Frana di Revis a Lozzo di Cadore, avviati i lavori di messa in sicurezza. Intervento complesso da 2,5 milioni di euro

da | 29 Mag 2023 | 0 commenti

Tempo di lettura: 3 minuti

Sono partiti in questi giorni i lavori sulla frana di Revis, a Lozzo di Cadore. Si tratta di un intervento piuttosto complesso, finalizzato alla messa in sicurezza del centro abitato e del corso d’acqua sottostante il dissesto. Due i lotti di cantiere, per un investimento complessivo di 2,5 milioni di euro, derivanti da Fondi Vaia e risorse provinciali e regionali.

VAIA ED EVENTI METEO

Proprio Vaia ha assestato il primo colpo alla frana di Revis, dissesto problematico fin dagli anni Novanta. Risale infatti a trent’anni fa il primo intervento in zona, con la realizzazione di alcuni gradoni sul corpo di frana, utili a frenare il movimento ed evitare il distacco di blocchi di terra e roccia. Quel tipo di lavoro non è stato però completato con tutte le opere previste. E la tempesta dell’ottobre 2018 ha causato diversi crolli. Il maltempo di dicembre 2020 ha aggravato la situazione, scoprendo un’area di blocchi che incombono sul centro abitato e sul Rio Rin sottostante (con un pericolo idraulico in caso di caduta all’interno del corso d’acqua).

La Provincia quindi, a seguito di analisi dettagliata del dissesto, ha deciso di investire in una progettazione complessa di messa in sicurezza, di concerto con l’amministrazione comunale di Lozzo.

L’INTERVENTO

I lavori avviati – progettati dal geologo Ennio Chiesurin e dall’ingegner Grazioso Piazza – si dividono in due parti. La prima riguarda la riprofilatura della frana, mediante abbassamento del pendio. La seconda invece prevede la realizzazione di un deposito a poca distanza (nella zona della cosiddetta “curva dei sindaci”) per stoccare il materiale.

Nei giorni scorsi sono partite le operazioni preliminari: il disboscamento dell’area e il taglio piante necessario a procedere alla riprofilatura. Inoltre, sarà realizzata anche una pista di cantiere, operazione che ha richiesto anche l’intervento di Bim Gsp, in quanto è necessario spostare i tubi dell’acquedotto che passano in zona, con un bypass temporaneo.

«Si tratta di un lavoro complesso, funzionale a ridurre il rischio geologico in un paese che da tempo deve fare i conti con questo dissesto» commenta il consigliere provinciale delegato alla difesa del suolo, Mattia Gosetti. «In questi mesi la Provincia ha definito nel dettaglio la progettazione di intervento con l’ufficio difesa del suolo e l’ex dirigente Pierantonio Zanchetta che presta il suo supporto da consulente a titolo gratuito. E ha contattato tutti i proprietari dei terreni da sottoporre a disboscamento e taglio piante. Grazie alla sinergia tra enti e ai cofinanziamenti riusciamo a garantire un intervento molto importante». 

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