Mobilità di studenti e ricercatori: accordo tre le università di Udine e Calgary

Siglato un accordo tra le Università di Udine e di Calgary, in Canada, per favorire lo scambio reciproco di studenti e docenti dell’area umanistica.

L’intesa prevede che i periodi di studio effettuati dagli studenti saranno riconosciuti dalle rispettive università ai fini della carriera accademica.

«Per i docenti e i ricercatori si tratta – sottolinea l’Università di Udine, nel dare notizia dell’accordo – di un’opportunità per costruire e consolidare progetti di ricerca internazionali con un ateneo di livello internazionale».

Per maggiori informazioni si rimanda al sito: qui.uniud.it.

Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente. Il report dell’Istat

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Mobilità interna in ripresa, crescita dei flussi in ingresso e calo degli espatri. È la fotografia scattata dall’Istat nel rapporto “Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente”, i cui dati sono riferiti all’anno 2021.

«Nel 2020 – sottolinea l’Istituto di statistica – le misure di contrasto alla diffusione della pandemia da Covid-19 hanno segnato significativamente la mobilità residenziale e le migrazioni da e verso l’estero, determinando un calo dei flussi migratori, in lieve ripresa soltanto negli ultimi mesi dell’anno. Nel corso del 2021 le misure di contenimento della pandemia meno restrittive hanno favorito un lento riavvio della mobilità». Riavvio che, tuttavia – evidenzia ancora l’Istat –, non ha registrato la stessa intensità in tutte le componenti della dinamica migratoria.

Spostamenti tra comuni

Un milione 423mila i trasferimenti interni al Paese (+6,7% rispetto all’anno precedente). In crescita sia i movimenti all’interno della medesima regione (+7,4%) sia quelli tra regioni diverse (+4,6%). In testa la Lombardia (con 324mila iscrizioni e 310mila cancellazioni), seguita da Veneto (140mila iscrizioni e 133mila cancellazioni) ed Emilia-Romagna (128mila iscrizioni e 115mila cancellazioni). Spostamenti che, in termini assoluti, coinvolgono principalmente i soggetti con cittadinanza italiana (l’82%, contro il 18% di stranieri). In termini relativi, invece, ossia rispetto alle proporzioni nella popolazione residente, sono gli stranieri a presentare un tasso di mobilità interna maggiormente elevato, più del doppio rispetto a quello degli italiani. «Si spostano – evidenzia l’Istat – oltre 50 stranieri per 1.000 residenti, contro 22 italiani per 1.000».

Flussi, quelli interni, che determinano un saldo migratorio positivo quando le iscrizioni superano le cancellazioni, e negativo quando avviene il contrario. A “guadagnare” abitanti sono soprattutto Emilia-Romagna (+3‰) e provincia autonoma di Trento (+2,3‰). Le perdite maggiori colpiscono in particolare la Basilicata (-4,7‰), la Calabria (-4,3‰) e il Molise (-3,7‰). «In generale – puntualizza il report – le regioni del Centro-nord mostrano saldi netti positivi (in media, +1,3‰); viceversa, quelle del Mezzogiorno riscontrano tutte perdite nette di popolazione (-2,5‰)».

Arrivi dall’estero

Oltre 318mila gli ingressi in Italia da oltre confine nel 2021 (+28,6% sul 2020). Ingressi rappresentati per il 77% da stranieri. «Nonostante la decisa ripresa dei flussi di immigrazione – rileva l’Istat – il volume degli ingressi dall’estero dei cittadini stranieri non raggiunge i livelli registrati prima della pandemia», quando le cifre si attestavano su una media annuale di circa 270mila iscrizioni dall’estero (tendenza bruscamente frenata dalle misure di contrasto al Covid).

La ripresa del 2021 rispetto al 2020 riguarda tutte le aree di provenienza dei flussi di immigrazione straniera, con percentuali più consistenti per Asia (+55%, con arrivi in forte aumento da Bangladesh, Pakistan e India), America (+32%, triplicati i flussi dall’Argentina, elevati dal Perù e leggermente diminuiti dal Brasile), Africa (+25%, soprattuto da Marocco e Nigeria). Minori gli arrivi dal continente europeo (+12,3%), «a causa – spiega il rapporto – della considerevole contrazione dei flussi provenienti dal Regno Unito (-70%) e del leggero calo di quelli dal principale paese di provenienza, la Romania (25mila, -1%)».

Completa il quadro degli arrivi dall’estero un 23% di connazionali rimpatriati. Rimpatri che, mette in luce l’analisi Istat, «provengono in larga parte da paesi che sono stati in passato mete di emigrazione italiana». Primeggiano, infatti, Regno Unito e Germania, che uniti assommano il 27% dei flussi di immigrazione italiana. Dietro di loro la Svizzera, con il 7%, Francia e Stati Uniti, al 5%, Spagna, Argentina e Brasile, al 4%. Età media dei rimpatriati: 35 anni. Degli immigrati stranieri: 31.

Partenze

Se mobilità interna e ingressi dall’estero sono cresciuti nel corso del 2021, ha segno negativo l’emigrazione, con poco più di 158mila persone uscite dall’Italia durante l’anno (-1% nel confronto con il 2020). Una diminuzione che ha riguardato soprattutto i cittadini italiani (-22%). Sul fronte delle partenze, l’Istituto di statistica traccia un quadro di medio periodo, prendendo in considerazione l’arco temporale tra il 2012 e il 2021. Un decennio in cui «l’andamento delle cancellazioni anagrafiche per l’estero è stato crescente, con un picco in corrispondenza del 2019 (180mila)». E nel corso del quale i saldi migratori (differenza tra entrate/iscrizioni e uscite/cancellazioni) dei cittadini italiani sono sempre negativi, con un totale di oltre un milione di espatriati a fronte di poco più di 443mila rientri. Sempre positivi, al contrario, i saldi migratori degli stranieri.

