La scomparsa di Padre Tassello, una perdita che travalica i confini della Svizzera e dell’Italia

da | 26 Mar 2014

Tempo di lettura: 5 minuti

Graziano TasselloSi sono tenute ieri 25 marzo, a Basilea, le esequie funebri di Padre Graziano Tassello, missionario scalabriniano e profondo studioso e amico delle comunità italiane emigrate. Dal 1998 al 2014 ha diretto il Centro studi e ricerche per l’emigrazione (CSERPE) di Basilea ed ha svolto il suo ministero sacerdotale presso la Missione Cattolica di Lingua Italiana di Allschwil-Leimental, seguendo anche alcune comunità di origine filippina a Basilea. La salma di Padre Tassello sarà tumulata a Cologna Veneta (Verona), dove era nato il 26 giugno 1941 e dove sarà celebrata la funzione religiosa in sua memoria. Aveva compiuto la sua formazione teologica a New York dal 1962 al 1966 ed era stato ordinato sacerdote il 12 giugno 1966.

Padre Tassello ha svolto attività missionaria tra gli emigrati in Australia a Sydney e Adelaide dal 1966 al 1971 e, dopo avere assolto vari corsi di studio, ha iniziato a lavorare come ricercatore presso il Centro Studi Emigrazione di Roma, assumendone la direzione nel 1986. Ha diretto la rivista “Dossier Europa Emigrazione” dal 1986 al 1995 e la rivista “Studi Emigrazione” dal 1995 al 1998. Dal 1989 al 1998 è stato Consigliere nella Direzione Generale della Congregazione dei Missionari Scalabriniani e dal 2005 al 2008 Consigliere nella Direzione della Regione Europa e Africa. Dal 1991 fino a oggi ha fatto parte del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, di cui era presidente della Commissione Scuola e Cultura. Ha scritto numerosi libri e saggi sul fenomeno delle migrazioni e sulla pastorale migratoria.

Di seguito, riportiamo l’allocuzione pronunciata dal presidente Unaie Franco Narducci al termine della toccante cerimonia funebre, celebrata dal Vescovo in una chiesa gremita di connazionali:

(Basilea, 24 marzo 2014) – Sono tanti i sentimenti che invadono l’animo e la mente quando “sorella morte”, come amava chiamarla Graziano, strappa via un essere umano ai suoi affetti più cari: familiari, amici e conoscenti. Ma ieri mattina, quando si è diffusa la notizia della scomparsa di Padre Tassello, al senso di sgomento, di costernazione e d’impotenza, hanno fatto compagnia il sentimento di rammarico e di gratitudine. Rammarico per la scomparsa di un amico e gratitudine per una persona che per tantissimi di noi è stato un punto di riferimento fondamentale nella complessa e spesso difficile lotta per preservare quei valori italiani e quella identità culturale che elevano una comunità a popolo e le trasmettono quel giusto orgoglio di appartenere ad una nazione. Una nazione detentrice di un patrimonio religioso, artistico e umanistico di cui Padre Tassello era il narratore instancabile.

Graziano, se tu fossi ora qui con noi sapresti esprimere sapientemente quelli che sono i sentimenti di noi tutti di fronte ad un lutto che priva la tua famiglia, la comunità scalabriniana e gli italiani residenti all’estero della sua voce migliore. Quante volte lo hai fatto, confortandoci nelle analisi, indicandoci la strada da percorrere, incoraggiandoci per sconfiggere il pericolo di rassegnazione.

Ti ascoltavamo ogni volta in silenzio, concentrati a cogliere tutto perché tutto era importante, e ci sorprendevi sempre per la forza delle tue argomentazioni, per le intuizioni meditate e spontanee nello stesso tempo, per quell’autorevolezza che i rappresentanti delle Istituzioni apprezzavano e rispettavano, derivando essa dalla profonda conoscenza delle nostre comunità emigrate, da una estesa cultura maturata sul campo e dalla tua grande sensibilità e fede cristiana, ancor prima che religiosa e pastorale.

Ci hai insegnato che per vivificare le comunità italiane emigrate bisogna investire su di esse, renderle protagoniste e imprenditrici del proprio destino. Non eri contrario “all’invadenza” dello Stato, anzi ultimamente criticavi spesso uno Stato che dimentica la sua diaspora nel mondo, che ignora le sofferenze di tantissimi emigrati anziani rimasti sempre fedeli alla Patria lontana e ai valori del proprio Comune natio. Ma avevi intuito, con largo anticipo, che per mantenere vive le comunità emigrate, per salvaguardare il patrimonio di valori che hanno conservato intatto nonostante la rapidità dei cambiamenti globali, bisognava promuovere la capacità di essere e di operare dentro e per le comunità, come i tuoi maestri di vita e di fede, il Beato Giovani Battista Scalabrini e madre Francesca Saverio Cabrini, ci hanno insegnato.

Ma purtroppo tu non sei più con i vivi in terra e tocca ora a noi esprimere questi concetti, la forza di queste idee e la forza dell’impegno a cui personalmente non ti sei ma sottratto.

Te ne sei andato in punta di piedi, quasi senza voler dare disturbo, lieve come le pagine dei tuoi libri, sebbene fossi una persona volitiva e intransigente quando si trattava di difendere i diritti delle persone, soprattutto di coloro in difficoltà o che erano stati emarginati dalla società.

Ci mancherai, Graziano, ci mancherà la tua passione che abbiamo sempre riscontrato in campo migratorio, ci mancheranno le tue analisi sui bisogni emergenti delle comunità italiane all’estero e in particolare dei nuovi emigrati che lasciano l’Italia. Con la consueta intelligenza di analisi avevi colto subito l’evoluzione in atto e la necessità di nuovi strumenti, quasi con l’impazienza di voler accelerare i tempi. Ce ne avevi dato ancora una volta testimonianza poche settimane fa, proprio qui a Basilea intervenendo al Convegno delle Acli sulle nuove mobilità transnazionali.

Anche in quell’occasione ci avevi invitato a saper dialogare, tralasciando le sterili polemiche e mantenendo sempre viva la volontà di confrontarsi, di ricercare vie nuove e metodi più consoni per rispondere ai diritti delle comunità italiane nel mondo.

Mancherai al Consiglio Generale degli Italiani all’estero che hai sempre difeso e onorato fin dai suoi primi passi, mancherai alla tua comunità pastorale. Ci mancheranno il tuo apporto e le tue amate citazioni di Sepulveda anche se sappiamo che, citando le tue parole, ora puoi “contemplare il volto di Dio non da straniero”.

Tutti noi ereditiamo l’esempio che ci deve vedere impegnati a portare avanti nel quotidiano la dedizione al mondo delle migrazioni, una passione permeata di intelligenza per la tutela dei diritti non solo degli italiani all’estero ma di tutti i migranti, una determinazione a svolgere un importante ruolo di mediazione tra istituzioni e comunità.

Ti ricorderemo sempre come ci hai insegnato: “quando proverete tristezza e vi mancherò, allora guardate nei vostri cuori e li mi troverete”.

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