Da Colmirano, la storia di Acio e Adele

da | 10 Lug 2020 | 0 commenti

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Sisto Venanzio Curto, conosciuto da tutti come “Acio Pisaneti”, nacque ad Alano di Piave nel 1888. I migliori anni della sua gioventù furono sacrificati allo Stato, fra il servizio militare obbligatorio e la Grande Guerra, nella quale combatté come alpino e ardito. Al ritorno vendette l’osteria di famiglia (quella che poi sarebbe diventata “all’Orso”), liquidò la sorella Maria, comprò una casa nella frazione di Colmirano, adiacente a quella della futura moglie, e si sposò con Assunta Collavo, detta Adele, classe 1889; dal matrimonio nacquero tre figli: Corinna (1920-2012), Flora (1923-2018) e Silvano (1928-2003). La sua generosità lo portò ad avvallare cambiali per debiti di presunti amici che poi sparirono nel nulla.

Così, per far fronte agli impegni, si trovò a vendere tutte le sue proprietà, tranne la casa della famiglia di Adele, dove poi visse, e a iniziare un lungo periodo di emigrazione, prima a Settimo Torinese, con la famiglia, negli anni ‘20, poi da solo, a Parigi, per cinque anni, in Germania e in Africa Orientale, fino al rientro definitivo causato dallo scoppio del secondo conflitto mondiale. Nel dopoguerra si dedicò alla sua attività di falegname allestendo un piccolo laboratorio vicino casa e molte sono ancora le testimonianze dei suoi lavori in paese. Morì nel 1967 a causa di un tumore.

Adele conobbe l’emigrazione fin da piccolissima, seguendo la sua famiglia, alla fine del ‘800, negli Stati Uniti. Il padre lavorava nelle fabbriche tessili di Paterson, nel New Jersey, dove si trovava l’anarchico Gaetano Bresci, che nel 1900 rientrò in Italia per uccidere il re Umberto I a Monza. Morto prematuramente il babbo, la famiglia rientrò in Italia, dove venne a mancare, a causa di una polmonite, anche l’unica sorella di Adele, che restò sola con la mamma e visse l’invasione del dopo Caporetto e il profugato. Dopo il matrimonio e la parentesi di Settimo Torinese, restò a Colmirano e si occupò della famiglia; nel secondo dopoguerra iniziò una lunga e serena vecchiaia, fino alla morte avvenuta nel 1981, con appena tre giorni di malattia. Anche i figli della coppia furono tutti emigranti. Corinna sposò nel 1949 Bruno De Faveri “Valeri” e si trasferì ad Asmara, oggi in Eritrea e allora in Etiopia, dove rimase per quasi trent’anni per poi stabilirsi a Roma, vicino ai figli Ornella ed Ermanno.

Flora, dopo aver lavorato al preventorio del dottor Dal Molin, si trasferì a Roma all’inizio degli anni ‘60, sposò Giuseppe Capraro, originario di Onigo di Pederobba, e tornò ad Alano nel 1998, dopo essere rimasta vedova. Silvano nel 1948 partì ventenne per la Svizzera, dove lavorò, prevalentemente a Zurigo, per più di un decennio; sposò nel 1958 Augusta Margon, di Novaledo, in provincia di Trento, tuttora vivente. Dal loro matrimonio nacque il sottoscritto, motivo principale del rientro a Colmirano da parte della coppia.

Con la morte di Flora nel 2018 la famiglia si è riunita al completo nel cimitero di Campo.

Sandro Curto

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