ROMA – E’ stata presentata a Roma, presso la Sala Marconi della Radio Vaticana, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2016 che si celebrerà domenica 17 gennaio presso le 27.000 parrocchie italiane. L’incontro è stato moderato ed introdotto dal sottosegretario della CEI e direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali Ivan Maffeis che ha ricordato come Papa Francesco nel suo discorso al corpo diplomatico abbia affrontato il tema delle migrazioni invitando a vineere l’inevitabile paura di fronte a questo fenomeno così massiccio e imponente. Maffeis ha anche sottolineato come il reato di immigrazione clandestina rappresenti una norma discriminatoria in quanto finisca per colpire non un comportamento, ma una condizione.
“Questa Giornata – ha affermato Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes – ci chiama ad una presa di coscienza di fronte ai drammatici fatti che continuiamo a vedere e a sentire, gente che muore in mare e si espone a rischi e circostanze che possono far rinascere sentimenti di odio rivalità e divisione”. Di Tora ha ricordato come il Papa, rispetto al dramma degli immigrati e dei rifugiati, chieda attraverso un forte richiamo all’amore di Dio che raggiunge tutti e ciascuno, “una grande attenzione innanzitutto per l’accoglienza che prima che fatto materiale deve riguardare l’animo di una persona, l’altro va prima di tutto accolto nel proprio cuore”. Segnalato inoltre da Di Tora come nel suo messaggio il Santo Padre evidenzi la necessità di non dimenticare che i tanti migranti non sono cifre e numeri ma persone con una loro dignità , una storia e una realtà. “Quindi – ha aggiunto Di Tora – il discorso dell’accoglienza diventa un’empatia con questa realtà, un essere partecipi di questa che oggi è la storia del mondo nel quale viviamo. Non si tratta quindi semplicemente di sistemare una situazione, ma di renderci partecipi di qualcosa di più grande che noi stiamo vivendo. I fatti della storia li viviamo e cerchiamo di incanalarli secondo questa nostra realtà e l’amore misericordioso che abbiamo ricevuto e che vogliamo esprimere negli altri. Diventa innanzitutto un fatto di cultura dove saper esprimere attraverso i nostri atteggiamenti quello che è il nostro pensiero , quella che è la nostra esperienza di fede”.
Per quanto riguarda la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato Di Tora ha posto in evidenza come in occasione di questo evento, si avrà un particolare momento celebrativo nella regione del Lazio. “Il Lazio – ha spiegato Di Tora – è la regione del centro Italia con il maggior numero di immigrati, oltre 600.000, di cui 500.000 residenti a Roma , ma è anche la regione che ha oltre 400.000 emigranti italiani, cioè 400.000 corregionali che hanno scelto la via dell’estero. Quindi non abbiamo solo il problema della immigrazione, ma come Migrantes abbiamo un attenzione particolare anche per gli emigrati. In questi ultimi dieci anni sono stati sei milioni gli italiani emigranti nel mondo per ragioni di studio , ma soprattutto per motivazioni di lavoro”.
“Domenica 17 gennaio, – ha poi ricordato Di Tora – oltre 6.000 migranti e rifugiati provenienti dalle 17 diocesi del Lazio, di almeno 30 nazionalità, saranno in piazza S. Pietro per l’Angelus del Papa. Tra loro ci saranno anche 200 richiedenti asilo del CARA di Castelnuovo di Porto, con le bandiere delle diverse nazionalità presenti al Centro. Dopo l’Angelus i migranti, attraversando la Porta Santa, andranno nella Basilica di S. Pietro, dove si celebrerà la S. Messa, presieduta dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Ai piedi dell’altare della cattedra ci sarà la Croce di Lampedusa, anche per ricordare il viaggio drammatico, che per oltre 3.700 persone – tra cui quasi 800 bambini – nel 2015 si è concluso in fondo al Mediterraneo. Le ostie che saranno distribuite durante la Comunione sono state donate dai detenuti, anche stranieri, del carcere di Opera, che hanno attivato un progetto-laboratorio”. Di Tora ha anche segnalato l’iniziativa promossa dal Centro Astalli, in programma domani 14 gennaio presso la Chiesa del Gesù a Roma , per celebrare la Giornata del Migrante e del Rifugiato. Durante l’incontro interverranno padre Adolfo Nicolàs, superiore generale dei Gesuiti e il presidente del Centro Astalli Camillo Ripamonti. Verranno inoltre ascoltate le testimonianze di due famiglie rifugiate dalla Siria e del Kenya. L’incontro si prefigge un approfondimento sulle migrazioni nel mondo, sul concetto di frontiera e sul pericolo di chiusura da parte dei paesi industrializzati alle richieste di accoglienza dei migranti.
