Spedizione amara quella del numero di settembre della rivista “Bellunesi nel mondo”. «Senza nessun preavviso – le parole del presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona – Poste italiane ha aumentato, a partire dallo scorso 24 luglio, le tariffe che utilizziamo per spedire la nostra rivista. Un aumento che ritengo ingiustificato, come è ingiustificato il disservizio che ormai da anni subiamo. Il Terzo settore, di cui l’Abm fa parte, invece di essere premiato viene sempre più penalizzato». L’Associazione Bellunesi nel Mondo infatti, a spese proprie, stampa più numeri a cadenza mensile perché ormai sono diversi gli associati che lamentano il mancato recapito della rivista. «Cosa dobbiamo fare quindi? Spendere più soldi per avere più copie e per rispedire il numero mancante, perché di certo non è l’utente finale che deve pagare questo disservizio. Da Poste italiane ci aspetteremmo una maggiore attenzione, sia per la consegna della rivista, ma anche per i costi di spedizione. Siamo un’associazione e non una multinazionale e dalla nostra rivista non abbiamo nessun profitto. Sono davvero preoccupato per questa situazione e non è giusto che a pagare siano sempre gli ultimi della filiera, anche perché comunque ormai di soldi non ce ne sono più».
L’Associazione Bellunesi nel Mondo, congiuntamente alla Direzione dell’omonimo mensile, entrambi attivi ininterrottamente dal 1966, denunciano il perdurare del disservizio gravante sulla consegna della corrispondenza da parte di Poste Italiane. Di recente, infatti, sono aumentate le segnalazioni di nostri associati che, o ricevono il giornale a distanza di mesi, oppure non lo ricevono affatto – e parliamo dell’Italia e provincia di Belluno. Ci corre anche l’obbligo di segnalare che, fra i tanti episodi di mal servizio, riscontriamo anche quello paradossale accaduto al Presidente della Famiglia Bellunese di Nord Reno-Westfalia, aderente alla nostra Associazione: nella sua buca delle lettere si è trovato nove copie del nostro mensile indirizzate ad altrettanti nostri associati residenti nelle province di Venezia e Padova! Inutile aggiungere che tale modo di agire da parte di Poste Italiane è quanto meno incommentabile e del tutto ingiustificabile, nemmeno come puro e semplice… incidente di percorso! Sottolineiamo che il giornale, per un’associazione come la nostra, è apprezzato strumento di collegamento con i nostri associati sparsi nei cinque continenti. I ritardi e la non consegna delle copie, entro i termini di tempo stabiliti o mai, offuscano l’immagine dell’ABM rischiando, in taluni casi, di indurre qualche destinatario a non rinnovare più la quota associativa. Da segnalare anche il danno economico per l’ABM: se la rivista non viene consegnata, la stessa viene nuovamente spedita dall’Associazione Bellunesi nel Mondo con spese di spedizione e di stampa aggiuntive. Sappiamo di non essere i soli, nel panorama dell’editoria locale, a patire la medesima situazione che, se sarà perseverata nel tempo, ci vedrà costretti a chiedere la più ampia adesione di altre testate per ulteriori forme di protesta al fine di arrivare quanto prima ad una normalizzazione del servizio. Ciò deve consentire di rispettare il rapporto tra editore e lettore, ma anche di onorare lavoro e impegno di tanti volontari che nelle associazioni come la nostra garantiscono la puntuale pubblicazione dei rispettivi organi di informazione. Nel frattempo ci vediamo costretti anche a segnalare quanto sopra esposto all’attenzione dei rappresentanti istituzionali del territorio bellunese confidando in un loro autorevole e pronto intervento a sostegno delle nostre legittime istanze.
