Working Holiday Visa australiano: le nuove regole spiegate da Sbs Italian

da | 24 Feb 2020 | 0 commenti

Tempo di lettura: 3 minuti

Nei giorni scorsi Sbs Italian aveva annunciato l’entrata in vigore di alcune novità nel Working Holiday Visa Australiano introdotte con l’obiettivo di aiutare la ricostruzione nelle zone colpite dagli incendi. In un nuovo articolo – che riportiamo di seguito – il sito di informazione per italiani in Australia approfondisce la questione.

«Lunedì 17 febbraio sono stati resi noti alcuni cambiamenti al Working Holiday Visa (WHV), introdotti dal governo federale per aiutare la ricostruzione nelle zone colpite dagli incendi.
Ma in cosa consistono i cambiamenti e da quando entrano in vigore? SBS Italian ha consultato l’agente d’immigrazione Emanuela Canini per capire meglio in cosa consistono le novità.

Due cambiamenti fondamentali
Innanzitutto, sono due i cambiamenti importanti:

  • il primo riguarda una variante alla condizione del visto sul tempo massimo di lavoro con lo stesso datore;
  • il secondo invece è quello del volontariato, che sarà accettato per il rinnovo del 2° e 3° WHV.

Generalmente, chi possiede un WHV ha un limite di tempo fissato a sei mesi per lavorare per uno stesso datore di lavoro; passato questo periodo bisogna cambiare lavoro o luogo. Esistono già delle eccezioni a questa regola, ma si tratta di esenzioni molto specifiche.

Si può infatti lavorare fino a 12 mesi senza richiedere un permesso al Department of Home Affairs se il lavoro rientra nel gruppo “Plant and animal cultivation”. Se si tratta cioè di raccolta della frutta, della potatura degli alberi (che attenzione non equivale al giardinaggio), della produzione casearia da latte crudo, o del confezionamento di parti animali, purché non sia in un negozio (quindi non il classico macellaio). Altra esenzione si applica per chi lavora in certe industrie – ad esempio nell’assistenza agli anziani e ai disabili, nella pesca, nell’edilizia o nelle miniere e nel turismo e ristorazione – localizzate esclusivamente nella parte nord d’Australia. Per saperne di più si può consultare il sito del DHA.

Ora si può anche aggiungere a questa lista il lavoro effettuato nelle zone degli incendi per la ricostruzione delle zone andate distrutte. Questa iniziativa ricalca quella del 2017 introdotta dopo la distruzione dovuta al ciclone Debbie, per cui si cerca di provvedere manovalanza utile per il recupero delle zone disastrate e allo stesso tempo garantire un supporto economico, dato dai backpackers che vivranno in zona.

Per quanto riguarda la seconda novità, ovvero la possibilità di svolgere volontariato per ottenere il secondo se non addirittura il terzo visto Working Holiday, si tratta di una opzione che varrà esclusivamente nelle zone colpite degli incendi (nel resto dell’Australia bisognerà essere pagati regolarmente).

Per ottenere il 2° WHV basterà lavorare, in modo retribuito o volontario, per tre mesi in ambiti specifici delle zone disastrate, mentre per poter applicare per il 3° WHV per sei mesi.

L’entrata in vigore e i punti interrogativi
Le fonti ufficiali del Ministero degli Affari Interni riportano che lunedì 17 febbraio, giorno in cui è stato dato l’annuncio dei cambiamenti sui visti, è la data di inzio attuazione della norma. Tuttavia molti dettagli non sono ancora noti, e si dovrà attendere per conoscere meglio le procedure ed altre informazioni che non sono state ancora stabilite. A cominciare dalle zone specifiche che vengono intese come zone di ricostruzione, ma resta anche da chiarire cosa si intende nello specifico per “lavoro di ricostruzione”.

L’agente di immigrazione Emanuela Canini si aspetta di ottenere una lista di codici postali per identificare ufficialmente le zone valide per lavorare, in quanto gli incendi hanno coperto un’area vastissima ma ci sono anche zone di confine parzialmente colpite che potrebbero o meno rientrare nelle zone idonee. Ad oggi questa lista non esiste.

Così come non esiste una lista di mansioni specifiche di ricostruzione, anche se nel suo annuncio il Ministro ha menzionato, ad esempio, la ricostruzione di case e di fattorie, di recinti, o la demolizione di queste strutture, e anche la riparazione di strade, dighe e ferrovie. Quel che possiamo fare al momento è solo tenere d’occhio il sito del DHA per altre future informazioni».

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