«Le Olimpiadi invernali 2026 sono un’occasione importante per il territorio. E sono chiamate a lasciare un’eredità alla nostra montagna. Per questo sarebbe importante che nel piano delle opere olimpiche venisse inserita anche la rigenerazione della vecchia colonia Eni di Borca di Cadore, a seguito di un accordo di valorizzazione a uso pubblico di un complesso che oggi è di proprietà di un privato».
Così il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, in merito alla proposta del Comune cadorino, recentemente rilanciata dai sindacati, di realizzare il villaggio olimpico all’interno della vecchia struttura che fu fatta costruire da Enrico Mattei, su progetto di Edoardo Gellner.
La Provincia si era spesa con il ministro Federico D’Incà nell’estate 2020 e anche con il commissario Sant’Andrea per valutare un possibile utilizzo della vecchia colonia, all’interno di un accordo mirato non solo alla rigenerazione degli immobili, ma anche a una futura destinazione a edilizia di servizio dell’intero Cadore dopo le Olimpiadi, per ospitare i lavoratori stagionali e anche come possibile campus universitario. In tal senso, la Provincia, consapevole dei problemi di natura idrogeologica che insistono sul canalone di Cancia (nelle vicinanze del villaggio ex Eni), ha già realizzato una prima briglia selettiva, di tecnologia giapponese Sabo Dam, con deviazione della colata liquida dalla parte solida; e ha affidato l’incarico per lo studio di ulteriori interventi, per procedere con la progettazione conseguente, finalizzata a ridurre il rischio di colate che potrebbero interessare l’abitato di Cancia e la statale di Alemagna.
«Da sempre l’ente Provincia sostiene la necessità di recuperare l’immenso patrimonio edilizio, storico, architettonico e anche sociale costituito dalla vecchia colonia. Un’opera voluta da Enrico Mattei per i figli e le famiglie dei dipendenti Eni, secondo un modello di welfare che ancora oggi potrebbe essere riproposto con grande beneficio per i territori» sottolinea il presidente Padrin. «Un modello di welfare che se fosse applicato alle Olimpiadi, lascerebbe un’importante eredità al Centro Cadore».
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