Un viaggio intenso, ricco di emozioni e di incontri, un percorso straordinario di 24.441 chilometri descritto nel libro Ai confini dell’Asia. Avventure e incontri tra zar, sultani e maioliche (Ediciclo Editore, 2020). A compierlo Mario Cimarosti, nato a Puos d’Alpago, che qui racconta per Bellunesi nel Mondo la sua esperienza.
Sono partito dalle splendide Dolomiti bellunesi per raggiungere terre lontane, Paesi incontaminati lungo la via della seta, fino ai confini dell’Asia.
Ho pensato che fosse giunto il momento di raccogliere in un libro le mie esperienze vissute tra questa gente, per far conoscere a più lettori possibili le meraviglie all’ombra di zar, sultani e maioliche.
Durante il mio viaggio mi sono inoltrato in terre straordinarie superando 14 fusi orari diversi, luoghi incantevoli lungo la Via della Seta, oltrepassando zone desertiche come in Mongolia, nel deserto del Gobi, e in Uzbekistan, nel deserto rosso del Kyzulkum, spingendomi fino alla mitica Samarcanda, la terra del grande condottiero dell’Asia centrale Tamerlano. Raggiungendo luoghi di mare incontaminati come il Mar Baltico durante il mio passaggio nella splendida città degli Zar a San Pietroburgo oppure nell’incrocio del Mar di Marmara con il Mar Nero, quando sono arrivato alle porte della storica Costantinopoli, l’attuale Istanbul.
Per questa mia lunga avventura mi sono ispirato al più grande viaggiatore di tutti i tempi, il mitico Marco Polo, che tra il 1200 e il 1300, con il padre Niccolò e lo zio Matteo, partì da Venezia verso l’Oriente. Anche mio padre Ernesto era veneziano, precisamente dell’isola di Murano. È stato un artista vetraio.
Prendendo appunti di viaggio, emozioni quotidiane, incontrando persone di popoli lontani e genti accoglienti e ospitali, ho raccolto esperienze straordinarie che mi hanno insegnato ad abbattere le barriere dei pregiudizi, nella piena consapevolezza che il mondo ci ha lasciato in eredità terre immense e straordinarie abitate da popoli e culture che non devono lasciare spazio a conflitti, ma stimolare la curiosità e la voglia di conoscenza.
Questo percorso immenso attraverso mezzo pianeta ha riempito la mia anima di viaggiatore, mi ha avvicinato alla meditazione scoperta e osservata in oriente, diventando il viaggio stesso una insperata cura dell’anima, incentivando la mia sete di conoscenza, riempiendo la mia valigia di innumerevoli altri punti di vista.
Ho proseguito il mio viaggio sul mitico treno della Transiberiana, l’opera ferroviaria più mastodontica mai costruita nel nostro pianeta, percorrendo oltre 9.000 chilometri sulla ferrovia più lunga del mondo, opera ingegneristica voluta dallo Zar Nicola II, alla cui costruzione, alla fine dell’800, hanno partecipato anche italiani, provenienti soprattutto dal Friuli-Venezia Giulia.
Ho osservato incantato le foreste e i boschi della taiga siberiana disseminata di legno di tiglio utilizzato dai russi già in epoca medievale per costruire le icone divenute oggi famose in tutto il mondo e custodite gelosamente nelle chiese e nei musei russi, luoghi che mi hanno tenuto compagnia in viaggio, facendomi ricordare le zone boschive del nostro Veneto, le terre bellunesi del Cansiglio, panorami incontaminati dall’odore inebriante di erba e legno.
Ho proseguito sulla strada dei carovanieri, oltrepassando montagne sacre come il Monte Ararat in Armenia, l’altissimo monte biblico dove si arenò l’arca di Noè. Ogni mio giorno trascorso in Armenia, a Erevan e dintorni, era scandito dalla protezione della sua grande montagna, la osservavo laggiù, in fondo oltre il confine turco, mi parlava l’Ararat come oggi parla ancora a cuore aperto a tutti gli armeni figli del genocidio nascosto, orgogliosi di essere armeni e fieri di aver saputo rialzarsi. Guardavo i monti armeni e mi sentivo più vicino all’Italia e alla nostra Belluno, con le sue splendide Dolomiti.
Dalle zone montuose armene, ho potuto arrivare sul lago Sevan (tra i laghi naturali più alti del mondo, superando i 2000 metri), da qui attraverso zone coperte da boschi e tornanti ho superato il confine approdando in Georgia, a Tiblisi, scalando le rocce di Uplistike, luogo montuoso con chiese rupestri scavate nella roccia. Ho parlato con i loro monaci e respirato la preghiera in queste zone ascetiche di grande valore spirituale e paesaggistico.
