Otto giornalisti, otto professionisti che da un giorno all’altro si trovano senza lavoro. La Direzione del Messaggero di Sant’Antonio Editrice ha deciso di chiudere la redazione delle riviste mensili Messaggero di Sant’Antonio e Messaggero dei Ragazzi. Una decisione definita «sofferta, ma improcrastinabile».
«Numerosi – si legge in una nota della Direzione – sono stati i tentativi posti in essere, negli ultimi anni, di evitare questo triste epilogo nonostante le ingenti perdite registrate in modo particolarmente evidente già dal 2015 e comunque in questi ultimi decenni. Infatti la decisione arriva dopo un anno di stato di crisi aziendale, aperta e certificata dal Ministero del Lavoro, che ha visto una serie di iniziative volte ad adeguare l’offerta editoriale al mercato di riferimento nonché a ridurre gli alti costi di gestione, nel principale intento di salvaguardare i posti di lavoro: i giornalisti della redazione delle riviste in lingua italiana sono stati posti, da un anno, in contratto di solidarietà mentre negli altri settori aziendali – attraverso un apposito accordo sindacale tra azienda e lavoratori – si è cercato di dare attuazione ad un programma di interventi per ridurre le difficoltà economiche e rilanciare i prodotti editoriali». Messaggero di Sant’Antonio Editrice ha registrato perdite di esercizio nell’ultimo quinquennio (2013-2017) per circa 10 milioni di euro. Nel solo 2017 il bilancio si è chiuso con una perdita di 2.725.000 euro.
L’azienda, spiega quindi di non essere più in grado di «sostenere economicamente gli attuali costi del personale per poter proseguire la propria attività editoriale», ma di voler comunque «continuare a salvaguardare e portare avanti il progetto evangelico e caritativo con i mezzi che lo contraddistinguono nella sua storia ultracentenaria, continuando a pubblicare le sue riviste e i libri, e così portando il messaggio del Santo in Italia e nel mondo, a grandi e piccoli».
Editoria. Chiude il Messaggero di Sant’Antonio
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