Tempo di aggiornamento per il MiM Belluno – Museo interattivo delle Migrazioni. Da lunedì 11 a venerdì 15 dicembre il museo dell’Associazione Bellunesi nel Mondo rimarrà chiuso per il rinnovo della sala principale. Saranno installate nuove pareti, con un sistema interattivo che permetterà al visitatore di fruire di nuovo e interessante materiale inerente il fenomeno migratorio. «Quest’anno abbiamo celebrato i primi dieci anni del MiM Belluno – le parole del presidente Abm Oscar De Bona – e proprio alla fine del 2023 vogliamo preparare una sorpresa a tutti i visitatori che verranno al nostro museo da gennaio 2024. Sarà l’anno del “Turismo delle radici” e abbiamo in mente una serie di eventi in merito». Il MiM Belluno riaprirà da lunedì 18 dicembre.
In occasione di San Martino, patrono di Belluno, il MiM Belluno rimarrà aperto con la mostra immersiva “9 ottobre 1963. Il risveglio degli emigranti”. Una mostra in cui il visitatore può immergersi, nel vero senso della parola, in quegli attimi del 9 ottobre 1963 e dei giorni successivi, facendo memoria di quei tragici eventi, raccontati sotto il profilo dell’emigrazione. Un’esposizione virtuale che attraverso filmati, immagini e giornali d’epoca, testimonianze di superstiti ed emigranti e illustrazioni, porterà i visitatori ad approfondire la sciagura in un percorso formato da sei capitoli: “9 ottobre 1963”, breve introduzione per inquadrare il disastro e i suoi effetti; “Quella sera…”, con il racconto di chi, tra Longarone e Soverzene, assisté all’ondata e alle sue conseguenze; “L’eco dell’onda arriva all’estero”, incentrato su come la notizia giunse agli emigranti e sul loro rientro in una terra irriconoscibile; “Un mondo che finisce”, con la narrazione delle comunità perdute, fisicamente e spiritualmente; “La rinascita”, focalizzato sul processo di ricostruzione e ripartenza al quale anche gli emigranti contribuirono; “La memoria”, con le riflessioni su una ferita ancora aperta a sessant’anni di distanza. Ad accompagnare la mostra, un catalogo con i principali punti trattati nello svolgersi dell’esposizione e alcuni approfondimenti aggiuntivi.Ingresso libero. Sabato 9 e domenica 10 novembre la mostra rispetterà i seguenti orari di apertura: 15.00 – 18.00.
C’è tempo fino al 30 novembre per visitare la mostra immersiva “9 ottobre 1963. Il risveglio degli emigranti” presente al MiM Belluno, Museo interattivo delle Migrazioni, in via Cavour 3 a Belluno. Una mostra in cui il visitatore potrà immergersi, nel vero senso della parola, in quegli attimi del 9 ottobre 1963 e dei giorni successivi, facendo memoria di quei tragici eventi, raccontati sotto il profilo dell’emigrazione. Un’esposizione virtuale che attraverso filmati, immagini e giornali d’epoca, testimonianze di superstiti ed emigranti e illustrazioni, porterà i visitatori ad approfondire la sciagura in un percorso formato da sei capitoli: “9 ottobre 1963”, breve introduzione per inquadrare il disastro e i suoi effetti; “Quella sera…”, con il racconto di chi, tra Longarone e Soverzene, assisté all’ondata e alle sue conseguenze; “L’eco dell’onda arriva all’estero”, incentrato su come la notizia giunse agli emigranti e sul loro rientro in una terra irriconoscibile; “Un mondo che finisce”, con la narrazione delle comunità perdute, fisicamente e spiritualmente; “La rinascita”, focalizzato sul processo di ricostruzione e ripartenza al quale anche gli emigranti contribuirono; “La memoria”, con le riflessioni su una ferita ancora aperta a sessant’anni di distanza. Ad accompagnare la mostra, un catalogo con i principali punti trattati nello svolgersi dell’esposizione e alcuni approfondimenti aggiuntivi. Ingresso libero. Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, 9.00 – 12.30 e 15.00 – 18.00. Sabato e domenica, 15.00 – 18.00.
