LIMANA

stemma del comune di Limana

  • Municipio: 90, via Roma
  • C.A.P.: 32020
  • Prefisso: 0437
  • Tel: +39 (0)437 966 111
  • Fax: +39 (0)437 966 166
  • Abitanti: 4677
  • Superficie: 39.16 km²
  • Altitudine massima: 1468 m slm
  • Altitudine minima: 294 m slm
  • Web: http://www.limana.valbelluna.bl.it
  • E-mail: limana@valbelluna.bl.it
  • Associato alla: Unione Montana Val Belluna
  • Area: U.M. Val Belluna

L’ambito geografico

Probabilmente il nome Limana deriva dal latino Limen-Limitis e sta ad indicare appunto un confine, in questo caso coincidente con l’omonimo torrente in epoca romana confine tra il Municipio di Belluno e quello di Oderzo. L’abitato di Limana si trova a 364 m sulla direttrice della strada provinciale della Sinistra Piave che da Belluno muove verso occidente a sud del fiume Piave. Ma il territorio comunale è piuttosto vasto spingendosi fino alla catena prealpina che fa da confine con il Trevigiano. Esso è caratterizzato da una residenzialità diffusa e articolata, oltre che nel capoluogo, in numerose frazioni e borgate memori di un largo presidio territoriale e di un sistema economico, un tempo fondato essenzialmente sull’attività agricola e forestale.
Canè, Centore, Cesa, Dussoi, Giaon, Mane, Navasa, Polentes, Ricomes, Triches, Villa sono indubbiamente le principali unità insediative alle quali sono accompagnate diverse altre località che punteggiano l’ambito complessivo.
Particolarmente interessante è l’ambiente di Valmorel, valle che penetra profondamente in direzione delle Prealpi verso sud: la flora e la fauna e gli scorci di questa valle sono esempi del notevole patrimonio ambientale e paesaggistico dell’area interessata.

La chiesa pievanale e le chiese minori

La parrocchia di Limana è intestata a S. Giustina Vergine e Martire. Si ritiene che la dignità pievanale sia anteriore al 1184, ma non vi sono notizie dotate di certezza intorno alla costruzione della chiesa e all’affermarsi, nei secoli precedenti, di un’organizzazione religiosa.
È certo invece che la prima chiesa parrocchiale fu quella di Pieve di Limana successivamente indicata alla venerazione di S. Barbara. Tuttavia, già nel secolo scorso, apparve tutta la sua insufficienza, sia per la posizione e le dimensioni, sia soprattutto per il cattivo stato di conservazione.
Da qui la decisione di procedere alla realizzazione del nuovo tempio completato nel 1905 e consacrato nel 1910. I lavori di abbellimento e di manutenzione della chiesa sono stati costanti nel tempo, ma sono tuttora di attualità interventi di consolidamento. L’ultimazione del campanile con la relativa cuspide risale al 1960.
Chiese minori, oltre a quella di S. Barbara, sono da ricordare S. Martino di Tours a Navasa con una pala dell’omonimo santo, S. Bartolomeo di Triches con una serie di apprezzabili dipinti, S. Michele Arcangelo a Villa, S. Filippo e Giacomo a Giaon, S. Biagio a Canè con una pala dedicata alla Vergine, S. Antonio Abate e S. Biagio. E ancora S. Vittore e S. Corona a Polentes, di costruzione recente che ha sostituito la preesistente e antica chiesetta, S. Zenone, S. Antonio Abate a Ricomes, S. Antonio da Padova a Valmorel, S. Lucia di Centore, S. Giovanni in Val Tibolla. Particolarmente suggestivo è il Santuario di Madonna Parè, molto antico con i capitelli della Via Crucis lungo la strada di accesso.
Diverse chiese nel corso dei secoli sono state abbandonate e demolite. Tra di esse quelle di Dussoi e quella di S. Pietro in Tuba.

La bella Valmorel e i suoi “miracoli” nella pittura di Dino Buzzati

La Valmorel, percorsa dal torrente Limana, è un luogo certamente suggestivo. Frequentata e ambita località di soggiorno estivo, dispone di molti itenerari per gli amanti di escursioni e passeggiate. Ne fu colpito anche Dino Buzzati oltre che per la indiscussa bellezza della valle e dei suoi scorci panoramici, anche per la sua aria di mistero. Tanto che dipinse I prodigiosi miracoli di Santa Rita onorati nel Santuario di Val Morel (in realtà inesistente) avvenuti nel corso di quasi quattro secoli ma in realtà, disse Buzzati, frutto della feconda fantasia di un improbabile vecchio contadino locale.
Buzzati, giornalista e scrittore, aveva grande passione per la pittura e pensò di rappresentare quei fantastici fatti miracolosi. Ne uscì una quarantina di tavole nella forma di immaginari ex voto che raccontano quelle storie concluse bene per grazia ricevuta.

Le ville

Dopo il castello di S. Pietro in Tuba, molto antico e distrutto, il territorio di Limana ha visto crescere al suo interno – una volta affermatosi il dominio della Serenissima e raggiunta una relativa stabilizzazione e tranquillità – la tendenza comune al resto della Val Belluna alla realizzazione di residenze signorili.
In questo senso Limana è ricca di testimonianze che indicano il percorso usuale che si riscontra nel Bellunese tra il XVI e il XVIII secolo per quanto riguarda la costruzione di ville.
Infatti tracce di una villa a Navasa, villa Crocecalle ora scomparsa, sembrano deporre per un’origine cinquecentesca.
Ma il patrimonio più cospicuo è rappresentato dalle ville attualmente esistenti. Forse la più antica è quella casa dominicale che corrisponde alla vecchia canonica di Pieve di Limana con fattezze secentesche.
Invece è stato il ‘700 il secolo più prodigo in fatto di ville. Villa Sacello a Col di Mezzo e quella della medesima famiglia a Centore, villa Piloni che custodisce alcune significative opere d’arte tra le quali alcune in legno sono del Brustolon, villa Tasso, e poi villa Barcelloni e villa Trois che hanno ormai perso parecchie delle caratteristiche originarie.

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