LAMON

stemma del comune di Lamon

  • Municipio: 16, piazza 3 Novembre
  • C.A.P.: 32033
  • Prefisso: 0439
  • Tel: +39 (0)439 794 1
  • Fax: +39 (0)439 794 234
  • Abitanti: 3411
  • Superficie: 54.35 km²
  • Altitudine massima: 2069 m slm
  • Altitudine minima: 327 m slm
  • Web: http://www.feltrino.bl.it/lamon
  • E-mail: lamon@feltrino.bl.it
  • Associato alla: Unione Montana Feltrina
  • Area: U.M. Feltrina

L’ambito geografico

Il territorio lamonese è situato in posizione elevata sulla destra orografica del torrente Cismon. Lamon si trova a 594 m e costituisce un popoloso centro abitato disteso su un vasto altopiano. Intorno al capoluogo vi sono diverse località e borgate mentre più distanti sono la frazione di Arina e quella di S. Donato. Entrambe abbarbicate in declivi decisamente impervi godono di ottime bellezze naturali e di altrettanto suggestivi scorci panoramici.
Il territorio comunale infatti presenta delle caratteristiche molto significative che danno luogo ad un ambiente vario e meritevole di apprezzamento. Dal lago di Senàiga al Monte Coppolo, dalle campagne in prossimità del capoluogo alla cerniera di boschi e di pascoli che tratteggiano l’orizzonte in direzione di Col Perer e più ad ovest verso i territori trentini di Castel Tesino, Lamon è in grado di fornire una ricca panoraminca dove si incontrano i paesaggi dolci e quelli orridi, il bel centro paesano e la considerevole diffusione della residenza nel territorio.
A Lamon si arriva principalmente attraverso la strada che da Ponte Serra raggiunge l’altopiano, ma poco più a nord a Ponte Oltra altra buona viabile vi conduce. Già zona di confine fino alla Prima Guerra Mondiale, una strada collega Lamon con Castel Tesino in provincia di Trento mentre analogo collegamento verso il Tesino c’è percorrendo la strada (più stretta e in parte sterrata in territorio trentino) che inizia dopo la frazione di Arina.

Il fagiolo di Lamon

In tutto il Feltrino il fagiolo è intensamente coltivato da secoli, ma indubbiamente la zona che eccelle da questo punto di vista è quella di Lamon dalla quale il celebre legume ha preso il nome.
Le classificazioni da sempre invalse nella terminologia riferita ai fagioli di Lamon recuperano alcune varietà di essi: la più importante è quella tra spagnòl e calònega.
I fagioli di quest’ultima varietà sono ritenuti meno pregiati, ma si prestano per la loro coltivazione in terreni più aridi, in quanto sono più resistenti alla siccità. La qualità spagnòl, invece, ha bisogno di terreni più umidi. A sua volta è costituita da tipologie diverse, tra le quali figurano gli spagnòl classici e gli spagnolìt, di dimensioni più ridotte.
Per l’agricoltura locale il fagiolo ha rappresentato in passato una fonte apprezzabile di sostentamento delle famiglie.
Oggi a Lamon come in altre località del Feltrino la sua coltivazione sta recuperando vigore. Ciò anche in aderenza all’attività di promozione e di tutela operata dal Consorzio appositamente costituito per la valorizzazione del fagiolo di Lamon. Ogni anno Lamon festeggia degnamente il suo fagiolo con manifestazioni a sfondo agricolo, gastronomico e culturale.

Le chiese

La nuova chiesa arcipretale è di costruzione recente. Iniziata nel 1939, fu consacrata nel 1952. È dedicata al Sacro Cuore e il progetto fu opera dell’arch. Del Fabbro. Grande fu l’impegno dell’arciprete mons. A. Slongo per la sua realizzazione. Di stile romanico-moderno è piuttosto maestosa e all’interno presenta tre navate divise da arcate sostenute da colonne.
La parrocchia di Lamon è molto antica.
La vecchia chiesa intestata al patrono S. Pietro, in posizione elevata su un colle, vi doveva essere già a partire dal VIII secolo e divenne parrocchiale nell’XI secolo. Conserva alcune opere d’arte molto belle, alcune delle quali realizzate dal Marescalchi, dal Landrise e dal Frigimelica.
Quella di S. Daniele invece è una chiesa di origini seicentesche affiancata da un campanile dalle sembianze gotiche.
Recentemente il valore di questo edificio è stato rivalutato tanto che, dopo una lunga parentesi nella quale fu sottratto al culto essendo sconsacrato dal 1959 e destinato ad altri scopi, proprio da poco è stato oggetto di un sostanzioso intervento di recupero in direzione di una sua fruizione come contenitore culturale.
Tra le chiese minori merita di essere ricordata quella ai Bellotti dedicata alla B.V. delle Grazie.
La parrocchia di Arina fu fondata nel 1859 e la sua chiesa è intestata alla Madonna della Neve. Di origini seicentesche fu ampliata nel secolo scorso e poi rifatta con lavori eseguiti in parte prima e in parte dopo la Grande Guerra. Fu nuovamente consacrata nel 1924. Il campanile fu ultimato nel 1931.
Chiese minori da ricordare sono quella della Madonna di Caravaggio e quella della Madonna della Neve ai Moggi.
A S. Donato l’omonima chiesa è piuttosto antica. Le origini sono antecedenti al XVI secolo tanto che dopo la distruzione venne ricostruita nel 1512. Alla fine del secolo scorso fu ampliata e successivamente consacrata nel 1926. Ha dignità parrocchiale dal 1686. Rispettivamente dedicate alla Madonna Addolorata e a quella Ausiliatrice sono le chiesette di Valnuvola e di Pian.

Passeggiate ed escursioni e le grotte di S. Donato

Il territorio lamonese presenta molteplici occasioni di contatto con la natura. Escursioni e passeggiate sono possibili in luoghi incantevoli. Per esempio sopra Arina vi sono boschi e prati molto ameni che invogliano il visitatore. Qui, particolare rilievo hanno le Stue della Valporra. Un’altra meta considerevole è quella di Le Ei, appena sopra Lamon dove funzionano frequentati locali con un’ottima proposta gastronomica. È una località dalla quale sono possibili interessanti escursioni intorno al Monte Coppolo.
Le grotte di S. Donato
Sono una delle principali attrazioni dell’area. Dopo S. Donato, prendendo la rotabile della Val Cengia in prossimità del torrente Senàiga, si trova la grotta più importante. Ricca di formazioni calcaree, quali stalagmiti e stalattiti, ha un notevole fascino e rappresenta un interesse scientifico di grande portata. Intorno vi sono altre grotte di dimensioni più ridotte e in passato furono ritrovati reperti dell’orso speleus.

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