Le autorità giapponesi, a seguito della diffusione del contagio da COVID-19 (nuovo coronavirus), hanno adottato una serie di misure di contenimento e prevenzione, tra le quali il divieto di ingresso per alcune categorie di viaggiatori. In particolare, nella serata del 18 marzo le autorità giapponesi hanno stabilito che, a decorrere dalle 23.59 ora locale del 18 marzo stesso, a tutti i cittadini non giapponesi (inclusi pertanto gli italiani) che provengano o siano transitati dalle Regioni Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche, Liguria, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia-Giulia e Trentino-Alto Adige nei 14 giorni precedenti all’arrivo sul territorio giapponese sarà vietato l’ingresso in Giappone, con effetto di immediato respingimento alla frontiera. Come eccezione a tale norma, per chi proviene da queste Regioni ed è sposato ad un cittadino giapponese non è previsto il respingimento alla frontiera, ma le autorità di immigrazione prevedono un test PCR per verificare che si sia negativi al COVID -19 ed un isolamento. A partire dalle 23.59 del 20 marzo e fino al 30 aprile (prorogabile) verrà sospesa la validità dei visti emessi da Consolato e Ambasciata giapponese in Italia (ovvero l’etichetta incollata nel passaporto che serve per il primo ingresso in Giappone). Pertanto chi ha ottenuto il Japan Visa da Consolato/Ambasciata entro il 20 marzo e non è ancora mai entrato in Giappone, dal 21 marzo non potrà più utilizzarlo per entrare in Giappone e dovrà richiedere un nuovo visto. Sono inoltre sospese tutte le esenzioni di visto, per cui si rende necessario a partire dal 20 marzo, per qualsiasi viaggio in Giappone, a qualunque titolo, fare domanda di visto presso le Rappresentanze giapponesi in Italia.
Per le ulteriori misure adottate dalle autorità locali, si raccomanda di consultare la sezione “Situazione Sanitaria- Malattie Presenti” di questa scheda.
Fonte: viaggianesicuri.it (20.03.2020)
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