Un’iniziativa “politica” da parte dei periodici bellunesi e i periodici trevisani per cercare di risolvere il grave problema dei ritardi della distribuzione postale e delle mancate consegne. I periodici hanno infatti inviato una lettera ai ministri Patuanelli (Sviluppo economico) e D’Incà (Rapporti con il Parlamento), ai parlamentari e ai presidenti delle due Province, al presidente del Veneto e a tutti i sindaci bellunesi e trevisani. Ecco il testo sottoscritto dalle 15 testate coinvolte (Aips notizie, Archivio Storico Belluno-Feltre-Cadore, Bellunesi nel mondo, Dolomiti, Frammenti, Confcommercio Belluno magazine, Gli agricoltori veneti, Il Cadore, In Marcia, Ladins, Istituto Ricerche Sociali e Culturali, L’Amico del Popolo, L’ombra, Musica insieme, Trevisani nel Mondo).
«Le scriventi Testate giornalistiche vogliono mettere in luce il disservizio di Poste Italiane che stiamo subendo ormai da oltre un anno. Parliamo di una distribuzione di più di 100 mila riviste a cadenza settimanale, mensile e trimestrale. Una distribuzione che al momento avviene con enormi ritardi – anche un mese da città a città – o addirittura, in diversi casi, non avviene affatto.Situazione che genera disagi a noi, editori delle pubblicazioni, contro i quali giungono le inevitabili lamentele degli associati e spesso la disdetta degli abbonamenti. Altro problema: la legittima richiesta, da parte degli abbonati, degli arretrati non consegnati, con ulteriori costi di spedizione per le testate. Tutte questioni più volte portate all’attenzione di Poste Italiane, ma finora, nonostante le rassicurazioni a parole, rimaste irrisolte a livello concreto.
Non basta inviare ogni settimana un report in cui si indicano a Poste Italiane le mancate consegne, anche perché, molti abbonati, ormai rassegnati, nemmeno lo comunicano.
Poste Italiane si giustifica con la mancanza di postini o la scarsa preparazione del personale, o ancora con il fatto che il comparto del servizio postale è in perdita. Risposte non accettabili, tanto più che il bilancio di Poste risulta in attivo e che l’azienda è beneficiaria di contributi statali per l’attività che svolge. Non dimentichiamo inoltre che è controllata per il 60% dallo Stato italiano.Non possono essere gli utenti finali a pagare le problematiche gestionali interne di Poste.
Per questo noi, rappresentanti di diversi periodici bellunesi e trevigiani, abbiamo deciso di intraprendere un’azione unitaria a livello politico. Si tratta infatti di un tema non prorogabile che interessa tutto il territorio e non solo qualche azienda o associazione privata, che riguarda la consegna di tutti i tipi di corrispondenza e non solo dei periodici. Ne va del futuro dell’informazione, ma anche di un servizio essenziale come quello della distribuzione postale. Anche perché non c’è ancora la possibilità di limitarsi a offrire un servizio digitale, dal momento che una grande fetta della nostra utenza è anziana e utilizza il mezzo cartaceo per informarsi; non garantire loro questo sevizio andrà di certo a ledere il futuro dell’informazione e non solo.
Ci rivolgiamo quindi a voi per raggiungere i due obiettivi che ci siamo posti:
ottenere un risarcimento da Poste Italiane per il danno d’immagine patito e per il costo aggiuntivo che dobbiamo sobbarcarci per la ristampa delle riviste non consegnate e la loro relativa rispedizione;
avere da Poste Italiane un servizio puntuale e di qualità.
Siamo disponibili a un incontro per illustrare nel dettaglio le difficoltà reali che stiamo subendo e intraprendere una risoluzione comune che vada a tutelare a pieno titolo chi offre informazione e chi la legge.
Nello scorso mese di maggio la rivista “Bellunesi nel mondo” riferiva di un incontro avvenuto ai primi di aprile nella sede dell’Associazione Bellunesi nel Mondo tra i vertici locali e regionali di Poste Italiane e la direzione ABM sull’inefficienza del servizio postale nella spedizione e nel recapito ai nostri soci della rivista, lamentandone ritardi e disservizi. In quell’occasione Poste Italiane nello scusarsi assicurò il miglioramento del servizio e la fine delle disfunzioni. Da allora sono passati otto mesi e nulla è cambiato; anzi da ripetute segnalazioni che ci arrivano il servizio è peggiorato: ritardi, mancate consegne, recapiti sbagliati, ecc., continuano purtroppo a distinguerlo, suscitando il risentimento degli associati. Quindi una presa in giro!
