206. Sui Pirenei celebrato l’80° anniversario della tragedia di Izourt

da | 16 Lug 2019 | 0 commenti

Tempo di lettura: 3 minuti

1939-2019, sono passati 80 anni da quel terribile giorno che ha segnato per sempre la valle di Auzat, nella regione dell’Ariège, sui Pirenei francesi. Era il 24 marzo 1939 quando una tempesta di neve si abbatté sul cantiere di costruzione della diga di Izourt, dove lavoravano centinaia di emigranti italiani, molti dei quali bellunesi.Il bilancio delle vittime fu gravissimo: 29 italiani e 2 francesi perirono sotto il crollo dei baraccamenti dove erano alloggiati; tra loro Lucindo Paniz di Santa Giustina, Carlo Giuseppe Martini di Vigo di Cadore, Remigio Ferigo di Sedico e Primo Mondin di Quero, emigranti bellunesi che avevano lasciato le proprie terre per trovare lavoro dove era forte la richiesta di manodopera impegnata nella costruzione di dighe per alimentare le centrali elettriche, indispensabili per far funzionare le fabbriche, soprattutto quelle necessarie all’imminente guerra. La catastrofe, rimasta nell’oblio per decenni, è stata riportata alla luce per volere di alcuni valligiani, tra cui Antoine Specia, il cui padre, originario di Quero, scampò alla catastrofe e prese parte alle difficili operazioni di soccorso.Una delegazione di un centinaio di italiani ha partecipato anche quest’anno alle celebrazioni del 22 e 23 giugno per il ricordo della tragedia; la nostra associazione era presente con il vice presidente Rino Budel e i consiglieri Carniel e Tegner. Molti i rappresentanti della comunità di Quero, guidati dall’assessore Coppe, da tempo legato alla comunità francese anche grazie al gemellaggio stipulato nel 2010. Era presente inoltre il coro Stramare di Segusino che con il canto ha sottolineato i momenti più significativi delle due giornate.Ricco il programma della manifestazione: il primo giorno c’è stata la salita a piedi lungo il sentiero della memoria che porta al luogo del disastro, dove sono ancora presenti tracce dei muri perimetrali dei baraccamenti; nei pressi della croce che ricorda la tragedia, luogo che il vescovo di Pamiers, Mgr Eychenne, ha definito sacro, si è tenuta una parte della commemorazione, emotivamente molto significativa.La seconda parte del ricordo ha avuto luogo domenica nei pressi del cimitero di Vicdessos, dove riposano i resti mortali dei poveri operai deceduti. Moltissime le autorità civili presenti che hanno portato il loro saluto di commemorazione della tragedia; nel suo discorso il nostro vice presidente Budel ha voluto richiamare l’attenzione sulle numerose vittime del lavoro in emigrazione e sul nostro dovere di ricordare, mentre il sindaco di Auzat, Mr Ruffè, uno dei promotori dell’associazione “Ricordate Izourt”, ha rassicurato gli amici italiani che la comunità francese garantirà sempre di vegliare sul ricordo dei caduti. Per non dimenticare, perché, come diceva il citato filosofo francese Joubert: “La memoria è lo specchio in cui rivediamo gli assenti”.

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