Rapporto Italiani nel Mondo 2013: Nuovi emigranti e nuova emigrazione

da | 25 Giu 2013

Tempo di lettura: 6 minuti

Sarà presentato in autunno il Rapporto Italiani nel Mondo 2013 curato dalla Fondazione Migrantes, che annuncia lo slittamento del consueto appuntamento organizzato prima dell’estate per consentire una maggiore completezza di dati e il coinvolgimento delle istituzioni civili ed ecclesiali, del mondo accademico e delle associazioni.

L’ottavo Rapporto inaugurerà inoltre una nuova fase del progetto editoriale nato per fornire un’analisi della mobilità italiana aggiornata, pur senza dimenticare le vicende del passato. Una nuova strutturazione e una diversa organicità interna che saranno arricchite da indagini e ricerche promosse ad hoc dalla Fondazione. Tra esse, il progetto Amico (Analisi della Migrazione degli Italiani in Cina Oggi), che mira ad analizzare l’esperienza lavorativa e di vita degli italiani in Cina e gli aspetti che rendono sempre di più il paese una meta per l’emigrazione. Il progetto sarà completato nel 2014, ma è prevista un’anticipazione nel Rapporto 2013, in vista del quale una nota della Migrantes annuncia alcuni dati.

Crescono del 3,1% rispetto al 2012 ( +5,5% rispetto al 2011) gli italiani residenti all’estero iscritti all’Aire (l’anagrafe loro riservata) il 1° gennaio 2013: sono 4.341.156, il 7,3% dei circa 60 milioni di italiani residenti in Italia, 132.179 iscrizioni in più rispetto al 2012. La maggior parte di essi – rileva la nota – risiede in Europa (2.364.263, il 54,5% del totale), seguita dall’America (1.738.831, il 40,1% del totale) e, a larga distanza, da Oceania (136.682, il 3,1%), Africa (56.583, l’1,3%) e Asia (44.797, l’1%).

L’aumento più vistoso della presenza di connazionali nell’ultimo triennio si regista in Asia (+18,5%) e, a seguire, in America (+6,8%), Africa (+5,7%), Europa (+4,5%) e Oceania (+3,6%). Il trend positivo dell’Asia continua anche nel biennio 2012-2013, con un +8,6%, che indica come anche l’Italia, come il resto del mondo, abbia volto lo sguardo alle mille opportunità offerte, oggi, dall’Oriente.

Le comunità di cittadini italiani all’estero numericamente più incisive continuano ad essere quella argentina (691.481), quella tedesca (651.852), quella svizzera (558.545), la francese (373.145) e la brasiliana (316.699) per restare alle nazioni che accolgono collettività al di sopra delle 300 mila unità. A seguire, il Belgio (254.741), gli Stati Uniti (223.429) e il Regno Unito (209.720).

52,8% (quasi 2 milioni e 300 mila) degli italiani residenti all’estero all’inizio del 2013 è partito dal Meridione, il 32% (circa 1 milione 390 mila) dal Nord e il 15,0% dal Centro Italia (poco più di 662 mila); prima regione di flussi in uscita la Sicilia (687.394 i siciliani residenti all’estero), seguita da Campania, Lazio, Calabria, Lombardia, Puglia e Veneto. Il confronto dei valori regionali del biennio 2012-2013 fa emergere la particolare dinamicità che, nell’ultimo anno, ha caratterizzato in particolare la Lombardia (+17.573 gli emigrati all’estero), il Veneto (+14.195) e, solo successivamente, la Sicilia (+12.822). Torna protagonista dei flussi in uscita il Nord Italia, a discapito delle regioni del Sud dove probabilmente la crisi, da fattore di spinta, si è trasformata in causa di impedimento allo spostamento – suggerisce la nota.

L’analisi delle presenze all’estero per origine provinciale evidenzia la preminenza delle regioni del Sud Italia. Ad esclusione di Roma, prima in graduatoria con più di 298 mila residenti, seguono soprattutto province siciliane e campane. In particolare nella graduatoria delle prime 10 province si susseguono Cosenza (152.403), Agrigento (152.403), Salerno (119.095), Napoli (113.787), Catania (108.413), Palermo (107.658) e Avellino (102.230). In nona posizione si trova Milano (98.583) e, a chiudere, vi è Potenza (95.653). Roma e Milano, rispettivamente con +8.838 e +5.794 unità, sono le province che hanno registrato gli aumenti più consistenti dal 2012 al 2013, seguite da Cosenza (+4.802) e Torino (+4.132).

