Tradizioni, cultura popolare, antichi lavori radicati nel territorio e portati in giro per il mondo. Questo e molto altro al centro dell’undicesima edizione della rassegna “Vecchi Mestieri”, svoltasi domenica 2 settembre a Farra d’Alpago. Un tuffo nella quotidianità del passato rievocata attraverso gastronomia, giochi, artigianato e lavori tipici. Numerosissime le dimostrazioni: dai gelatieri zoldani, agli scalpellini di Castellavazzo, passando per la filiera della lavorazione della lana, la produzione del formaggio, la scultura, la pesca, ecc. Ricchissima anche l’offerta culinaria, con i piatti tipici della tradizione gastronomica bellunese. La giornata ha avuto come protagonista, poi, la Grande Guerra, con la ricostruzione di una trincea e l’esposizione di divise militari austro-ungariche e italiane e di uno storico abito da crocerossina. Spazio inoltre al mondo della scuola, con la sfilata dei bambini in grembiule nero anni ’50. Il tutto accompagnato dalla note musicali della Banda di Farra e dei The Brass Folkers. Presente anche l’Abm con un proprio stand dedicato all’emigrazione nelle miniere. Stand gestito da Marco Crepaz e Luciana Tavi in collaborazione con la Famiglia ex emigranti dell’Alpago e il Museo Mineralogico e Paleontologico di Agordo. Un lavoro, quello del minatore, che ha profondamente segnato generazioni di bellunesi, impiegati in Italia e all’estero. Un lavoro ricordato attraverso attrezzi del mestiere, immagini e testimonianze dirette di ex minatori e loro famigliari. «Un’edizione pienamente riuscita», il commento di Edda De Prà, del Comitato Vecchi Mestieri che organizza la manifestazione. Manifestazione che oltre a quello ricreativo ha anche uno scopo benefico. L’incasso, infatti, viene sempre donato a una o più famiglie del luogo in difficoltà.
373. A Farra d’Alpago, all’interno della rassegna “Vecchi mestieri”, rivive il duro mestiere del minatore
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