Aiutatemi a ricordare i minatori morti nelle miniere del Belgio

da | 26 Gen 2016

Tempo di lettura: 3 minuti

Riceviamo e pubblichiamo

Il giornalista padovano Walter Basso chiede a chi ha avuto un familiare, un parente, un conoscente tra le vittime di incidenti in miniera in Belgio dal 1946 al 1972, di contattarlo per onorarne la memoria in un libro

Dal 1946 al 1963 in Belgio si svolse la cosiddetta “Battaglia del carbone”, ovvero la disperata ricerca di minatori stranieri per poter estrarre il carbone che era indispensabile a tutta l’Europa per le rinascita dopo la guerra. L’Italia, carente di materie prime, gravata da pesantissima disoccupazione e timorosa di conflitti interni, prese la palla al balzo e stipulò (23 giugno 1946) un protocollo che fu successivamente definito “Braccia in cambio di carbone” in quanto si impegnava ad inviare circa 50.000 uomini, giovani, sani ed ignari destinati quasi tutti al lavoro più pesante nelle miniere (abbattitori di carbone) in cambio della prelazione di circa 200 chilogrammi al giorno a minatore. Iniziò così un esodo biblico di uomini e poi le relative famiglie (circa 180.000 persone, molti i Bellunesi) ) in Belgio dove fino al 1972 circa 1000 furono le vittime dirette di incendi, frane, scoppi di gas, cadute di ascensori, e altre decine di migliaia furono i morti (che continuano tuttora) per la silicosi, terribile malattia polmonare provocata dalla polvere di silicio. Le vite dei nostri connazionali, vissute negli hangar dei campi di concentramento, nelle baracche e poi nei ghetti fu un vero incubo e nessuna delle promesse fatte dalle istituzioni dei due Governi furono mantenute. Lo sfruttamento continuo e metodico, la mancanza totale di sicurezza e di rispetto per la vita umana, furono chiari solo dopo l’8 agosto 1956 quando a Marcinelle in uno strano incidente a circa 1000 metri di quota perirono 262 uomini di cui 136 italiani…
Io Walter Basso giornalista padovano già autore di un volume dedicato a mio padre e a mio zio entrambi morti di carbone, di fronte al silenzio che da sempre circonda l’epopea di questi uomini, morti per fame e dimenticati completamente, anzi ignorati, da Stato e Istituzioni, sto cercando di portare alla luce innanzitutto i nominativi delle “vittime invisibili” che non hanno fatto notizia (moltissimi i deceduti in incidenti singoli che spessissimo nessun media ha comunicato), analizzare le motivazioni politiche di tale silenzio, riportare foto, documenti ufficiali e quant’altro possa essere utile per comprendere appieno il fenomeno di tale immigrazione. Lo scopo di tutto questo? Far conoscere anche alle nuove generazioni una parte della nostra storia recente volutamente occultata, mettere in mostra il dolore e la fatica che l’emigrazione comporta, illustrare il lavoro del minatore , definito “il peggior lavoro del mondo” e, ripeto, far tornare anche se per un solo attimo alla luce i nomi di tanti poveri veri eroi mai riconosciuti tali anzi relegati all’invisibilità assoluta. Aiutatemi, mandandomi informazioni anche semplici, scrivendo un’e-mail a info@edizioniscantanauchi.it. Oppure telefonando a 335.8315665, o scrivendo a Walter Basso Via Straelle di Rustega 20, 3015 Camposampiero PD.
Grazie.

minatori in belgio

Squadra di minatori nella zona mineraria tra Namur e Charleroi all’inizio degli anni ’50

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