Le principali destinazioni degli italiani con la valigia sono europee (83%): Regno Unito (24% del totale degli espatri), Germania (15%), Francia (12%), Svizzera (9%) e Spagna (6%). Fuori dal vecchio continente primeggiano Stati Uniti (4%) e Australia (2%).

La perdita di giovani laureati

Del milione di italiani trasferitisi all’estero nel decennio 2012-2021, un quarto risultava in possesso della laurea. Circa 337mila la quota di espatriati con un’età compresa tra 25 e 34 anni, di cui oltre 120mila laureati. 94 mila i giovani nella stessa fascia d’età tornati in Italia nel periodo considerato, di cui oltre 41mila in possesso della laurea. «La differenza tra i rimpatri e gli espatri dei giovani laureati – commenta l’Istat – è costantemente negativa e restituisce una perdita complessiva per l’intero periodo di oltre 79mila giovani laureati».

Ingressi in Scozia dall’estero: dal 31 ottobre cambiano le norme anti-Covid

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«Il governo scozzese, allineandosi a una decisione già in vigore del governo britannico, valida per la sola Inghilterra, ha annunciato cambiamenti rispetto alle norme per chi proviene dall’estero a partire dalle ore 4:00 di domenica 31 ottobre».

Lo comunica il Consolato Generale d’Italia a Edimburgo, spiegando che in virtù delle nuove disposizioni «anche i viaggiatori in arrivo in Scozia provenienti dall’estero da uno dei Paesi non inclusi nella “red-list” (fra cui l’Italia), e che abbiano completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, possono scegliere di sottoporsi, al secondo giorno successivo all’arrivo, a un test antigenico, invece che a quello molecolare».

«A partire dalla serata di venerdì – anticipa il Consolato – sarà possibile prenotare il test antigenico (lateral flow test) prima del proprio arrivo in Scozia da uno dei fornitori privati elencati sul sito gov.uk».

Entrando nel dettaglio, per gli arrivi dai Paesi No “Red list”: chi è completamente vaccinato da almeno 14 giorni deve:

  • prenotare e pagare un test Covid-19 – molecolare oppure, per gli arrivi dopo il 31 ottobre, antigenico – per il “Day 2”, da effettuare dopo l’arrivo in Scozia;
  • completare il passenger locator form (nelle 48 ore prima dell’arrivo in Scozia);
  • effettuare il test nel “Day 2”;
  • dimostrare di essere stato completamente vaccinato da più di 14 giorni con un documento (digitale o cartaceo) di un ente sanitario pubblico nazionale o statale in lingua inglese, francese o spagnola.

Chi non è completamente vaccinato da almeno 14 giorni deve:

  • prenotare e pagare per due test molecolari Covid-19 da effettuare il secondo e l’ottavo giorno dopo l’arrivo in Scozia;
  • sottoporti a un test Covid-19 pre-partenza, nei tre giorni antecedenti l’arrivo in Scozia;
  • completare il passenger locator form (nelle 48 ore prima dell’arrivo in Scozia);
  • autoisolarsi presso il proprio domicilio per 10 giorni (il giorno d’arrivo in Scozia è conteggiato come giorno “zero”);
  • effettuare i test al secondo e all’ottavo giorno dopo l’arrivo in Scozia.

Per maggiori informazioni, comprese le indicazioni per gli ingressi dai Paesi inclusi nella “Red list”, si rimanda al sito: consedimburgo.esteri.it.

Corridoi turistici Covid-free. Nuova Ordinanza del Ministero della Salute

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In vigore l’Ordinanza del Ministero della Salute che ha istituito dei corridoi turistici Covid-free per i territori di Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana ed Egitto (limitatamente alle zone turistiche di Sharm El Sheikh e Marsa Alam).

In base alle nuove direttive, al ritorno da questi Paesi non sarà necessario effettuare l’isolamento fiduciario se si rispettano i seguenti passaggi:

  • esibire all’imbarco il Green Pass e un test negativo effettuato nelle 48 ore precedenti;
  • sottoporsi, se la permanenza all’estero è superiore a sette giorni, a un ulteriore test in loco;
  • esibire, al rientro nel territorio nazionale, un test negativo effettuato nelle quarantotto ore antecedenti all’imbarco;
  • sottoporsi, all’arrivo all’aeroporto nazionale, a un ultimo test che risulti negativo.

Per maggiori informazioni si rimanda al sito: www.esteri.it.

Gambia: dal 1° ottobre ingresso libero per i vaccinati contro il Covid-19

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«A partire dal 1 ottobre 2021 tutti i viaggiatori che dimostrano di aver completato il ciclo vaccinale possono entrare in Gambia senza ulteriori adempimenti». Lo segnala l’Ambasciata d’Italia a Dakar.

«Tutti gli altri viaggiatori – prosegue la stessa Ambasciata – dovranno continuare a essere in possesso di un test Covid-19 (tampone) negativo effettuato non prima di 72 ore dall’arrivo nel Paese».

Altra precisazione: «Ai passeggeri non vaccinati che provengono da Paesi considerati ad alto rischio, fra cui l’Italia, è somministrato un ulteriore test rapido all’arrivo in Gambia. In caso di risultati negativi sarà concesso l’ingresso nel Paese. In caso di risultati positivi, i passeggeri saranno sottoposti a un ulteriore test PCR».

Per maggiori informazioni: ambdakar.esteri.it.

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