«Tra le varie cose a cui probabilmente non abbiamo mai pensato prima della Brexit, c’è che portare partner, genitori, nonni o altri familiari a vivere con noi in UK sarebbe stato un problema». Comincia così un articolo di LondraItalia.com in cui Gabriella Bettiga analizza la questione dei ricongiungimenti familiari dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.
Una questione, scrive Bettiga, director di MGBe Legal, che «ora è molto più complessa».
«Se un familiare europeo non ha i requisiti per fare domanda ai sensi del settlement scheme – spiega l’articolo – dovrà richiedere un visto di ingresso sulla base della propria relazione familiare con un europeo in possesso di pre-settled o settled status o in grado di ottenere tale status, con un europeo britannico o con un frontier worker. Inoltre, ora solo alcuni familiari hanno diritto a presentare la domanda, mentre altri sono esclusi».
«È infatti possibile – precisa LondraItalia – ricongiungersi a coniuge, partner legato da unione civile o non coniugato, e a figli o nipoti con meno di 21 anni. È anche possibile presentare domanda per figli e nipoti oltre i 21 anni e genitori o nonni, ma solo se dipendenti dal proprio sponsor».
Questo significa che è necessario dimostrare dipendenza economica e/o convivenza con il proprio sponsor, una situazione che, rileva Bettiga, «in pratica è spesso molto difficile».
«Fortunatamente – prosegue l’autrice dell’approfondimento – fino al 30 giugno 2021 l’Home Office ha deciso che la dipendenza viene presunta, e quindi non è necessario inviare prove».
«Per fare domanda di visto di ingresso, che si chiama family permit – sottolinea ancora l’articolo pubblicato da LondraItalia – è necessario che lo sponsor sia un cittadino europeo (anche se naturalizzato britannico) che già viveva in UK prima del 31.12.2020. È poi necessario che la relazione con lo sponsor sia nata prima del 31.12.2020, cosa ovvia in caso di genitori, ma da tener presente in caso di partner. I figli dello sponsor nati all’estero possono fare domanda anche se nati dopo il 2020. È inoltre necessario che lo sponsor abiti in UK o vi si rechi con il proprio familiare».
«Un altro cambiamento causato dalla Brexit – sottolinea ancora Gabriella Bettiga – è l’inasprimento dei controlli su eventuali precedenti penali». In caso di problemi con la giustizia sia nel Regno Unito che in altri Paesi, la richiesta di ricongiungimento rischia di essere rifiutata.
«La domanda – spiega in chiusura il focus – va presentata dal proprio paese di residenza, e non dal Regno Unito, e la documentazione da produrre include passaporti di sponsor e familiare, prova della relazione, come ad esempio certificati di matrimonio o nascita, e prova che lo sponsor ha il pre-settted o settled status o, in caso non abbia fatto ancora domanda, ne abbia diritto. Se la domanda di ricongiungimento è presentata da partner non coniugato, si dovrà dimostrare che la relazione era già stabile e duratura prima della fine del 2020, e normalmente l’Home Office richiede prova di convivenza per due anni».
L’articolo completo è disponibile sul sito: www.londraitalia.com.
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