Uno sguardo obiettivo sulla presenza degli italiani in Eritrea nel periodo coloniale. Il racconto di una vicenda familiare attorno alla quale si intrecciano diverse storie da cui emergono le questioni dell’emigrazione, del lavoro degli italiani in colonia, delle relazioni con le indigene, del meticciato e delle durissime conseguenze delle leggi razziali di Mussolini. Tutto questo è emerso giovedì 19 maggio nella presentazione del libro “L’Africa non è nera” di Paola Pastacaldi, tenutasi alle 18.00 nella sala riunioni della sede ABM. L’evento, organizzato dalla Biblioteca delle migrazioni “Dino Buzzati”, ha visto la partecipazione di un pubblico attento e interessato, anche direttamente, per ragioni familiari, alla tematica trattata. Sono stati infatti molti i veneti e i bellunesi partiti alla volta dell’Africa orientale negli anni ’30, inseguendo promesse e illusioni offerte dal Duce, spentesi poi, come racconta il libro, con l’arrivo degli inglesi nel ’41 e la graduale scomparsa dei quasi 100.000 italiani presenti in Eritrea. Dopo l’introduzione del presidente onorario ABM Gioachino Bratti e il saluto della vicepresidente Patrizia Burigo, l’autrice del libro Paola Pastacaldi ha spiegato i motivi che l’hanno spinta a scrivere il romanzo e ha raccontato la storia di cui tratta il libro, quella del nonno che lasciò il Veneto per lavorare e dare un futuro alla famiglia, e della figlia che lo raggiunse ad Asmara e si innamorò di un meticcio, figlio di un diplomatico italiano vissuto a fine Ottocento ad Harar, in Etiopia, e di una donna oromo.
96. “L’AFRICA NON E’ NERA”. PRESENTATO IL LIBRO DI PAOLA PASTACALDI
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