Continuano le visite da parte degli scuole bellunesi al MiM Belluno, il Museo interattivo delle Migrazioni presente presso la sede dell’Associazione Bellunesi nel Mondo e che, a distanza di un anno dalla sua inaugurazione, ha registrato 2.500 presenze. Martedì 20 maggio erano presenti le classi prima e terza della scuola media di Pedavena. Seguiti dalle guide Marco Crepaz e Luciana Tavi gli studenti hanno potuto vivere un percorso multimediale attraverso i 150 anni di emigrazione italiana che ha portato in giro per il mondo venticinque milioni di italiani. Oltre all’emigrazione storica la quarantina di alunni proveniente da Pedavena ha potuto scoprire, con una serie di video interviste, anche la nuova emigrazione presente nel tessuto provinciale e la comunità di immigrati residente a Belluno.
L’interattività del MiM ha proposto due testimonianze dirette agli alunni. Quella di Aldo Chierzi, con oltre quarant’anni di vita vissuta all’estero nella costruzioni di grandi opere, e quella di Jubline-Juslene Kiatatouka, da cinque anni residente a Belluno.
Due vite differenti. Una di uscita e una di entrata nel nostro Paese. Se il racconto di Chierzi, con le sue avventure estere, ha colpito gli studenti, quello di Kiatatouka ha commosso tutti. “Sono scappata dalla mia terra perché c’era la guerra e perché volevo dare un futuro a mia figlia, colpita da una malattia rara – la testimonianza di Jubline che con commozione ha continuato dicendo come – la nostalgia del suo paese, dei suoi amici e dei suoi parenti è forte. Sogno ogni giorno di ritornare a casa. Qui però sto bene e i bellunesi, seppure al primo impatto sembrino chiusi, hanno un grande cuore e mi sento accolta e in pace”.
Chierzi, nel suo intervento, ha suggerito di imparare almeno due lingue prima di decidere di vivere un’esperienza all’estero. Numerose e intelligenti le domande dei ragazzi. Chiaro segnale di una maturità e sensibilità che fa ben sperare per il futuro della nostra società.
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