COMELICO SUPERIORE

stemma del comune di Comelico Superiore

  • Municipio: 43, via VI Novembre loc. Candide
  • C.A.P.: 32040
  • Prefisso: 0435
  • Tel: +39 (0)435 688 13
  • Fax: +39 (0)435 684 04
  • Abitanti: 2420
  • Superficie: 95.86 km²
  • Altitudine massima: 3092 m slm
  • Altitudine minima: 1000 m slm
  • E-mail: ut.comelico@cmcs.it
  • Associato alla: Unione Montana Comelico
  • Area: U.M. Comelico e Sappada

Caratteristiche principali

Posto sul lembo settentrionale della provincia di Belluno, il Comune di Comelico Superiore, oltreché con la provincia autonoma di Bolzano, confina direttamente con l’Austria. Il trattato internazionale di Rovereto del 1752, da ultimo, confermò tale confine già sufficientemente definito nel corso del ‘400 e del ‘500. Zona transfrontaliera e di passaggio tra realtà etniche, culturali e territoriali diverse, ha sempre rappresentato per i caratteri della sua collocazione geografica un ambito strategico di notevole rilievo.
Oggi la realtà comunale è determinata dall’esistenza di quattro nuclei abitati maggiori: Candide, 1210 m (che è anche la sede comunale), Casamazzagno, Dosoledo e Pàdola. A questi si aggiungono diverse altre borgate che fanno da contorno ai centri principali.
La storia comunale, non diversamente da altri paesi del Cadore, prende le mosse dal sistema regoliero che per secoli ha influenzato e determinato la convivenza civile ed economica degli abitanti.
I documenti più antichi al proposito sono dell’inizio di questo millennio. L’organizzazione in seguito si perfezionò, fu provvista di norme statutarie certe che orientarono – seppur con delle modifiche nel corso del tempo – l’azione regoliera in particolar modo nella gestione dei beni pascolivi e forestali.
Il ‘500 fu il secolo nel quale venne iniziata l’opera di frazionamento dell’antica Regola nelle quattro attualmente esistenti che pertanto continuano l’attività in base alla legge che le disciplina.
Il Comune invece, dopo alcune vicissitudini nel periodo della dominazione napoleonica che provocarono uno sdoppiamento, venne definitivamente riunito durante il governo austriaco dando luogo all’attuale conformazione in quanto confermata anche dopo l’Unità d’Italia.
Candide è il paese più antico e i documenti attinenti alla formazione della Regola lo dimostrano. Sottoposto a distruzioni nel corso delle guerre con gli abitanti della Pusteria e ad incendi, rinacque sempre sulla ridente posizione panoramica in cui sorge.
La bella costruzione del Municipio spicca tra le altre. Di pregio è anche il palazzo Gera-Minucci.
La chiesa è dedicata a S. Maria Assunta e la sua costruzione originaria è antichissima. Quella attuale risale alla seconda metà del ‘700 ed fu realizzata su progetto di Felice Del Fabbro. La parrocchia fu fondata nel 1636 mentre la curazia è di qualche decennio precedente. All’interno della chiesa vi sono affreschi di Giovanni De Min e opere di Pietro D’Andreis, Giovanni Rossi, Guido Reni. La chiesetta di S. Antonio Abate viene invece considerata la più antica di Comelico Superiore: incendiata nel 1508 fu rifatta e sorge presso la chiesa parrocchiale.
Casamazzagno, poco dopo Candide, anch’esso subì incendi e distruzioni. La chiesa nuova risale al secolo scorso e conserva opere di Ghedina e di Tomaso Da Rin. Molto bella inoltre è la chiesetta dedicata a S. Leonardo poco sopra il paese. Di stile gotico, fu costruita nel 1545.
Dosoledo, dei quattro principali nuclei abitati del Comune, è quello più recente. Una chiesa c’era nei primi decenni del ‘500, ma quella attuale è della prima metà del secolo scorso. Progettata dal Segusini – come molte altre dell’epoca – venne eretta nel 1844 e consacrata nel 1847. È sotto il titolo di S. Rocco. All’interno ha affreschi di Giovanni De Min e opere del Brustolon. L’attuale parrocchia è stata eretta nel 1962.
Poco oltre Dosoledo, proseguendo verso Pàdola, all’inizio del ‘400 fu costruito – dapprima in legno e poi in pietra – uno sbarramento delle acque del torrente per consentire la fluitazione del legname verso valle. Si tratta di un’opera molto originale. Quella in pietra fu realizzata dalla famiglia Gera nel 1818-19.
Pàdola, domina dall’alto la valle, in una posizione molto pittoresca. Distrutta più volte da incendi, sia nel ‘500 che nel secolo scorso, venne rifabbricata con costruzioni in muratura secondo il piano urbanistico dell’arch. Segusini.
La nuova chiesa parrocchiale (probabilmente una chiesa c’era già nel ‘300), fu costruita tra il 1862 e il 1869 sempre su disegno del Segusini. In quest’ultimo anno venne anche consacrata. All’interno ci sono opere di Tomaso Da Rin e di De Lorenzi. La parrocchia è dedicata a S. Luca Evangelista. Altre chiesette da ricordare nei dintorni sono quella della Madonna delle Grazie, eretta nel 1859 al ponte Pàdola, e quella dedicata a S. Anna, costruita nel 1699, che sorge sulla strada verso il Passo di S. Antonio.
Comelico Superiore è ricco sotto il profilo paesaggistico e naturalistico. Panorami incantevoli dappertutto, scorci suggestivi e altre meraviglie della natura gli conferiscono delle ottime carte per l’attività turistica che peraltro ha una buona tradizione da molto tempo e altrettante capacità ricettive alberghiere ed extra-alberghiere. Caratteristiche del paesaggio scopribile attraverso innumerevoli escursioni, con alcune vie ferrate sulle catene montuose più note, sono date, oltre che dalla cornice di montagne e boschi, anche da diversi laghetti molto ameni (lago di S. Anna, lago di Cestella, lago Ajarnola e lago di Campo). Inoltre, costituiscono una costante i tipici fabbricati rurali sorti in larga parte del territorio per facilitare l’attività agricola e in particolare la fienagione: i tabies più grandi e meglio strutturati, eventualmente destinati anche al ricovero del bestiame, e i barchi di più ridotte dimensioni, tutti in legno e con la sola funzione di depositi di foraggio.
Costituisce un’indubbia attrazione Valgrande con le sue acque che un tempo si affermò come località termale dotata di albergo e di stabilimento per bagni.
Altra attrattiva è costituita dalle acque ferruginose poco sopra Pàdola sgorganti da una minuscola fontanella.
Anche il cosiddetto sasso della borcia (con cinque coppe incavate nella roccia) è da sottolineare: poco o niente si conosce su di esso.

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