A livello generale considerando i comuni con il numero maggiore di iscritti all’Aire Roma, con 274.249 iscrizioni, apre l’elenco seguita da altre 7 “grandi” città italiane – Milano, Napoli, Torino, Genova, Palermo, Trieste, Catania – anche se con numeri molto distanziati dalla Capitale. A seguire il primo “piccolo” comune, Licata, l’unico non capoluogo tra i primi dieci.

Il numero degli espatri di italiani registrato nei dati Istat del 2011 è il più alto dal 2000: nel solo anno 2011 sono tornati dall’estero 31.466 (+3.274 rispetto al 2010) italiani a fronte di 50.057 partenze (+10.512 rispetto al 2010). Gli italiani emigrati per l’estero hanno in media 34 anni e sono uomini nel 53,1% dei casi. Tra coloro che sono rimpatriati, invece, prevalgono le donne (51,9%) con un’età media di 36 anni e mezzo.

Dall’Italia dunque si emigra ancora, e l’impegno della Fondazione Migrantes è sollevare interrogativi e proposte alla luce dell’incremento numerico degli spostamenti che riguardano oggi migliaia di giovani, mediamente preparati o altamente qualificati, con qualifiche medio alte o privi di un titolo di studio.

Alla Cina il Rapporto dedica la specifica ricerca “Amico”, sopra richiamata e ancora in corso, basata sull’elaborazione di dati statistici, ma anche sulle testimonianze degli italiani raccolte durante un’indagine sul campo condotta nell’aprile del 2013 a Pechino, Canton e Shanghai, indagine che ha consentito di coinvolgere connazionali attivi nei settori più disparati e cogliere le problematiche più avvertite in questa esperienza.

Approntato anche un sondaggio online (disponibile all’indirizzo: https://docs.google.com/forms/d/198MX1OEa7WfLoRM5QdPUhqdSLG7sbc3TD8gY_EOJYB4/viewform?pli=1) per rilevare le caratteristiche della “migrazione sommersa”, di coloro cioè che risiedono in Cina per brevi periodi e che quindi non risultano iscritti all’Aire. Nel 2013, rispetto all’anno precedente, hanno stabilito la residenza in Asia più di 3.500 italiani. Il paese maggiormente interessato da questi spostamenti è stato la Cina la cui comunità italiana è costituita da oltre 6.700 unità (+905 italiani residenti nel 2013), presenza triplicata rispetto al 2006 con un picco di trasferimenti nel 2009. Il 71% della popolazione italiana in Cina risiede a Hong Kong e nelle aree di competenza di Shanghai (34% e 37%), il 16% nelle province che fanno capo alla circoscrizione di Pechino e il 13% in quelle amministrate dal Consolato generale di Canton.

Tra gli italiani che decidono di trasferirsi in Cina, si sta facendo strada una categoria particolare: quella dei cinesi di “ritorno”, ovvero i cittadini cinesi nati o cresciuti in Italia che grazie ai titoli di studio ivi acquisiti e alla padronanza della lingua italiana e cinese, si lasciano alle spalle la recessione in Europa per cavalcare l’ondata di crescita della Cina. Un crescente flusso di forza-lavoro intellettuale di origine italiana esporta “eccellenze” sotto forma di servizi e cultura non solo nei classici prodotti di punta del made in Italy, ma in ambiti quali l’architettura, l’urbanistica, la conservazione del patrimonio artistico, la sanità, ecc. Si aprono così spazi innovativi nel mercato del lavoro per gli italiani in Cina, ma anche un’interessante vetrina per aumentare la nostra competitività sul mercato cinese.

“I nuovi e numerosi dati, ma soprattutto i lavori di studio e di ricerca che saranno presenti nel Rapporto Italiani nel Mondo 2013 – commenta mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Migrantes – costituiscono un invito a superare le facili letture approssimative, che riducono gli emigrati italiani ai soli cervelli in fuga, anche perché ad emigrare sono persone nella loro interezza umana e dignità, e a prendere in considerazione la molteplicità di storie, di vissuti e di condizioni di persone e famiglie italiane in emigrazione, che rappresentano una tra le più significative espressioni della vita del nostro Paese, ma anche della dimensione globale del mondo odierno”.

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