Storie di donne nelle Dolomiti fra Ottocento e Novecento: protagonista è la figura femminile, ora assurta al ruolo di eroina ladina come Caterina Lanz durante le guerre napoleoniche, oppure grande imprenditrice turistica in Val di Fassa agli inizi del Novecento come Maria Piaz, infine donne profughe dalle zone del fronte durante la prima guerra, e da ultimo storie di emigranti con le loro vite sofferte.
PREZZEMOLO & CILANTRO. STORIE DI DONNE ITALIANE IN CINA
di Antonella Moretti
Luisella, Astrid ed Emma sono tre donne molto diverse tra loro, ma le accomuna il fatto di aver lasciato la loro casa, il lavoro, la famiglia e gli amici ed aver seguito i loro mariti in Cina. Luisella è una donna solare, generosa: ama aiutare le altre espatriate, condividere notizie, fare gruppo. In Italia ha rinunciato ad un lavoro che le piaceva e, dopo un primo momento di crisi, ha iniziato a dedicarsi ad una delle sue grandi passioni, la scrittura, iniziando un importante progetto. Ma quando il marito arriva a casa con una novità per nulla piacevole, tutto sembra andare nuovamente in frantumi. Astrid atterra in Cina stanca ed arrabbiata: il marito vive all’estero già da mesi e per lei badare ai due figli piccoli da sola è stato davvero impegnativo, anche perché la sua famiglia di origine è fonte di continui problemi. In Cina, lontana dalle pressioni e finalmente supportata dalla presenza del compagno, comincia pian piano a ritrovare se stessa, a sentirsi meglio e a superare ansie e paure, trovando sulla sua strada sorprese inaspettate. Emma mette in stand by la sua vita per riunirsi al marito e cercare di salvare il loro matrimonio in crisi, ma i suoi sforzi sembrano vani: gli stessi subdoli meccanismi che li rendevano insoddisfatti in Italia si ripresentano anche all’estero. Comincia a sprofondare in un abisso di solitudine e tristezza e sembra essere destinata all’infelicità, quando, del tutto inaspettato, un nuovo amore, difficile e controverso, getta scompiglio nella sua vita. Assieme a loro, le voci delle altre italiane che vivono nella loro comunità expat creano un intrecciarsi di storie che danno a vita ad un romanzo corale nel quale molte espatriate si potranno ritrovare. Come può essere la vita di un’italiana in Cina? Quali sono le difficoltà, le opportunità, le differenze rispetto a quella condotta in madrepatria? Il libro, seppur con la leggerezza di un romanzo, rende un quadro realistico di quella che è la quotidianità delle espatriate in Cina, le loro sfide, l’entusiasmo e la fatica di vivere immersi in una diversità culturale che è al tempo stesso affascinante e incomprensibile. Da leggere se sei espatriata, o se vorresti esserlo. Da far leggere ai mariti che lavorano all’estero, per far capire loro che essere “sposa accompagnante” non è sempre così facile come sembra. O semplicemente da sfogliare se c’è la curiosità di scoprire come vivono gli italiani dall’altra parte del mondo.
OLTREMARE. MEMORIE FEMMINILI TRA ANTICHE RADICI E NUOVE IDENTITÀ
di Patrizia Salvetti
Roma : Fattore Umano Edizioni, 2016
Il libro tratta del tema dell’immigrazione femminile italiana in Argentina nel secondo dopoguerra. Attraverso le testimonianze autobiografiche le storie di vita di tre donne italiane, l’autrice ricostruisce percorsi femminili in un viaggio tra storia e memoria, percorrendo il cammino dell’integrazione nel passaggio tra il vecchio e il nuovo mondo.
LA PRATICA DELLA DISTINZIONE. UNO STUDIO SULL’ASSOCIAZIONISMO DELLE DONNE MIGRANTI
di Marinella Pepe
Milano: UNICOPLI, 2009
Nel contesto di profondi e irreversibili cambiamenti un ruolo decisivo è svolto dalle migrazioni transnazionali. In particolare, tre processi si intrecciano articolando ancora di più lo scenario: la femminilizzazione dei flussi migratori; l’emergere crescente del ruolo della società civile; il protagonismo esercitato dai nuovi arrivati, che nella pratica associativa danno saggio di creatività e di capacità di autorganizzarsi. Il testo mette in luce i risultati relativi alla ricerca sull’associazionismo delle donne migranti. Lo studio empirico, che privilegia il modello di Bourdieu, ha preso in esame, grazie ad un approccio biografico, le modalità attraverso le quali la pratica associativa viene tematizzata dalle migranti stesse. Dallo studio emerge come un diverso capitale biografico dia corpo a esperienze associative profondamente distinte per contenuti e per obiettivi; desiderio di cura e bisogno distintivo, poi, accomunano i diversi vissuti, configurando la pratica associativa come un’esplicita risorsa di senso in un’epoca di legami deboli.
EMIGRARE NON È SOLO PER UOMINI. STORIE E RITRATTI DI DONNE EMILIANO-ROMAGNOLE IN EMIGRAZIONE
di Renzo Bonoli
Bologna: Istituto Fernando Santi, 2013
Il ruolo della donna nella vicenda migratoria: è questo il tema trattato da Renzo Bonoli in una ricerca che è il frutto di un progetto presentato dall’Istituto Fernando Santi e cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito dell’attività che l’associazionismo regionale svolge a favore del mondo dell’emigrazione. Con una chiave di lettura che ha voluto ovviare alla marginalità e al poco spazio riservato da sempre alle tematiche femminili in emigrazione partendo dalla constatazione che l’emigrazione al femminile, da molti definita “invisibile” fino ad oggi è passata quasi inosservata nonostante costituisca, a partire dall’Unità d’Italia, una parte considerevole della storia sociale ed economica del nostro Paese. Le testimonianze e i racconti raccolti nel libro riguardano non soltanto l’ambito familiare, ma anche quello associativo e politico. Le brevi storie di queste donne sono la testimonianza e la memoria dell’emigrazione al femminile: “donne che ricordano, che lavorano, che insegnano, che amano, che governano la casa e tengono unita la famiglia”. La ricerca, che tra l’altro contiene un capitolo dedicato all’immigrazione straniera sul territorio regionale e una trentina di ritratti di donne emiliano romagnole, si sviluppa attraverso un filo conduttore che vede le donne protagoniste prima nel lavoro e all’interno della famiglia nei loro luoghi d’origine, poi nella partenza e nel viaggio e quindi nel processo di integrazione individuale e familiare nei paesi di immigrazione.
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