SCALABRINI E LE MIGRAZIONI MODERNE.
SCRITTI E CARTEGGI
a cura di Silvano Tomasi e Gianfausto Rosoli; presentazione di Pietro Borzomati
Torino: Società editrice internazionale, 1997
Questo volume antologico è importante soprattutto perché consente riflessioni su testi suggestivi di un protagonista di eccezionale statura, il vescovo Giovanni Battista Scalabrini. Si evince, infatti, da queste pagine il valore che l’autore attribuisce alla Patria ed al rapporto tra essa ed i migranti italiani nel mondo, non solo per la tutela dei loro diritti, ma anche per la diffusione della nostra lingua e cultura all’estero e per la crescita civile e religiosa degli stessi migranti. Ma quel che più emerge dal testo è la misteriosa ragione che ha indotto il presule di Piacenza a farsi carico degli emigranti, e cioè cogliere le occasioni per incontrare Cristo in ognuno di loro, particolarmente nei più emarginati, nuovi “schiavi” dei “mercanti di carne umana” (così Scalabrini definiva i “caporali” che li reclutavano e li sfruttavano anche all’estero) a cui veniva persino impedito di entrare nelle chiese perché malvestiti ma, soprattutto, per il fatto che non avevano la possibilità di dare offerte. Per i migranti il vescovo fu contemplativo itinerante nelle più desolate regioni del mondo, nei tuguri e sui luoghi di lavoro, cioè nel contesto delle sue scelte spirituali e per rispondere al progetto di Dio a lui riservato, per cui percorse speditamente l’itinerario verso la santità.
(Pietro Borzomati)
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