Il Premio Montale Fuori di Casa a un bellunese «per scelta sentimentale». Così si definisce il nostro affezionato lettore Rodolfo Vettorello, che bellunese lo è anche di sangue, come spiega lui stesso: «figlio di madre bellunese, con nonni bellunesi e casa di famiglia alle Gravazze di Santa Giustina».
Nato a Castelbaldo (Padova) nel 1937, laureato in Architettura al Politecnico di Milano (dove tuttora risiede) negli anni Sessanta con Gio Ponti e Ernesto Rogers e da sempre appassionato di poesia, Vettorello si è aggiudicato l’edizione 2020 del riconoscimento istituito dall’Associazione Percorsi in memoria del poeta, scrittore e giornalista Nobel per la letteratura nel 1975. La cerimonia di consegna si è svolta il 5 giugno scorso, online, come imposto dalle misure anti-Covid.
Premiati i numerosi riferimenti a Montale presenti nei versi di Vettorello, autore che, come ha scritto il critico Paolo Lagazzi a commento dell’assegnazione: «È come un antico artigiano di rime, ritmi e accenti», un «singolare, defilatissimo, quasi invisibile poeta» che «si muove tra la vita e la scrittura con naturalezza, semplicità e lucidità».
Vettorello, che ha all’attivo ventidue raccolte di poesia, non è nuovo ai riconoscimenti, avendo conquistato il Rhegium Julii nel 2010, 2012 e 2018 ed essendo stato insignito dall’Università Pontificia Salesiana di Roma della laurea honoris causa “Apollinaris Poetica”.
Un bellunese nel mondo che rende onore alla terra di origine.
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