Calalzo di Cadore. Ritrovato nella notte un cercatore di funghi

da | 21 Ago 2024 | 0 commenti

Tempo di lettura: 3 minuti

Un’operazione di soccorso si è conclusa felicemente nella tarda serata di ieri, quando un cercatore di funghi di 74 anni è stato ritrovato vivo dopo ore di ricerche serrate tra i boschi del Cadore.

L’allarme è scattato alle 18:45, quando la Centrale del 118 ha ricevuto una chiamata dalla moglie dell’uomo, residente a Pieve di Cadore. Preoccupata per il mancato rientro del marito, partito in auto alle 14 per un’uscita in cerca di funghi della durata prevista di 2-3 ore, la donna ha richiesto l’intervento del Soccorso alpino.

Il team di Pieve di Cadore, insieme a quello di Centro Cadore, si è immediatamente mobilitato, localizzando l’auto del disperso parcheggiata in Val Vedesana. Da quel punto, le ricerche si sono concentrate sulla zona in cui l’uomo avrebbe dovuto dirigersi, precisamente nei pressi di Casera d’Aiaron. Tuttavia, l’intervento decisivo è avvenuto grazie all’unità cinofila molecolare, il cui cane ha rilevato una pista diversa, conducendo i soccorritori verso la località Croda e il Rifugio Baion.

Attraversando un bosco ripido e insidioso, reso ancor più pericoloso dagli alberi abbattuti, la squadra ha seguito il fiuto infallibile del cane fino a quando la vegetazione densa ha ostacolato l’avanzamento. È stato in quel momento, con gli alberi caduti che impedivano ulteriori movimenti, che i soccorritori hanno chiamato a gran voce il nome dell’uomo. Finalmente, a circa 300 metri di distanza, è arrivata una risposta.

Il 74enne è stato trovato bloccato tra la vegetazione, seduto contro un tronco, visibilmente provato dall’esperienza. Presentava contusioni, una leggera ipotermia, dolori alla schiena e diverse ferite dovute alle cadute. Grazie all’impiego di un drone dotato di termocamera e visori notturni, i soccorritori sono riusciti a individuare con precisione le coordinate del luogo in cui si trovava l’uomo.

Subito dopo, due medici del Soccorso alpino hanno raggiunto l’infortunato, fornendogli le prime cure. Il recupero è avvenuto mediante un verricello di 70 metri, utilizzato dall’equipe medica e dal tecnico di elisoccorso di Trento emergenza, che si sono affiancati ai soccorritori già presenti sul posto.

L’uomo è stato infine trasportato in sicurezza all’ospedale di Belluno per ulteriori accertamenti e cure. L’intera operazione, che ha coinvolto una ventina di soccorritori, tre droni e l’unità cinofila molecolare, si è conclusa attorno alle 23:15, con un lieto fine che ha riportato il sollievo tra i familiari e i soccorritori.

La vicenda sottolinea ancora una volta l’importanza della tempestività e della coordinazione nelle operazioni di soccorso, elementi fondamentali per garantire il successo di interventi in ambienti ostili come quelli montani.

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