Le licenze per lavorare nel Regno Unito dopo la Brexit: l’approfondimento di LondraItalia.com

da | 8 Ott 2021 | 0 commenti

Tempo di lettura: 2 minuti

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«Cresce l’offerta nel Regno Unito, ma dopo la Brexit le regole sono cambiate per ottenere un lavoro come cittadini stranieri». Lo scrive LondraItalia.com, portale in lingua italiana per i connazionali nel Regno Unito.

«La mancanza di personale sta creando problemi in vari settori dell’economia britannica», sottolinea Gabriella Bettiga, che firma l’approfondimento.

«Ora – spiega – sono probabilmente in tanti a sognare un lavoro nel Regno Unito e tanti datori di lavoro sarebbero pronti ad assumere, ma la Brexit ha creato una barriera spesso insormontabile». Le società che necessitano di personale non disponibile sul suolo britannico, infatti, devono ottenere una licenza dall’Home Office per poter sponsorizzare lavoratori stranieri.

«La Sponsor Licence – precisa Bettiga – si ottiene presentando una domanda corredata da una serie di documenti e da una chiara spiegazione dei motivi per i quali una società ha bisogno di reclutare persone non già residenti nel Regno Unito».

Esistono vari tipi di licenza, puntualizza LondraItalia, richiedibili contemporaneamente o separatamente l’uno dall’altro.

«La licenza che si richiede più comunemente è quella per assumere skilled workers, cioè lavoratori “abili”, con qualifiche o esperienze specifiche».

Una tipologia che consegne di sponsorizzare figure specializzate o con livelli di istruzione ed esperienze elevate, ma non chi ha mansioni più generiche.

Un altro tipo di licenza è quella per Intra Company Transfer, tesa a facilitare il trasferimento temporaneo di personale da una società estera a una nel Regno Unito. O ancora, la licenza per Temporary Workers, che si applica ad alcuni settori quali quello creativo, sportivo, religioso, o per lavoratori stagionali.

«La procedura per ottenere la licenza – evidenzia Bettiga – è apparentemente semplice: si compila un modulo online e si inviano alcuni documenti all’Home Office. Però è da tener presente che la domanda può essere rigettata se la documentazione non è esattamente quella prescritta, o se non si spiega adeguatamente, e con riferimento alle Immigration Rules, il motivo per cui si effettua la richiesta».

Infine, nell’articolo si pone l’attenzione sul fatto che «una strada residuale da considerare è una domanda tardiva di settled o pre-settled status, per chi è stato nel Regno Unito in passato e non è poi tornato a causa della pandemia».

L’Home Office considererà le domande presentate dopo il 30 giugno 2021 solo se il ritardo nell’invio è dovuto a un valido motivo e se le assenze superiori a quelle consentite possono essere spiegate in modo adeguato.

L’articolo completo è disponibile sul sito: www.londraitalia.com.

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