Crisi in Venezuela. La testimonianza diretta di Maurys Sanabria

da | 20 Mar 2019 | 0 commenti

Tempo di lettura: 3 minuti

Maurys Sanabria (nella foto) nasce in Venezuela, ma si trasferisce a Belluno pochi mesi fa. La vita nel suo paese d’origine è sempre più impossibile e qui ce lo racconta.

È iniziato tutto con Hugo Chávez. La sua era una dittatura mascherata da democrazia. Già nel 2011 aveva scelto Maduro come suo successore e ai venezuelani aveva detto che avrebbero dovuto votare lui nel caso in cui la sua salute si fosse aggravata e fosse stata necessaria una nuova elezione presidenziale. In realtà, successivamente, il popolo ha eletto Juan Gaudió. I giudici, però, hanno fatto la propria assemblea, non hanno rispettato le decisioni del popolo e Maduro è rimasto presidente. Il governo odierno continua ad essere una dittatura mascherata da democrazia perché si sono appropriati di tutti i poteri e hanno eletto chi volevano loro, anche se Gaudió, secondo la costituzione, è il legittimo presidente.  Il popolo muore di fame perché non riesce a vivere con ciò che guadagna (lo stipendio mensile adesso equivale a circa 20 euro). Negli ospedali non ci sono medicine e quindi la gente malata muore. Se prima i ricchi riuscivano a vivere bene rispetto ai poveri, ora questa differenza non esiste più: perfino tanti benestanti stanno lasciando il Venezuela. I pochi che restano (alcuni amici miei che più o meno vivevano bene) ora mi dicono che non riescono più a farcela.

Per fortuna, mia figlia già si era trasferita da tre anni in Italia. In Venezuela, vivevo grazie ai soldi che lei mi mandava. Io avevo i miei programmi alla radio, ma i soldi che guadagnavo in questo modo non erano mai sufficienti. Una volta mi sono ammalata: è difficile trovare le medicine e se riesci a prenderle sono molto care. Grazie ai soldi di mia figlia mi sono comprata le medicine (erano carissime) e me le sono portate in clinica (non sono andata in ospedale perché lì si muore). Dopo circa 15 giorni, mio genero è dovuto venire in Venezuela per affari e mi ha portato altre medicine dall’Italia. Poi ho deciso anche io di fuggire.

La situazione sta peggiorando, non ci è rimasto più nulla e per questo scendiamo in piazza. Il governo di Maduro, però, non permette le proteste e manda i suoi uomini a sparare contro la gente. Fortunatamente, abbiamo l’appoggio di più di 50 paesi e sono arrivati gli aiuti umanitari anche se, purtroppo, alcuni sono stati bloccati. Come si può essere così crudeli?

Per quanto riguarda il futuro del Venezuela, è un po’ più chiaro grazie a questi aiuti e se ci fosse bisogno di un’invasione militare per cacciare Maduro, gli Usa lo faranno. Se ci fosse la possibilità di altre elezioni, la situazione potrebbe normalizzarsi. Siamo sempre speranzosi…

Giulia Francescon

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