Il direttore generale della Fondazione Migrantes mons. Gian Carlo Perego ha esordito sottolineando la necessità di una risposta intelligente da parte dei politici ai fenomeni migratori, ad esempio attraverso l’abolizione del reato di clandestinità. Un provvedimento che, secondo Perego, ha di fatto posto le persone in una condizione di insicurezza, non permettendo di utilizzare i migranti nemmeno come collaboratori di giustizia contro il dramma dei trafficanti degli esseri umani. Perego ha anche evidenziato come , a causa della crisi, l’immigrazione economica verso l’Italia sia ormai ferma da alcuni anni, lasciando però il posto al nuovo fenomeno dei migranti forzati che nel 2015 ha portato in Italia 153.842 immigrati, contro i 170.100 del 2014. Mentre la maggior parte dei migranti ha scelto la Grecia come luogo di sbarco i principali porti italiani interessati dal fenomeno sono stati Lampedusa (168 sbarchi e 21160 persone), Augusta (146 sbarchi e 22.391 persone), Pozzallo (104 sbarchi e 16.811 perone), Reggio Calabria (90 sbarchi e 16931 persone), Catania (64 sbarchi e 9.464 persone), Palermo (61 sbarchi e 11.456 persone), Trapani ( 55 sbarchi e 8136 persone) e Taranto (45 sbarchi e 9.160 persone).Un ritorno del primato degli sbarchi a Lampedusa che, secondo Perego, dimostra l’inefficienza dell’operazione europea Triton rispetto alla collaudata iniziativa Mare nostrum per il salvataggio e l’individuazione a largo delle persone nel Mediterraneo
Mons. Perego si poi soffermato sia sui porti di partenza dei migranti nel Mediterraneo, per lo più dislocati sulle coste dell’instabile Libia (oltre l’85%) e dell’Egitto (8%), sia sulla nazionalità degli sbarcati che provengono in prevalenza dall’Eritrea (38.612, con un aumento del 10% rispetto allo scorso anno); Nigeria (21.886, con un aumento del 110% rispetto al 2014); Somalia (12.176, più che raddoppiati rispetto allo scorso anno), Sudan (8.909, triplicati rispetto al 2014) Gambia (8.123, poco meno il numero dello scorso anno) Siria (7.444, 6 volte meno il numero del 2015). Le persone sbarcate sono state in prevalenza uomini (circa 115.000), minore il numero delle donne (oltre 20.000) che però sono cresciute del 15% rispetto al 2014. I minori non accompagnati sono stati oltre 15.000 a cui si devono aggiungere quasi 6.000 minori non accompagnati irreperibili.
Perego ha poi precisato come rispetto ai 153.000 sbarcati attualmente siano accolti in Italia, nelle diverse strutture, al 1 gennaio 2016, 103.792 persone, suddivise fra rete di primissima accoglienza, CDA, CARA, CPSA, (7394 persone), strutture temporanee di accoglienza (76.394) e Sprar, strutture di seconda accoglienza degli asilanti e rifugiati (19.715 persone). La prima regione per numero di persone attualmente accolte è la Lombardia (13.480 persone), segue la Sicilia (12.373), il Lazio (8.232), la Campania (8034), il Piemonte (7.933), il Veneto (7.922), l’Emilia Romagna (6.493) e la Puglia (5.839). Un contesto molto variegato che evidenza un sistema di accoglienza precario. Il direttore generale della Migrantes ha infatti evidenziato come i minori non accompagnati, per lo più provenienti dall’Egitto (2.499), dall’Albania (1.241), dall’Eritrea (1.218), dal Gambia (1.028), dalla Somalia (771), dalla Nigeria (627) e dal Bangladesh (608), siano purtroppo accolti in strutture di accoglienza straordinarie e solo in piccola parte in strutture familiari e case famiglia. Sul fronte delle richieste di asilo Perego ha rilevato come queste nel 2015 siano cresciute a quota 82.940 rispetto alle 64.689 richieste avanzate nel 2014, con un aumento di circa il 40%. Inoltre le decisioni prese dalle Commissioni sui chiedenti asilo nel 2015 sono state favorevoli alla concessione di un titolo di protezione internazionale (asilo, sussidiaria e umanitaria) per 29.182 persone, pari al 42%, mentre il diniego è avvenuto per oltre il 52% delle domande, 70.037. Una tendenza inversa rispetto a quella rilevata nel 2014 che per Perego devi farci interrogare sul possibile indebolimento della protezione internazionale in Italia.
Il direttore generale della Migrantes ha poi illustrato alcune proposte volte a migliorare l’accoglienza e l’inclusione sociale dei migranti come ad esempio la creazione di canali di ingresso regolari e non solo umanitari anche per i lavoratori economici, una possibilità non prevista dalla legge Bossi Fini che ha di fatto impedito l’incontro regolare fra offerta e domanda, e l’introduzione di nuove modalità di gestione dei flussi di immigrati che siano certe per tutti i paesi europei. Sottolineata inoltre l’esigenza di introdurre procedure comuni di identificazione e di ricollocamento dei migranti in Europa che tengano conto del rispetto dei diritti umani delle persone e di riformare, aumentando il numero delle strutture e diminuendo i tempi di attesa per il disbrigo delle pratiche, il sistema delle Commissioni territoriali al fine di dare ai chiedenti asilo una risposta più competente e più celere. Segnalata da Perego anche la necessità di approntare in Italia un sistema unico e diffuso di accoglienza che risponda a medesimi standard e procedure, sia presente in ogni comune e venga sottoposto a puntuali controlli, superando la volontarietà di adesione dei comuni, a fronte però della garanzia di fondi certi, anche nei tempi di erogazione. Chiesto inoltre per i minori stranieri non accompagnati un superamento della prima accoglienza in centri collettivi per arrivare a forme diversificate di accoglienza in piccoli centri piccoli o attraverso affidamenti familiari.
Sollecitata infine da mons. Perego, al fine di favorire l’integrazione dei migranti, una seria iniziativa di inserimento abitativa e lavorativa, una proposta di legge per il voto amministrativo agli immigrati regolarmente presenti nel nostro paese e “un’informazione competente che superi l’allarmismo sul fenomeno migratorio rilevando – ha puntualizzato Perego – come non si possa parlare di un invasione del nostro paese. L’immigrazione economica si è fermata e siamo al cospetto di un momento di grande sofferenza del mondo in cui il numero dei conflitti e il numero degli spostamenti forzati di persone per cambiamenti climatici è davvero molto elevato”.
(Goffredo Morgia)
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