126. BELLUNO SI CANDIDA A OSPITARE IL MUSEO NAZIONALE DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA

da | 1 Ago 2016

Tempo di lettura: 4 minuti

_firma_emiDigitando su Google “Museo nazionale dell’emigrazione italiana” e accedendo al sito del MEI il risultato è perlomeno singolare. O meglio, assente. “Nessun risultato: sembra che non siamo riusciti a trovare ciò che cercavi. Forse una ricerca potrebbe essere di aiuto”, questo quanto si trova di fronte chi vuole entrare e dare un’occhiata a quello che dovrebbe essere il sito del museo che racconta l’epopea di oltre 25 milioni di nostri italiani in tutto il mondo.

Pochi giorni fa sulle colonne del Corriere della Sera era uscito un articolo di Gian Antonio Stella che addirittura denunciava come lo stesso sito desse accesso a materiale pornografico. Questo lo stato delle cose attualmente per quanto riguarda un tema già insufficientemente trattato soprattutto a livello scolastico.

Nato nel 2009 presso il Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma, il Museo nazionale dell’emigrazione italiana, su decisione del ministro Franceschini verrà ora spostato al MuMa, il Museo del Mare di Genova. Da Genova partirono infatti milioni di emigranti per solcare l’oceano in cerca di fortuna. È un peccato però che sull’argomento il Veneto non venga mai preso in considerazione. Andando a guardare i dati, infatti, si vede come nel periodo cosiddetto della Grande Emigrazione sia stato proprio veneto il contributo principale in termini numerici: nel quarantennio tra il 1876 e il 1915 sono più di 1.880.000 le partenze dal Veneto, prima regione in Italia davanti a Piemonte, Campania, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Lombardia. Nei cent’anni tra il 1876 e il 1976 le partenze sono 3.240.395. Numeri che parlano da sé. La storia dell’emigrazione è la storia del Veneto. Due realtà inscindibili che meritano un riconoscimento. Per questo motivo il MiM Belluno, il museo interattivo delle migrazioni, che in tre anni di attività ha già all’attivo oltre 12.000 visite, soprattutto da parte di studenti, lancia la proposta di candidare Belluno come sede del Museo nazionale dell’emigrazione, se non in sostituzione a Genova, perlomeno come centro di cooperazione con la città ligure.

Il MiM, attraverso la collaborazione con l’Associazione Bellunesi nel Mondo – che sta dando vita ad un nuovo Centro studi sulle migrazioni – e grazie all’apporto della rete dei soci dell’associazione, potrà contare su un costante apporto di materiale documentale e di testimonianze sulla storia dell’emigrazione. Quasi 3.000 files (fotografie, lettere, documenti) sono già stati digitalizzati e archiviati, 62 ore di video-testimonianze sono già state raccolte, e il patrimonio è in costante aumento.

Ovviamente gli spazi che attualmente ospitano il MiM, situato presso la sede dell’ABM, non sono sufficienti, ma l’amministrazione comunale di Belluno si è già detta disponibile a dare appoggio a questo progetto. «Qualche mese fa, l’ABM aveva inviato al ministro Franceschini una lettera per metterlo a conoscenza dell’esistenza del MiM e della disponibilità a collaborare per il nuovo Museo nazionale dell’emigrazione – il commento del presidente ABM Oscar De Bona – La proposta è stata in questi giorni rinnovata». L’invito a sostenere la proposta è stato inoltre presentato al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e all’assessore ai flussi migratori Manuela Lanzarin, che si sono sempre dichiarati legati alla tematica dell’emigrazione, e alla Presidente della Provincia di Belluno Daniela Larese Filon. Il Presidente ABM Oscar De Bona auspica che questa candidatura «non tanto in antitesi con Genova, ma per una collaborazione, venga accolta, cosicché la nostra regione possa finalmente avere una giusta rappresentanza a proposito di un tema rispetto al quale tantissimi veneti hanno dato con tanti sacrifici e con la propria vita un contributo fondamentale. Contributo che è andato a beneficio dell’intero Paese».

Dove realizzare la sede del nuovo Museo dell’emigrazione italiana, o comunque veneta? Posti liberi nel comune capoluogo ce ne sono. «Stiamo valutando le sale di Palazzo Bembo – il pensiero di De Bona – ma è presente anche la ex sede della Banca d’Italia oppure Palazzo Minerva, storico edificio nel cuore di Belluno in cui già nel 2004 si pensava di realizzare un museo inerente l’emigrazione. Che sia un segno del destino?».

L’ABM lancia dunque una raccolta firme per far sentire che i cittadini veneti hanno a cuore la questione. Per maggiori informazioni contattare gli uffici ABM in via Cavour 3 a Belluno (tel. 0437 941160 – info@bellunesinelmondo.it).

Clicca qui per scaricare il modello. “raccolta firme”. Stampalo e aiutaci nella raccolta. Grazie

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