e Isaac Harris, occupava i 3 piani più alti del palazzo a 10 piani Asch building a New York City, nell’intersezione di Greene Street e Washington Place, poco ad est di Washington Square.
La compagnia occupava circa 500 lavoratori, la maggior parte giovani donne immigrate dalla Germania, dall’Italia e dall’Europa dell’est. Alcune donne avevano 12 o 13 anni e facevano turni di 14 ore per una settimana lavorativa che andava dalle 60 ore alle 72 ore. Pauline Newman, una lavoratrice della fabbrica, dichiara che il salario medio per le lavoratrici andava dai 6 ai 7 dollari la settimana
La Triangle Shirtwaist Company era diventata già famosa fuori dall’industria tessile prima del 1911: il massivo sciopero delle operaie tessili iniziato il 22 novembre 1908, conosciuto come protesta delle 20.000, iniziò come una protesta spontanea alla Triangle Company.
La International Ladies’ Garment Workers’ Union negoziò un contratto collettivo di lavoro che copriva quasi tutti i lavoratori dopo uno sciopero di 4 mesi, ma la Triangle Shirtwaist rifiutò di firmare l’accordo.
Le condizioni della fabbrica erano quelle tipiche del tempo. Tessuti infiammabili erano immagazzinati per tutta la fabbrica, scarti di tessuto sparsi per il pavimento, gli uomini che lavoravano come tagliatori a volte fumavano, l’illuminazione era fornita da luci a gas aperte e c’erano pochi secchi d’acqua per spegnere gli incendi.

L’incendio
Il pomeriggio del 25 marzo 1911, un incendio che iniziò all’ottavo piano della Shirtwaist Company uccise 146 operai di entrambi i sessi. La maggioranza di essi erano giovani donne italiane o ebree dell’Europa orientale. Poiché la fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci piani, 62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non essendoci altra via d’uscita.
I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al momento dell’incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari.
Migliaia di persone presero parte ai funerali delle operaie.

Fonte: wikipedia

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