Ma tra tutte queste incredibile esperienze, quelle che più mi portano al legame tra la via della seta e la mia terra bellunese sono state le avventure sotto la neve, tra le montagne dell’Azerbaijan: sono arrivato a Baku accolto da una foltissima nevicata che copriva con manto bianco la capitale, ho passeggiato sotto la neve visitando il centro storico e i suoi mausolei e caravanserragli. Sono arrivato fino ai confini del mar Caspio, dove ho visitato il Tempio del fuoco di Ateshgah (luogo meditativo del mitico Zarathustra), simbolo dell’etnia dei parsi che ancora oggi predicano lo zoroastrismo in India.
E ancora ho continuato il mio viaggio verso l’oriente, arrivando a Chengde, nei monti in Cina, tra monasteri buddisti incastonati sulle rocce nella località montana a quattro ore di treno da Pechino. Roccia, neve e meditazione mi hanno avvicinato alla terra bellunese, sempre abbracciato da quel calore che solo la montagna sa dare a ogni esploratore. Una magia per ogni viaggiatore!
In Cina, a Shanghai, sono entrato in un piccolo negozietto di artigianato locale. Ammiravo le lavorazioni del legno, la giada scolpita a formare draghi e forme curiose ottimamente lavorate. I tessuti di seta, però, mi hanno colpito per la maestria con cui donne locali sapienti e dalle movenze eleganti lavorano il baco fino a trasformarlo in tessuto puro e soffice. Mia madre Rosella Favero è sarta, quindi a ogni tappa nel mio lungo viaggio ho voluto acquistare per lei nei mercati qualche brandello di tessuti d’oriente. Ed eccomi qui, davanti a metri di seta pura, in questa piccola sala artigiana dove ho scoperto ogni singolo segreto legato a questo tessuto tanto amato nel mondo da tutti gli stilisti. Oggi posso ancora vedere le camicie di pura seta create con scrupolosità dalle mani di mia madre e i miei ricordi tornano inesorabilmente ai tessuti d’oriente… alla splendida Cina.
Ricordo commosso quando sotto la neve di Mosca, in Russia, ho respirato l’aria fredda, ho chiuso gli occhi mentre mi trovavo in Piazza Rossa e hanno prevalso nella mia anima ricordi da bambino. Lì in Russia a metà degli anni Novanta ho scritto la mia prima poesia. Lo ricordo ancora come se fosse ieri: in una Mosca appena uscita dal comunismo repressivo sovietico, io seduto sul muretto di cinta della Cattedrale di San Basilio, la neve scendeva coprendomi di bianco il cappotto e il mio inseparabile caldo colbacco. Ho chiuso gli occhi circondato dalla neve e dai suoi bagliori di serenità, ho scritto questa poesia mentre respiravo piano:
Respiro piano nel silenzio ovattato di neve,
osservo estasiato il tuo imponente Cremlino
che sovrasta ogni emozione,
abbracciandomi fino a dentro l’anima.
Mentre il tuo fiume scorre inesorabile,
ammiro San Basilio opera inestimabile dello Zar
e nessuna emozione sarà mai così intensa.
Eccomi qui seduto sulla neve, ti osservo ancora,
incantato magica Mosca… e respiro piano.
Con orgoglio nel libro racconto anche della mia collaborazione con le Nazioni Unite, quando nel 1994 sono partito con gli alpini per la Missione Albatros in Mozambico, diventando di fatto Casco Blu dell’ONU e contribuendo a portare la pace in quelle terre afflitte all’epoca da una sanguinosa guerra civile. Oggi collaboro nel mio piccolo, citandola nel mio libro, con l’associazione Onlus AMO (amici del Mozambico) di Padova per sostenere iniziative di solidarietà in terra africana.
Il viaggio mi ha cambiato. Ho visitato in totale 106 siti Patrimonio dell’Umanità Unesco, respirando arte, civiltà e cultura di tanti popoli diversi, ognuno unico per le proprie caratteristiche folkloristiche e somatiche.
Ho viaggiato lento, cercando di non limitarmi a guardare le cose e le persone, ma di immergermi nell’osservazione minuziosa e scrupolosa della quotidianità. Sono tornato dal mio lungo viaggio con una certezza personale che a pronunciarla sembra quasi un paradosso: bisogna fermarsi per poter viaggiare veramente!
Dedicato a tutti gli amici bellunesi nel mondo…
Mario Cimarosti
(visita il sito: www.mariocimarosti.it, troverai oltre 1000 foto di viaggio)