Questa situazione si inserisce nel quadro del generale degrado del servizio postale, iniziato alcuni anni fa e da noi sempre puntualmente denunciato e stigmatizzato: chiusura di uffici nei paesi di montagna, code infinite negli uffici postali sopravvissuti, soppressione di cassette postali, il famigerato recapito della posta “a giorni alterni”, difficoltà del ritiro della posta non recapitata, recapiti sbagliati, eliminazione di fondamentali servizi, anche finanziari, ecc., e, in più, il contemporaneo costante aumento delle tariffe postali. La trasformazione delle Poste in azienda anziché farne crescere funzionalità ed efficienza l’ha impoverita in quello che dovrebbe essere il suo compito fondamentale (appunto, essere servizio postale) ed anche, di conseguenza, nell’attenzione e nel rispetto del cittadino e della comunità.
È stato così distrutto e disperso il patrimonio di esperienze e di professionalità che da sempre distingueva il nostro servizio postale e vanificato il lavoro dei suoi operatori. E questo, purtroppo, tutto si è svolto e si svolge con il tacito assenso delle Istituzioni, tranne la voce isolata dei nostri sindaci e di qualche parlamentare, in particolare del Governo e del Parlamento. Scrivevamo tempo fa che il servizio postale in Italia era sceso ai livelli di terzo mondo. Oggi non è più così: siamo più in basso.
Sono arrivate le scuse ufficiali di Poste italiane per il ritardo nella consegna della rivista “Bellunesi nel mondo” di marzo. Un ritardo di venti, trenta giorni. Un ritardo che all’Associazione Bellunesi nel Mondo è costato caro, dato che a diversi soci si è dovutospedire nuovamente la rivista, mai arrivata.
Le scuse si sono ufficializzate lunedì 8 aprile in un incontro, chiesto da Poste Italiane, nella sede dell’Abm in via Cavour 3 a Belluno.
Oltre al presidente Oscar De Bona e il direttore Marco Crepaz, per l’Abm vi hanno partecipato il presidente onorario Gioachino Bratti, il consigliere Luciana Tavi e il direttore responsabile della rivista “Bellunesi nel mondo”, Dino Bridda. Da parte di Poste italiane erano presenti Gabriele Martini, Pierangela Venzin, Andrea Mazzucco, Massimo Marciani ed Ettore Zuccolotto.
«Siamo qui per scusarci per il disagio arrecato con la spedizione del numero di marzo della vostra rivista», sono le parole di Martini, «tra febbraio e marzo abbiamo rivoluzionato la gestione di spedizione e consegna, partendo dal portalettere fino agli uffici postali e ai centri di smistamento». «Tutto questo ha provocato dei contraccolpi inaspettati», ha proseguito Mazzuccato, «che però si sono assestati già con il mese di aprile».
La situazione quindi dovrebbe tornare alla normalità, anzi, secondo Poste italiane il servizio migliorerà. Sempre Mazzuccato ha sottolineato come: «I portalettere lavoreranno in turni differenziati, con consegne anche al pomeriggio».
Di certo l’Associazione Bellunesi nel Mondo vigilerà, verificando se di mese in mese, la consegna della rivista rispetterà i tempi prefissati.
«Ovvio che la nostra Associazione ha subito un danno», sono le parole del presidente Oscar De Bona, «a tal proposito abbiamo chiesto a Martini se Poste italiane potrà risarcire l’Abm, magari offrendo un mese di spedizione gratuita della nostra rivista».
«La risposta», conclude De Bona, «arriverà a giorni».
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