«Il giorno successivo cominciarono ad arrivare gli emigranti. Quale strazio vederli sedere sulle valigie e guardarsi intorno smarriti, non erano neanche capaci di piangere. Poi giravano qua e là cercando il posto dove poteva essere stata la loro casa». La frase, raccolta nel libro “L’abbraccio e la parola” di Viviana Capraro, è di uno dei soccorritori impegnati sui luoghi distrutti la sera del 9 ottobre 1963 nel disastro del Vajont. Una testimonianza della sofferenza patita da tante persone costrette a tornare a un paese che non c’era più. Questo appunto il destino di chi era emigrato. Di chi era lontano, quel 9 ottobre di sessant’anni fa, ma è stato ugualmente travolto dall’ondata fatale. Di chi era partito con in mente l’immagine dei propri luoghi, della propria casa, dei propri cari, di una comunità. E si è trovato di fronte, una volta rientrato, il nulla, la desolazione, il vuoto di un pezzo di vita improvvisamente troncato. Il destino di chi se n’era andato con la speranza di un arrivederci, ed è stato sconvolto dalla disperazione di un addio. Per fare memoria di quei tragici eventi, raccontandoli sotto il profilo dell’emigrazione, l’Associazione Bellunesi nel Mondo propone la mostra immersiva “9 ottobre 1963. Il risveglio degli emigranti”, visitabile al MiM Belluno (via Cavour 3, sede dell’Associazione), dal 14 ottobre al 30 novembre 2023, con ingresso libero e gratuito. L’iniziativa è finanziata dalla Regione del Veneto e realizzata in partnership con Comune di Longarone, Associazione Vajont – “Il futuro della Memoria” e Comitato Sopravvissuti del Vajont. Un’esposizione virtuale che attraverso filmati, immagini e giornali d’epoca, testimonianze di superstiti ed emigranti e illustrazioni, porterà i visitatori ad approfondire la sciagura in un percorso formato da sei capitoli: “9 ottobre 1963”, breve introduzione per inquadrare il disastro e i suoi effetti; “Quella sera…”, con il racconto di chi, tra Longarone e Soverzene, assisté all’ondata e alle sue conseguenze; “L’eco dell’onda arriva all’estero”, incentrato su come la notizia giunse agli emigranti e sul loro rientro in una terra irriconoscibile; “Un mondo che finisce”, con la narrazione delle comunità perdute, fisicamente e spiritualmente; “La rinascita”, focalizzato sul processo di ricostruzione e ripartenza al quale anche gli emigranti contribuirono; “La memoria”, con le riflessioni su una ferita ancora aperta a sessant’anni di distanza. Ad accompagnare la mostra, un catalogo con i principali punti trattati nello svolgersi dell’esposizione e alcuni approfondimenti aggiuntivi. Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, 9.00 – 12.30 e 15.00 – 18.00. Sabato e domenica, 15.00 – 18.00.
«Il giorno successivo cominciarono ad arrivare gli emigranti. Quale strazio vederli sedere sulle valigie e guardarsi intorno smarriti, non erano neanche capaci di piangere. Poi giravano qua e là cercando il posto dove poteva essere stata la loro casa». La frase, raccolta nel libro “L’abbraccio e la parola” di Viviana Capraro, è di uno dei soccorritori impegnati sui luoghi distrutti la sera del 9 ottobre 1963 nel disastro del Vajont. Una testimonianza della sofferenza patita da tante persone costrette a tornare a un paese che non c’era più. Questo appunto il destino di chi era emigrato. Di chi era lontano, quel 9 ottobre di sessant’anni fa, ma è stato ugualmente travolto dall’ondata fatale. Di chi era partito con in mente l’immagine dei propri luoghi, della propria casa, dei propri cari, di una comunità. E si è trovato di fronte, una volta rientrato, il nulla, la desolazione, il vuoto di un pezzo di vita improvvisamente troncato. Il destino di chi se n’era andato con la speranza di un arrivederci, ed è stato sconvolto dalla disperazione di un addio.
Per fare memoria di quei tragici eventi, raccontandoli sotto il profilo dell’emigrazione, l’Associazione Bellunesi nel Mondo propone la mostra immersiva “9 ottobre 1963. Il risveglio degli emigranti”, visitabile al MiM Belluno (via Cavour 3, sede dell’Associazione), dal 14 ottobre al 30 novembre 2023, con ingresso libero e gratuito. L’iniziativa è finanziata dalla Regione del Veneto e realizzata in partnership con Comune di Longarone, Associazione Vajont – “Il futuro della Memoria” e Comitato Sopravvissuti del Vajont. Un’esposizione virtuale che attraverso filmati, immagini e giornali d’epoca, testimonianze di superstiti ed emigranti e illustrazioni, porterà i visitatori ad approfondire la sciagura in un percorso formato da sei capitoli: “9 ottobre 1963”, breve introduzione per inquadrare il disastro e i suoi effetti; “Quella sera…”, con il racconto di chi, tra Longarone e Soverzene, assisté all’ondata e alle sue conseguenze; “L’eco dell’onda arriva all’estero”, incentrato su come la notizia giunse agli emigranti e sul loro rientro in una terra irriconoscibile; “Un mondo che finisce”, con la narrazione delle comunità perdute, fisicamente e spiritualmente; “La rinascita”, focalizzato sul processo di ricostruzione e ripartenza al quale anche gli emigranti contribuirono; “La memoria”, con le riflessioni su una ferita ancora aperta a sessant’anni di distanza. Ad accompagnare la mostra, un catalogo con i principali punti trattati nello svolgersi dell’esposizione e alcuni approfondimenti aggiuntivi. Questa mattina si è svolta la presentazione mostra da parte del presidente Abm Oscar De Bona, con la partecipazione dell’assessore alla cultura del Comune di Longarone Anna Olivier, del presidente dell’Associazione Vajont “Il futuro della Memoria Renato Migotti, della vice presidente Abm Patrizia Burigo e dell’illustratrice che ha curato la parte grafica Marianna Carazzai. «È la prima mostra immersiva dedicata alla tragedia del Vajont – le parole di De Bona – e mi auguro che vi sia una grande partecipazione di pubblico. La mostra dura trentacinque minuti ed è davvero un percorso immersivo che porterà il visitatore in quel 9 ottobre 1963 e nei giorni successivi». Questi gli orari di apertura: dal lunedì al venerdì, 9.00 – 12.30 e 15.00 – 18.00. Sabato e domenica, 15.00 – 18.00. Per maggiori informazioni: www.mimbelluno.it – info@mimbelluno.it – tel. 0437 941160.
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