Gosaldo, avviato il cantiere della frana di Mori

da | 5 Dic 2019 | 0 commenti

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La Provincia di Belluno ha avviato nei giorni scorsi i lavori di messa in sicurezza di un abitato, in località Mori (Gosaldo), su cui insiste una frana. La situazione di dissesto si era generata all’indomani della tempesta Vaia, ma è stata pesantemente aggravata dalle ultime piogge autunnali. Il pendio dissestato, infatti, presenta un terreno che tende a trattenere molto l’acqua; di conseguenza, il movimento franoso si è rimesso in moto soprattutto con gli eventi meteo di novembre e ha costretto la Provincia ad attendere qualche giorno prima di far partire gli interventi, per consentire un minimo assestamento.
La prima operazione è consistita nella pulizia e nel taglio piante attorno alla zona del dissesto (molti alberi erano stati abbattuti ancora dal maltempo dell’ottobre 2018). Subito dopo è stata effettuata la riprofilatura del versante e la realizzazione di una strada provvisoria di accesso al cantiere. In questi giorni gli operai dell’impresa incaricata stanno mondando i cosiddetti “laser”, strutture di ancoraggio dotate di tiranti. A questa operazione seguirà il rafforzamento corticale con reti e l’idrosemina che ridisegnerà il pendio.
«La tecnica di consolidamento mediante laser in acciaio è innovativa, perché strutturalmente calcolabile, di facile e veloce utilizzo e non richiede manutenzioni successive» spiega il dirigente del settore Difesa del Suolo, Pierantonio Zanchetta. L’operazione ha un costo complessivo vicino ai 200.000 euro.
«Grazie alla struttura della Difesa del Suolo siamo riusciti a intervenire anche in questa situazione di dissesto – commenta il consigliere provinciale delegato, Massimo Bortoluzzi -. Capiamo perfettamente le condizioni di chi è costretto a convivere con le frane, ed è proprio per questo che la Provincia si adopera sempre per effettuare con prontezza ed efficacia questo genere di interventi. Nessun territorio viene dimenticato, neanche quelli più periferici. È il nostro obiettivo, anche nell’ottica del contrasto allo spopolamento della montagna».

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