SANTO STEFANO DI CADORE

stemma del comune di Santo Stefano di Cadore

Caratteristiche principali

È il capoluogo del Comelico; sorge a 908 m, alla confluenza del torrente Padola con il fiume Piave. Oltre all’abitato principale, il territorio comunale presenta le frazioni di Campolongo, Costalissoio e Casada e altre borgate minori.
Centro amministrativo e commerciale dell’area, è sede della Comunità Montana e dei principali uffici pubblici.
Il suo abitato era già distinto in passato tra Santo Stefano propriamente detto, Tamber sulla destra del Piave e l’altro agglomerato di Transacqua posto invece sulla sinistra.
La Pieve di S. Stefano, primo Martire, fu fondata nel XIII secolo (il Ciani affermò l’esistenza di una chiesa nel VII secolo durante il dominio longobardo e il Fabbiani fu pro-penso a stabilirne le origini intorno al XI o XII secolo); il coro risale al 1478 mentre le tre navate furono realizzate tra il 1665 e 1675 su disegno di fra’ Tomaso Simonetti di Ancona. Fu consacrata nel 1684. Oggetto di interventi di restauro e conservazione nel secolo scorso e in questo, custodisce opere di Tomaso Da Rin, Cristoforo Monforte e una buona argenteria religiosa.
Tra gli altari, uno in legno è della scuola del Brustolon. La parrocchia fu istituita il 21 marzo 1208. L’organo è di buona scuola callidiana essendo stato realizzato dalla ditta Bazzani.
Oltre il Piave, a Transacqua, c’è la chiesetta della B.V. delle Grazie.
Costalissoio è posto più in alto alle pendici del M. Zovo, in ottima posizione panoramica su buona parte della valle. La chiesa fu fondata nel XV secolo, ricostruita nel 1548 e successivamente nel 1853.
Fu consacrata nel 1858. È intestata alla Ss. Trinità. La parrocchia è stata istituita nel 1950. Il campanile fu costruito nel 1860 su progetto dell’ing. Antonio Pante. L’organo è della ditta Rizzardini.
Casada si trova, a tre chilometri da Santo Stefano, in corrispondenza della strada che sale verso Candide.
Ha una chiesetta dedicata ai Santi Lorenzo ed Osvaldo eretta nel 1855 e consacrata tra anni più tardi.
Campolongo ha la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. Di origine molto antica, almeno trecentesca, fu ricostruita nel ‘700 e quindi nel secolo scorso fu sottoposta ad interventi progettati dall’architetto feltrino Giuseppe Segusini.
L’erezione dell’attuale parrocchia risale al 1955. Conserva alcuni dipinti e una statua della Madonna della Salute opera d’inizio secolo di Raffaele Piazza.
In Val Frison sorge la chiesetta di S. Osvaldo ricostruita alla fine degli anni ’20 di questo secolo.
Naturale punto di confluenza di tutti i paesi del Comelico, Santo Stefano era noto e lo è tuttora come centro nel commercio del legname e degli altri prodotti della montagna. Dotato di diversi laboratori per la lavorazione del legno aveva fino al secolo scorso numerosi mulini.
La sua vocazione commerciale, peraltro oggi confermata, fin dal 1256 ha trovato una manifestazione d’eccezione nella cosiddetta Fiera d’Ognissanti.
Santo Stefano presenta una struttura economica intersettoriale nella quale trovano posto in maniera integrata tutte le attività tipiche dell’area: dal terziario commerciale, delle banche e degli uffici vari, al turismo con varie iniziative nel campo alberghiero e della ristorazione, da alcune attività di carattere industriale e artigianale a quelle boschive e silvo-pastorali.
La struttura sociale è caratterizzata, come in tutto il Comelico, da diversi gruppi di impegno nel settore del volontariato e del-le attività ricreative e del tempo libero per il perseguimento di finalità assistenziali, cultura-li, sportive e di promozione della realtà locale.
Santo Stefano ha origini che affondano le proprie radici all’inizio di questo millennio. Sede del centenaro di Comelico Inferiore, Santo Stefano e Casada già verso la metà del XV secolo furono dotati di propri laudi quali strumenti scritti per la disciplina dell’attività regoliera.
Nella storia locale non sono mancate importanti calamità che hanno contrassegnato pesantemente la vita della comunità.
Casada nel corso del ‘600 fu distrutta in parte consistente da una grande valanga.
Il secolo scorso a Costalissoio vide, a distanza di circa trent’anni uno dall’altro, l’accanimento degli incendi, sconvolgere e distruggere prima una e poi l’altra borgata del paese.
Nel Comune di Santo Stefano di Cadore ci sono alcune strutture per l’ospitalità d’alta montagna.
In Val Frison, alle Marendere di Campolongo c’è il rifugio dedicato ai Volontari alpini Cadore-Feltre. Nell’ambito territoriale comunale ci sono anche alcuni bivacchi: quello intestato a Angelo Ursella e Mario Zandonella e quelli dedicati rispettivamente a Giuseppe Caini e a Franco Marta.
Uno dei punti cardinali dello sviluppo del Comelico da sempre è rappresentato dalla stato delle comunicazioni stradali.
Infatti la necessità di rompere l’isolamento ha costituito nel tempo un aspetto fondamentale per promuovere lo sviluppo di Santo Stefano, dell’area circostante e dei paesi vicini.
La strada della Valle che da Cima Gogna conduce al capoluogo del Comelico attraverso il famoso e suggestivo orrido sul Piave fu realizzata nel 1839. Ci sarebbe voluto comunque ben oltre un secolo per giungere a una soluzione radicale che consentisse di mettere in comunicazione velocemente l’area centrale del Cadore con le Valli del Comelico. Avvenne nel 1986 con l’apertura della lunga e moderna galleria che trafora il monte sovrastante.
Ora un secondo obiettivo prevede la costruzione di un altro tunnel sotto il Col Trondo appena prima dell’abitato di Santo Stefano.

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